Tsmc (Taiwan Semiconductor Manufacturing Co) il colosso taiwanese leader nella produzione di chip per conto terzi, ha annunciato un investimento di almeno 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Lo ha detto ieri sera Donald Trump dalla Roosevelt Room della Casa Bianca, sottolineando che l’investimento sarà in Arizona. “I chip più potenti al mondo saranno prodotti negli Stati Uniti”, ha detto Trump sottolineando che molte aziende “vogliono annunciare investimenti, ma io non ho tempo per tutti”.
Il titolo TSMC in Asia ha perso l’1,3%. In Europa a risentirne è STMicroelectronics NV, l’azienda italo-francese produttrice di componenti elettronici a semiconduttore. Stm è in calo del 4,85% a 22,62 euro in tarda mattinata.
Trump, affiancato dall’amministratore delegato della società C.C. Wei, ha sottolineato l’importanza dell’accordo, affermando che in questo modo “i chip più potenti al mondo saranno prodotti negli Stati Uniti”. L’investimento si aggiunge ai 65 miliardi di dollari già previsti per la costruzione di nuovi impianti, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza americana da Taiwan e consolidare il primato tecnologico degli Stati Uniti. Il suo primo stabilimento in Arizona ha avviato la produzione in serie dei suoi chip da 4 nanometri.
L’operazione dovrebbe generare tra i 20 e i 25 mila posti di lavoro. Gli Stati Uniti – ricorda il Wsj – hanno sostenuto la crescita di TSMC attraverso il Chips Act del 2022, che ha stanziato decine di miliardi di dollari in sovvenzioni per la produzione nazionale di chip. TSMC, che produce chip per aziende come Apple, Intel e Nvidia, si è aggiudicata fino a 6,6 miliardi di dollari di sovvenzioni e ha recentemente iniziato a ricevere i fondi federali del programma. L’azienda ha anche beneficiato di generosi crediti d’imposta a sostegno della produzione di produzione di chip negli Stati Uniti.
L’accordo, che cade proprio nel giorno in cui sono scattati i dazi per Canada, Messico e Cina, rappresenta una vittoria in questo ambito, poichè Trump, spingendo le aziende a investire negli Stati Uniti, cerca di evitare contromisure protezionistiche. Inoltre, la possibilità di tariffe sui chip avrebbe potuto colpire duramente l’economia di Taiwan, spingendo Taipei a valutare contromosse, inclusa la possibilità di acquistare armi dagli Stati Uniti.