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Trump scuote il mondo: “Liberate gli ostaggi in mano ad Hamas o scateno l’inferno” e minaccia interventi militari per Panama e Groenlandia

In una conferenza stampa esplosiva, Donald Trump minaccia interventi militari su Panama, Groenlandia e altri territori, evoca la necessità di liberare gli ostaggi di Hamas e sfida la Nato, il Messico e il Canada. Tensioni geopolitiche alle stelle per il presidente eletto che punta a rilanciare la propria supremazia globale degli Usa

Trump scuote il mondo: “Liberate gli ostaggi in mano ad Hamas o scateno l’inferno” e minaccia interventi militari per Panama e Groenlandia

Il presidente eletto Donald Trump ha aperto il nuovo anno come un tornado, scuotendo la politica interna ed estera americana con una conferenza stampa esplosiva dal suo resort di Mar-a-Lago. Tra minacce di interventi militari, sfide economiche e ambizioni territoriali, Trump ha lanciato una serie di proclami destinati a riaccendere tensioni globali, toccando nodi geopolitici dal Medio Oriente all’Artico, passando per Panama e il Canada.

Con toni bellicosi, ha evocato la possibilità di “riprendere il controllo del Canale di Panama” usando la forza militare, e di costringere la Danimarca a cedere la Groenlandia, definendola “necessaria per la sicurezza nazionale”. E poi, un avvertimento che suona come una miccia accesa: “Liberate gli ostaggi o scatenerò l’inferno”, rivolto direttamente ad Hamas.

Nessuno sfugge alla raffica di accuse e provocazioni del Tycoon: prima punta il dito contro gli alleati della Nato, rimproverandoli per aver sottovalutato il peso del contributo americano e avanzando l’idea di innalzare le spese per la difesa al 5% del Pil. Poi provoca il Messico con l’idea di rinominare il Golfo del Messico in “Golfo d’America”, un chiaro segnale del suo intento di riscrivere i confini geopolitici con la forza delle parole e dei fatti.

Trump alza la posta, mostra i muscoli e promette una nuova “età dell’oro”. La sua visione è quella di un’America che torna a essere dominatrice indiscussa, attraverso la riconquista di territori strategici e un atteggiamento aggressivo sullo scacchiere internazionale.

La questione di Panama: “Un grosso errore restituire il canale”

Trump ha definito “storico errore” la restituzione del Canale di Panama alla sovranità locale. Secondo lui, il controllo del Canale, ora operato dalla Cina, è cruciale per la sicurezza economica e militare degli Stati Uniti: “Fu costruito per noi, ed è vitale per il nostro Paese.” Ha minacciato dazi economici e, in modo velato, l’uso della forza militare per riprendere il controllo della via strategica.

Dal canto suo, il presidente di Panama, José Raul Mulino, ha optato per un atteggiamento prudente, promettendo di rispondere solo dopo l’insediamento ufficiale di Trump.

Groenlandia: un territorio di interesse strategico

Trump ha ribadito il suo interesse per l’acquisto della Groenlandia, già oggetto di una proposta d’acquisto nel primo mandato, definendola essenziale per la sicurezza nazionale. “Potrei dover fare qualcosa in futuro,” ha lasciato intendere, senza escludere azioni più drastiche come l’uso militare.

La risposta della Danimarca non si è fatta attendere: la premier Mette Frederiksen ha dichiarato che la Groenlandia “non è in vendita” e “appartiene ai groenlandesi”. Re Frederik ha persino aggiornato lo stemma reale per includere simboli della Groenlandia e delle Isole Faroe.

Messaggio ad Hamas: “Liberate gli ostaggi o scateno l’inferno”

Trump ha anche rivolto un ultimatum ad Hamas: “Se gli ostaggi non verranno liberati entro il 20 gennaio, si scatenerà l’inferno in Medio Oriente. Non sarà un bene per Hamas e per nessuno”.

Il futuro inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha aggiunto che i negoziati stanno progredendo, augurandosi di annunciare un accordo prima dell’insediamento. Witkoff ha ribadito che i negoziati sono ispirati dalla “reputazione” del presidente eletto, esprimendo fiducia in un esito positivo.

Canada: un nuovo 51° Stato?

Rivolgendosi al Canada, Trump ha criticato il deficit commerciale e il sostegno americano al Paese, provocando: “Dovrebbero essere uno dei nostri Stati.” Pur escludendo l’uso della forza militare, Trump ha minacciato di imporre dazi e ha suggerito che l’abolizione del confine artificiale migliorerebbe la sicurezza nazionale.

La risposta canadese è stata immediata e decisa. La ministra degli Esteri, Melanie Joly, ha dichiarato: “Non cederemo mai alle minacce. Questi commenti dimostrano una totale incomprensione di ciò che rende il Canada un grande Paese”. Parole dure anche dal premier dimissionario Justin Trudeau: “Mai e poi mai il Canada farà parte degli Stati Uniti”.

Nato e le spese per la difesa: “Pagate il 5% del Pil”

Trump ha ribadito la richiesta agli alleati Nato di aumentare le spese per la difesa al 5% del Pil: “Se non pagano, perderanno l’ombrello americano. Non è così che funziona la vita”.

Interrogato sulla guerra in Ucraina Trump ha rivelato che il presidente russo Vladimir Putin desidera un incontro, ma ha escluso contatti ufficiali prima del 20 gennaio.

Il Golfo del Messico diventa il “Golfo d’America”

Il tycoon ha poi voluto lanciare un avvertimento al Messico, questa volta non solo sul fronte dell’immigrazione. “Cambierò il nome al Golfo, lo chiamerò Golfo d’America. Come suona bene!”, ha detto.

Critiche a Biden e nuovi investimenti

Non sono mancate le critiche al presidente uscente Joe Biden, accusato di essere responsabile di guerre, politiche ambientali dannose e un’”ossessione” per le auto elettriche. Trump ha poi annunciato anche un investimento da 20 miliardi di dollari in data center americani, un progetto guidato dal miliardario emiratino Hussain Sajwani.

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