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Trump vuole riprendersi il Canale di Panama dalla Cina: rivincita storica o mossa geopolitica? Ecco cosa sta succedendo

La storica via d’acqua torna al centro dello scontro geopolitico: Trump accusa la Cina di influenze indebite e promette di riprendere il controllo per proteggere gli interessi statunitensi. Nel frattempo, Panama ribadisce il suo diritto di sovranità

Trump vuole riprendersi il Canale di Panama dalla Cina: rivincita storica o mossa geopolitica? Ecco cosa sta succedendo

Donald Trump è tornato con un proclama che sa di storia e geopolitica: gli Stati Uniti devono riprendersi il Canale di Panama. Altro che semplice provocazione: per il presidente americano, la questione non è solo una promessa elettorale o un capriccio, ma una risposta a un problema strategico. E il nemico da affrontare è la Cina, che avrebbe ormai messo le mani su questa via d’acqua cruciale. Ma come siamo arrivati a questo punto, e cosa significa davvero per gli Stati Uniti?

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Perché il Canale di Panama è così importante?

Il Canale di Panama, una delle opere di ingegneria più impressionanti mai costruite, è lungo 81,1 chilometri e collega l’Oceano Atlantico al Pacifico, offrendo una via di transito marittimo vitale per milioni di tonnellate di merci ogni anno. Ogni anno, più di 14mila navi attraversano il Canale, trasportando beni che rappresentano circa il 6% del commercio globale via mare. Questo traffico include materie prime come petrolio, gas liquefatto, cereali e metalli, vitali per l’economia globale, prodotti principalmente negli Stati Uniti. In effetti, il 73% di questo traffico commerciale è legato al gigante americano, facendo del Canale una risorsa fondamentale per l’economia a stelle e strisce. Ma il Canale non è solo importante per il commercio. Le forze militari statunitensi lo usano anche come rotta strategica per spostamenti rapidi tra i due oceani, rendendolo cruciale anche per la sicurezza.

Realizzato dagli Usa nel 1914, il Canale è stato gestito dagli americani per quasi tutto il ventesimo secolo. Tuttavia, nel 1977, un accordo tra il presidente Jimmy Carter e Panama ha stabilito che il controllo sarebbe passato definitivamente al Paese centroamericano nel 1999. Una decisione che, secondo Trump, è stata “stupida” e “un regalo che non avremmo mai dovuto fare”. Il neo presidente Usa ha criticato l’amministrazione Carter, sostenendo che Panama ha sfruttato il controllo del Canale per favorire la Cina, e ora gli Usa sono “trattati molto male”.

Canale di Panama: cosa c’entra la Cina?

Il vero problema, secondo Trump, è che il Canale non è più sotto il controllo neutrale di Panama, ma nelle mani della Cina. Nel 1996, Panama ha concesso a una società con sede a Hong Kong, Hutchison Whampoa, la gestione dei porti di ingresso del Canale: Cristóbal sul lato Atlantico e Balboa sul Pacifico.

All’epoca, Hong Kong era ancora una colonia britannica e nessuno negli Stati Uniti vedeva la cosa come una minaccia. Ma nel 1997, Hong Kong è tornata sotto il controllo cinese. Da allora, il regime di Pechino può influenzare direttamente le attività di tutte le aziende di Hong Kong, incluse quelle che operano in aree strategiche come il Canale di Panama.

Nel 2021, il governo di Panama ha rinnovato il contratto con Hutchison Whampoa, consolidando di fatto l’influenza cinese su questa infrastruttura vitale. La Cina, inoltre, ha investito oltre 2,5 miliardi di dollari nell’area del Canale e oggi più di 40 aziende cinesi vi operano.

Il botta e risposta tra Usa-Cina e Panama

Le dichiarazioni di Trump, che ha minacciato di riprendersi il Canale, hanno suscitato una risposta forte da parte di Panama e della Cina.

La posizione di Trump su Panama

Per Trump, il controllo cinese del Canale è una violazione degli accordi originali tra Stati Uniti e Panama. “Le navi americane sono gravemente sovraccaricate e non trattate in modo equo in alcun modo o forma, e questo include la Marina degli Stati Uniti”. E ha ribadito durante il suo insediamento: “Non abbiamo mai dato il Canale alla Cina, lo abbiamo dato a Panama, e ora ce lo riprenderemo”.

Le sue accuse non riguardano solo la gestione economica, ma anche la sicurezza: Trump teme che la Cina possa avere la capacità di bloccare o influenzare il traffico marittimo attraverso il Canale, con ripercussioni devastanti per l’economia e la difesa degli Stati Uniti. Inoltre, negli ultimi anni, Panama ha aumentato significativamente le tariffe di transito per le navi, causando malcontento tra le aziende americane che dipendono dal Canale per il trasporto di beni vitali come petrolio, gas e cereali. Trump considera questo aumento dei costi come un ulteriore danno agli interessi statunitensi.

Panama risponde alle minacce Trump

Le dichiarazioni di Trump non sono passate inosservate. Il governo di Panama ha risposto ufficialmente, denunciando le minacce di Trump in una lettera inviata al segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. Nella lettera, Panama ha chiesto a Guterres di trasmettere la sua posizione ai membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, esprimendo preoccupazione per le affermazioni di Trump e ribadendo che il Canale appartiene esclusivamente a Panama. Il presidente panamense, José Raúl Mulino, ha dichiarato con fermezza durante il Forum Economico Mondiale a Davos che “ogni metro quadrato del Canale di Panama appartiene e continuerà ad appartenere a Panama” e che non si è trattato di una concessione o di un “regalo” da parte degli Stati Uniti, ma di un accordo che ha sancito la sovranità di Panama sul Canale.

La Cina: “Mai interferito la gestione del Canale”

La Cina, da parte sua, ha respinto le accuse di interferenza nella gestione del Canale di Panama. Un portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha sottolineato che Pechino non ha mai interferito nella gestione del Canale e che il Canale stesso “non deve essere soggetto a nessun tipo di controllo diretto o indiretto da parte delle grandi potenze”. Questa posizione cinese è un chiaro messaggio sulla volontà di mantenere una certa neutralità nella gestione del Canale.

Cosa c’è in gioco?

Trump non ha escluso nessuna opzione per riprendere il controllo del Canale, inclusa la forza militare. Ma una mossa del genere sarebbe estremamente rischiosa. poiché potrebbe allontanare gli alleati in America Latina e favorire alleanze con rivali come Cina, Russia e Iran.

La questione del Canale di Panama non è solo un problema di tariffe o di controllo delle infrastrutture. È un simbolo della competizione tra Stati Uniti e Cina per il dominio globale. Per Trump, riprendere il controllo del Canale significherebbe riaffermare l’influenza americana in un’area che storicamente era considerata il “cortile di casa” degli Usa. Per la Cina, mantenere il controllo significherebbe consolidare la sua posizione come potenza globale, dimostrando che può sfidare Washington persino nel suo emisfero.

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