Sembrava fatta, e invece no. Il primo ministro greco Alexis Tsipras ha annunciato ai suoi alleati che i creditori internazionali hanno respinto alcune proposte di riforma presentate dal governo ellenico per sbloccare l’ultima tranche di aiutida 7,2 miliardi concordata a febbraio e indispensabile per evitare l’imminente bancarotta di Atene, che entro fine giugno deve rimborsare prestiti al Fmi per 1,6 miliardi di euro. La notizia è stata riferita da fonti del governo greco citate da varie agenzie di stampa internazionali.
Al momento non sono disponibili indicazioni più precise su quali siano le proposte bocciate e su quale delle tre istituzioni della ex Troika (Ue, Bce e Fmi) sia responsabile dell’ennesimo stallo del negoziato.
“Il continuo rifiuto delle misure compensative da alcune istituzioni non è mai accaduta prima, né in Irlanda né in Portogallo”, ha scritto Tsipras su Twitter, aggiungendo poi che “questo strano atteggiamento può solo significare due cose: o non vogliono l’accordo, o sono al servizio di interessi specifici in Grecia”.
The repeated rejection of equivalent measures by certain institutions never occurred before-neither in Ireland nor Portugal. #Greece (1/2)
— Alexis Tsipras (@tsipras_eu) 24 Giugno 2015
This odd stance seems to indicate that either there is no interest in an agreement or that special interests are being backed. #Greece (2/2)
— Alexis Tsipras (@tsipras_eu) 24 Giugno 2015
Questa sera alle 19 è in programma l’Eurogruppo considerato da molti il momento di svolta per trovare l’intesa, mentre nel pomeriggio il primo ministro greco incontrerà il presidente della Bce Mario Draghi, il direttore generale del Fondo monetarioChristine Lagarde, il numero uno dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
Intanto, le notizie sulla nuova gelata fra Atene e Bruxelles hanno rispedito i listini in territorio negativo e lo spread Btp-Bund in altalena. A metà giornata il Ftse Mib cede lo 0,40%, con il differenziale che ha raggiunto un picco sopra i 140 punti per poi riaccendere attorno a quota 130. Il rendimento dei decennali italiani è al 2,14%.
Francoforte arretra dello 0,8%% e Parigi dello 0,38%, con le vendite che colpiscono il titolo Bouygues dopo il no di ieri sera del Cda all’offerta da oltre 10 miliardi di euro di Altice, casa-madre dell’operatore Numericable-Sfr, per la controllata Bouygues Telecom. Tiene Londra, che guadagna lo 0,30%.
I listini hanno comunque rallentato la caduta dopo la prima reazione alle indiscrezioni di stampa. La Grecia “è lontana circa due ore di volo da Bruxelles. Andiamo a fare l’Eurogruppo per trovare una soluzione”, ha ribattuto alle indiscrezioni il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
In precedenza, le Borse asiatiche erano riuscite a chiudere in territorio positivo con Shanghai che ha guadagnato il 2,48% e Hong Kong lo 0,26%. Tokyo (+0,28%) ai massimi di 18 anni.
Sul fronte macroeconomico, l’indice Ifo tedesco ha fatto peggio delle attese scendendo a 107,4 punti.
In Italia la bilancia commerciale con i Paesi extra Ue ha registrato un avanzo di 2,857 miliardi di euro, in ascesa rispetto ai 2,404 miliardi dello stesso mese del 2014. Lo comunica l’Istat, aggiungendo che il surplus nell’interscambio di prodotti non energetici è pari a 5,4 miliardi, rispetto ai 6,4 miliardi di maggio 2014.
Il cambio euro dollaro sale dello 0,22% a 1,1192.
A Piazza Affari si muovono controcorrente, tra i migliori del Ftse Mib, Mediaset (+0,41%), Saipem (+0,30%) e Banco Popolare(+0,26%). In rosso però il comparto bancario: Mps -1,79%, Bpm -0,41% (a 0,9835) si sgonfia dopo aver riallacciato questa mattina quota un euro ai massimi dall’ottobre 2010.
Ubi -0,4% e Unicredit -1,24%. Intesa -1,35% nonostante dagli aggiornamenti della Consob sia emerso che la People’s Bank of China detiene il 2,005% della banca. Il comparto oggi incassa il via libera al decreto legge contenente un pacchetto anti-sofferenze.
In fondo al Ftse Mib Buzzi Unicem (-2,07%), Yoox (-1,97%) e Telecom Italia (-1,93%).