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Trump prepara la squadra: da Musk a Kennedy Jr., ecco chi potrebbe esserci nella futura amministrazione

Imagoeconomica

Sono passate appena 24 ore dalla vittoria di Donald Trump. E mentre alcuni Stati sono ancora al lavoro per fornire i dati definitivi, i collaboratori del presidente eletto si sono già immersi nella prossima sfida: scegliere le persone che entreranno a far parte della amministrazione repubblicana a partire dal 20 gennaio 2025. E negli Stati Uniti è già partito il toto-nomi. Tra le mille ipotesi al momento le certezze sembrano essere solo due, o forse tre. Elon Musk si siederà a quel tavolo, non si sa ancora in che veste. Probabilmente gli cuciranno addosso un incarico, come tagliatore di costi e super ministro dell’Efficienza. Ma non sarà l’unico personaggio controverso a partecipare alla partita: ci sarà anche Robert Kennedy Jr., ex candidato alla presidenza no vax che, paradosso dei paradossi, potrebbe avere un incarico di rilievo al Dipartimento alla Sanità (anche se nelle ultime ore alcuni rumors indicano che potrebbe essere spostato altrove).

Sugli altri nomi, il team di transizione di Trump continua a lavorare. Secondo il Washington Post, infatti, le due persone a capo del gruppo, vale a dire Howard Lutnick e Linda McMahon (moglie di Vince McMahon, proprietario della lega di wrestling WWE) starebbero già sondando terreno e curriculum.

Amministrazione Trump: ecco il toto-nomi

E partiamo dall’incarico principale: quello di capo di gabinetto, il ruolo non elettivo più importante d’America. E se nella celeberrima serie The West Wing il braccio destro del presidente Bartlet era Leo McGarry, nella realtà a guidare l’ufficio esecutivo del presidente Trump potrebbe essere Susie Wiles, che ha diretto la sua campagna elettorale e che non a caso Trump ha ringraziato nel corso del suo discorso della vittoria. L’alternativa possibile è Brooke Rollins, presidente e amministratore delegato dell’America First Policy Institute.

Altro incarico fondamentale sarà quello di Segretario di Stato che corrisponde al ministro degli Esteri italiano, ma con molti più poteri. Tra i nomi in circolazione figurano quelli di Marco Rubio, senatore della Florida già in lizza come possibile vicepresidente, Bill Hagerty, senatore consigliere economico della Casa Bianca durante la presidenza di George H. W. Bush e di Rick Grenell, ex direttore ad interim dell’intelligence nazionale. 

Al Dipartimento della Difesa potrebbe andare invece un altro senatore, Tom Cotton, reduce di guerra o Mike Pompeo, Segretario di Stato sotto l’amministrazione Trump dal 2018 al 2021.

Per il Tesoro circolano i nomi dello stesso Howard Lutnick, a capo del fondo di investimento Cantor Fitzgerald, e John Paulson, finanziere di lunga data e alleato di Trump. Ma la lista dei billionaire che hanno sostenuto Trump in questa terza corsa alla Casa Bianca è molto più lunga che in passato, e dunque non saranno pochi quelli che proveranno a far valere il sostegno a Wall Street. Si tratta, in ogni caso, di un ruolo delicatissimo, considerando che, secondo gli analisti, a consegnare a Donald Trump una vittoria così netta sarebbe stata proprio la fiducia gli elettori gli avrebbero dato in campo economico. 

John Fleming, ex funzionario dell’amministrazione Trump e vice capo dello staff nel 2020 e attuale tesoriere della Luisiana, potrebbe invece assumere una posizione di rilievo al Dipartimento del Commercio

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