“Il giorno dopo il referendum sarò a Bruxelles e un accordo sarà firmato” entro 48 ore dal voto. A prescindere dal risultato. Lo ha detto ieri sera il premier greco Alexis Tsipras all’emittente Ant1, sottolineando che la vittoria del NO consentirà una “soluzione sostenibile” per la Grecia, perché “questo accordo può essere il cattivo accordo che ci propongono o uno migliore: più forte è il no, migliore sarà l’accordo”.
Se invece a prevalere fossero i Sì, Tsipras ha assicurato che avvierebbe “le procedure previste dalla Costituzione” per fare in modo che la proposta di Ue, Bce e Fmi diventi legge. Il premier ha detto anche che non metterà la sua “poltrona” sopra gli “interessi della nazione”, suggerendo che potrebbe dimettersi in caso di vittoria dei SI’, come aveva detto con parole più esplicite poche ore prima il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis.
Intanto, è atteso per oggi il responso del Consiglio di Stato greco sulla costituzionalità del referendum di domenica, in seguito al ricorso presentato da due cittadini greci, i quali sostengono che la consultazione violi l’articolo 44 della Costituzione, che esclude referendum su questioni che investono “la situazione finanziaria dello Stato”. Sotto accusa anche il linguaggio poco chiaro con cui è stato formulato il quesito, dal momento che una legge greca del 2011 chiede esplicitamente una formulazione chiara dei quesiti referendari.