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Trump riduce l’Usaid: 1.600 licenziamenti e paralisi operativa nella politica di tagli alle agenzie governative

Wikimedia Commons - U.S. Navy photo by Photographer's Mate 3rd Class Tyler J. Clements

Prosegue la politica di tagli alle agenzie governative sotto l’amministrazione Trump. A subire la scure del presidente questa volta è l’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (Usaid), agenzia creata nel 1961 per contrastare l’influenza dell’ex Unione Sovietica nel mondo che fornisce assistenza allo sviluppo economico, assistenza umanitaria, e sostiene il settore dell’informazione in molti Paesi. Circa 1.600 dipendenti, così, sono stati licenziati e la maggior parte del personale è stato posto in congedo amministrativo.

Usaid sotto attacco: 1.600 licenziamenti e paralisi operativa

A partire dalla 23,59 di domenica, l’intero personale dell’Usaid è stato posto in congedo amministrativo, con l’eccezione di coloro ritenuti essenziali per “missioni critiche”. Il piano di riduzione ha ottenuto il via libera dal giudice distrettuale Carl Nichols, che ha respinto la causa legale intentata dai dipendenti per bloccare i licenziamenti.

Secondo quanto riportato dalla Cnn, la notifica ai dipendenti è arrivata tramite e-mail alle 20.42 ora italiana. Il messaggio informava che il congedo sarebbe stato immediato, mentre coloro che avevano ruoli essenziali sarebbero stati informati entro le 23 dello stesso giorno. Si tratta di un altro passo verso il ridimensionamento di un’agenzia che ha per decenni fornito assistenza umanitaria in tutto il mondo, lasciando ora l’agenzia in uno stato di paralisi operativa.

La strategia di Trump: ridurre l’apparato burocratico

I tagli all’Usaid sono parte di una più ampia strategia dell’amministrazione Trump, sostenuta fortemente anche dal capo del Doge, Elon Musk. L’intento dichiarato della Casa Bianca è di ridurre l’apparato burocratico federale, considerato da Trump e dai suoi alleati uno strumento inefficiente e costoso. L’idea alla base della politica è che il lavoro di aiuto e sviluppo, seppur di valore internazionale, venga visto come uno spreco di risorse pubbliche, alimentando una narrativa liberale che l’amministrazione vuole contrastare.

Il ridimensionamento dell’Usaid potrebbe avere effetti duraturi sulla diplomazia e sugli aiuti umanitari statunitensi, indebolendo l’influenza globale degli Stati Uniti. La mossa solleva anche interrogativi sui rischi per la stabilità internazionale, con il timore che una minore presenza americana all’estero possa lasciare spazio a influenze di altri attori globali.

“Non rispondete a Musk”: agenzie federali in rivolta

Mentre la politica di tagli continua, un altro episodio ha scosso le agenzie federali statunitensi. “Non rispondete a Elon Musk” è stato l’ordine impartito ai dipendenti di diverse agenzie federali, tra cui il Pentagono, il Dipartimento di Stato e l’Fbi. L’avvertimento è arrivato dopo che Musk aveva inviato un’e-mail a tutti i funzionari governativi intimando loro di rendicontare le proprie attività settimanali sotto minaccia di licenziamento.

Fonti del New York Times riferiscono che diversi alti funzionari si sono opposti a questa richiesta. Darin S. Selnick, capo delle risorse umane del Pentagono, ha dichiarato che la revisione delle prestazioni del personale è responsabilità esclusiva del Dipartimento della Difesa e che eventuali valutazioni saranno effettuate secondo le procedure interne. Anche Tulsi Gabbard, direttrice dell’Ufficio dell’Intelligence Nazionale, ha ribadito che i dipendenti dell’intelligence non devono rispondere a Musk per motivi di sicurezza e riservatezza. Dello stesso avviso anche Kash Patel, direttore dell’Fbi.

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