Matt Gaetz abbandona la corsa per il ministero della Giustizia, trasformando quella che doveva essere una nomina provocatoria in un clamoroso autogol per Donald Trump. Nonostante il forte sostegno del presidente eletto, Gaetz si è ritirato di fronte a un’ondata di scandali imbarazzanti che hanno reso la sua conferma al Senato una missione impossibile.
La soluzione di Trump è arrivata in poche ore. Il presidente eletto ha trovato la sua sostituta: Pam Bondi, ex procuratrice generale della Florida e fedele alleata politica. Bondi, conosciuta per il suo estremismo e la sua lealtà a Trump, è stata una delle sue principali difensore durante il primo impeachment e sembra non avere i bagagli problematici del suo predecessore. Per lei, la strada verso la conferma dovrebbe essere decisamente meno accidentata.
Gaetz travolto dagli scandali: Trump lo sacrifica per salvare la faccia
Gaetz, dal canto suo, è stato travolto da accuse di abusi sessuali e da rivelazioni imbarazzanti: documenti trapelati dalla Commissione etica della Camera mostrano che avrebbe inviato denaro tramite Venmo per organizzare feste a base di droga con partecipanti minorenni. Non proprio un curriculum ideale per chi dovrebbe guidare il Dipartimento di Giustizia. Steven Cheung, portavoce di Trump, ha tentato di difenderlo, definendo la fuga di notizie “un esempio lampante del bisogno di pulizia al Dipartimento della Giustizia”. Ma l’umore al Senato era inequivocabile: Gaetz non avrebbe mai avuto i voti per essere confermato.
Trump, nel salutarlo, ha elogiato il suo impegno e si è detto dispiaciuto per la distrazione che la sua nomina aveva creato, ma è evidente che il presidente eletto abbia preferito sacrificare Gaetz piuttosto che sprecare tempo su una battaglia già persa. Con Bondi, Trump punta a rafforzare la sua “linea dura” al Dipartimento di Giustizia, senza rischiare un’altra figuraccia.
Trump e gli scandali nel suo gabinetto: una partenza difficile
Intanto, le difficoltà per il gabinetto di Trump non finiscono qui. Pete Hegseth, scelto per il Dipartimento della Difesa, è accusato di abusi sessuali da una donna che nel 2017 lo denunciò dopo un’aggressione culminata con una visita in ospedale. Robert Kennedy, candidato alla guida del Dipartimento della Salute, è al centro di accuse ancora più delicate: la sua ex babysitter lo ha accusato di violenza sessuale. Questi scandali non solo complicano la formazione del nuovo governo, ma accrescono il rischio di battaglie accese durante le audizioni di conferma al Senato.
Nel frattempo, anche Gary Gensler, presidente della Sec, ha annunciato le sue dimissioni, lasciando spazio alla nomina di un nuovo capo della Securities and Exchange Commission. La mossa potrebbe essere un’opportunità per Trump di allineare l’agenzia ai suoi obiettivi economici, ma pone anche interrogativi sulla direzione futura del mercato finanziario americano. Una nomina controversa potrebbe accentuare la polarizzazione tra deregulation aggressiva e le richieste di maggiore trasparenza, con impatti significativi su Wall Street e la fiducia degli investitori.