“Vinceremo, vinceremo alla grande”. Queste le prime parole di Donald Trump in apertura della convention repubblicana a Cleveland, dove il prossimo candidato alle elezioni presidenziali di novembre è entrato sulle note di “We Are The Champions” dei Queen. Trump, che nel duello per la Casa Bianca sfiderà la democratica Hillary Clinton ha poi introdotto la moglie Melania, che nel suo discorso ha ricordato come “il 28 luglio 2006 ho avuto l’onore di acquisire la cittadinanza degli Stati Uniti. Il più grande privilegio sulla Terra”.
“Se volete qualcuno che lotti per voi, ve lo posso assicurare, è lui”, ha aggiunto l’aspirante First Lady, che però secondo molti avrebbe nel seguito del suo discorso copiato le parole dell’attuale first lady Michelle Obama: i media Usa già parlano di possibile plagio.
Per il resto, nella prima giornata di convention, i testimonial per Trump sono stati i più eterogenei possibili. Star tv, deputati, sceriffi, veterani, famigliari di vittime del terrorismo e dell’immigrazione clandestina. Lo slogan è “Make America Safe Again”, variazione del classico “Make America great again” che Donald Trump, candidato di “legge e ordine”, ha prontamente lanciato sull’onda di attentati e sparatorie contro la polizia. E tutti con un bersaglio comune: Hillary Clinton, colpevole delle tragedie di casa e del mondo.
Tra le i vip del mondo dello spettacolo Willie Robertson, attore dello show “Duck Dynasty” e Scott Baio, il Chachi di “Happy Days”. Poi veterani dell’Afghanistan, familiari di vittime del terrorismo come Pat Smith, che accusa personalmente l’allora segretario di stato Hillary Clinton per la morte di suo figlio nell’attentato di Bengasi.
Ma il record dell’applausometro spetta a Rudolph Giuliani. “Quello che io ho fatto per New York, Donald Trump può’ farlo per l’America”, profetizza, garantendo che il magnate è “un uomo col cuore grande”. Poi pero’ sorprende con un appello unitario: “esiste una sola America, non un’America bianca e un’America nera”, dice ringraziando la polizia per difendere tutti, ‘bianchi e neri, ispanici e asiatici”. Infine la minacciosa promessa che solleva il boato: “Non ho paura di dire terrorismo islamico estremista. Voi sapete chi siete. Stiamo venendo a prendervi”.