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Trump inasprisce i dazi e scatta la corsa ai beni rifugio

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Dazi, immigrazione, petrolio. Si scalda, come temuto, la temperatura sui grandi temi geopolitici, a danno dell’umore dei mercati, di nuovo a caccia di beni rifugio. Sale di tono il confronto sui commerci tra Cina e Sati Uniti, anche se Donald Trump ha un’eccezione: gli Usa non tasseranno gli iPhone costruiti nel paese del Drago. Nessuna concessione invece per i figli degli immigranti separati dai genitori, come ha invano chiesto Melania Trump. Anzi, il presidente Donald si è scatenato con un tweet contro Angela Merkel colpevole, a suo dire di “violentare la cultura tedesca” con la sua politica di aperture all’immigrazione.

I listini riflettono i venti di guerra che minacciano la stabilità dei mercati.

Donald Trump ha messo in cantiere altri 200 miliardi di dazi a carico della Cina in risposta alle misure prese da Pechino a fronte dei dazi Usa annunciati la scorsa settimana. “Se gli Stati Uniti hanno perduto ogni briciola di razionalità – è stata la replica immediata – non ci tireremo indietro, ma sapremo replicare in quantità e qualità”.

Arretrano, sotto la pressione, le Borse asiatiche. I mercati cinesi, ieri chiusi per festività, hanno concluso le contrattazioni in profondo rosso: l’indice Composite di Shanghaiè crollato del 3,99%, a 2907.82 punti, ai minimi degli ultimi due anni. Fa ancora peggio Shenzhen, che accumula una perdita del 5,77%, a quota 1.594,05. Hong Kong -2,7%. Tokyo ha chiuso in calo dell’1,7%.

In calo stamane anche i futures su Wall Street -0,7% e su Londra -0,8% prima dell’apertura.

L’escalation delle ultime ore sta spingendo gli investitori verso i beni rifugio, l’oro sale guadagna lo 0,4% a 1.283 dollari l’oncia. Lo yen si apprezza su dollaro a 109,8 da 110,7 di ieri. Il rendimento del bond decennale dell’Australia scende sui minimi degli ultimi tre mesi a 2,61%, da 2,65% di ieri. Il rendimento si muove inversamente al prezzo.

Ieri hanno chiuso in terreno negativo i mercati Usa. L’indice Dow Jones perde lo 0,21%, S&P .0,41%, quasi piatto il Nasdaq +0,01%.

Soffrono i titoli più legati all’export in Cina: Boeing -0,9%, l’indice dei chips arretra di un punto percentuale.

Il petrolio tipo Brent ieri ha chiuso in forte rialzo, per effetto delle ultime indiscrezioni sull’ammontare dell’incremento alla produzione che l’Opec deciderà questo fine settimana, pare che Arabia Saudita ed alleati siano disponibili ad aumentare solo di mezzo milione di barili al giorno, circa un terzo del progetto iniziale, sgradito all’Iran ed al Venezuela. Il greggio del Mare del Nord tratta stamattina a 74,8 dollari il barile, in calo dello 0,7%, da 2,6% di ieri. Anche nel caso di tagli alla produzione, Goldman Sachs prevede prezzi in rialzo.

A Wall Street l’indice energy, il migliore della giornata, ha chiuso in rialzo dell’1,1% dopo cinque giorni di ribasso. Chevron +1,6%, Conoco Philips +1,9%.

A Piazza Affari il recupero dei orezzi ha premiato soprattutto Saras +3,4%. Eni +0,53% si è ripresa dai minimi dell’apertura per poi chiudere a 15,53 con un guadagno di mezzo punto. Saipem +0,3%.

TIENE MILANO, SOTTO TIRO FRANCOFORTE

Chiusura debole per le Borse europee, penalizzate dai timori di guerra commerciale, in attesa di segnali sul fronte del petrolio e delle indicazioni in arrivo dalla “Jackson hole” europea, il meeting dei grandi banchieri al castello di Sintra sotto l’egida della Bce.

Milano ha registrato una delle performance migliori d’Europa: il Ftse Mib ha perso lo 0,41%, ma per lo 0,2% ha pesato lo stacco delle cedole di cinque pesi massimi del paniere principale: Stm, Poste, Terna, Snam ed Exor.

DIESELGATE, FERMATO L’AD DI AUDI

La piazza peggiore del Vecchio Continente è stata Francoforte che ha risentito anche della notizia degli arresti del ceo di Audi, Rupert Stadler, oltre che della delicata situazione politica nel Paese sul tema dell’immigrazione. E’ stata raggiunta una tregua di due settimane tra la CDU e la sua componente bavarese CSU, arrivate a minacciare una crisi di governo la scorsa settimana. Il ministro degli interni Horst Seehofer, a capo dei ribelli anti Merkel, vuole rimandare gli immigrati nei paesi UE dove sono stati registrati.

Perdite frazionali per Parigi -0,93% e Madrid- 0,83%, piatta Londra -0,01%.

Ad aprile il saldo della bilancia commerciale italiana ha registrato un avanzo di 2,938 miliardi a fronte di un avanzo di 3,603 miliardi nello stesso mese del 2017.

LO SPREAD SCENDE A 216. CORSA AI BOND DELLA GRECIA

Finale di seduta in moderato recupero per il secondario italiano, che guadagna comunque terreno sulla controparte Bund al termine di una sessione contraddistinta da un aumento della volatilità e scambi dai volumi sottili, in cui prevale la cautela.

Partite dal derivato sul decennale, le ricoperture si sono consolidate nel pomeriggio grazie alla rottura di livelli tecnici importanti sui grafici.

La forbice di rendimento Italia/Germania sul tratto febbraio 2028 si attesta in chiusura a 216 punti base, non lontano dai minimi, dopo una banda di oscillazione tra 215,5 e 227,8 centesimi.

Il Btp a 2 anni è tornato sotto 0.5% di rendimento per la prima volta dal 25 maggio, spread a 111.

I periferici europei beneficiano del recupero della carta greca su Germania, in vista dell’Eurogruppo di giovedì prossimo a Lussemburgo.

La settimana scorsa la Bce ha comprato nell’ambito del Quantitative Easing titoli per 3,141 miliardi, contro 8,223 dell’ottava precedente.

TENONO LE BANCHE, BPM FA PULIZIA DI SOFFERENZE

Giornata positiva per i bancari: l’indice italiano di settore ha chiuso a +0,11%, contro un lieve ribasso dello Stoxx europeo.

Banco Bpm (-1%) ha annunciato venerdì sera di aver chiuso la cartolarizzazione di 5,1 miliardi di euro di crediti in sofferenza. Sotto i riflettori anche la gara per la cessione di altri 3,5 miliardi di sofferenze e della piattaforma di gestione crediti da parte dell’istituto. In corsa anche DoBank (+2,89%) che oggi pubblicherà il piano al 2020 ed un consorzio composto da Christofferson Robb & Co, la spac di Corrado Passera Spaxs e Fire.

BENE I BIG, TONFO DI MPS

In terreno positivo i Big: Unicredit +0,34% e Intesa +0,24%. L’ad Carlo Messina ha confermato la ricerca di un partner nel risparmio gestito. Blackrock ha ridotto al 4,95% la quota nell’istituto. La banca dovrà versare circa 41 milioni di euro per liquidare i soci che hanno deciso di esercitare il diritto di recesso nell’ambito del piano di conversione obbligatoria delle risparmio in ordinarie.

In forte ribasso invece Monte Paschi – 5,03% che ha lasciato sul terreno buona parte dei guadagni della scorsa settimana, sull’onda di voci per un interesse (presunto) di Crédit Agricole.

PRYSMIAN PAGA IL WARNING SU NEXANS

A Piazza Affari Prysmian (-2%) ha pagato l’allarme utili lanciato dalla concorrente francese Nexans in calo del 18%. Il produttore di cavi italiano ha annunciato una commessa da parte di Van Oord Offshore Wind per la realizzazione di un sistema in cavo sottomarino ‘inter-array’ che collegherà le turbine dei parchi eolici Borssele III e IV nel Mare del Nord.

EFFETTO CEDOLE SU POSTE E SULLE UTILITY

Il pagamento delle cedole di alcuni Big ha condizionato la seduta di Piazza Affari. In particolare Poste Italiane -4,1% figura la peggiore tra le blue chip, nel giorno dello stacco del dividendo da 0,42 euro. Al netto di quest’operazione, il titolo è salito dell’1,61% a 7,33 euro.

Situazione simile per le altre blue chips che hanno staccato la cedola. Giornata di dividendo anche per altre blue chip. Snam 0,1293 euro, a saldo 2017. E’ partito ieri il piano di riacquisto di azioni. Il titolo perde lo 0,3% al netto della cedola (-4,27% al lordo) . Stm -1,33% a 22,16 euro dopo 0,06 dollari di dividendo trimestrale. Telecom Italia risparmio +0,6% cedola pari a 0,0275 euro(-2,84% al lordo). Terna +0,3% (-3,12% al lordo). Dividendo pari a 0,145737 euro, a saldo 2017.

In pagamento anche la cedola di Acea +0.4% (0,63 euro di cedola), Autogrill +1% (0,19 euro), Exor +0,2% (0,35 euro), Hera +0,7% (0,095 euro), Iren +0,5% (0,07 euro).

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I PIR DI MEDIOLANUM SPINGONO ISAGRO

Isagro, +5,1% a 1,65 euro. Il consiglio di amministrazione della società è stato rafforzato con l’ingresso di soci di minoranza che operano per Mediolanum Gestione Fondi (appartenente al Gruppo Bancario Mediolanum.

Enav +0,8%. Barclays ha alzato il giudizio a Overweight, target price a 4,85 euro.

Schizza Reno de Medici (+7,8%), ai nuovi massimi dal 2002 dopo un’acquisizione in Spagna.

Il titolo migliore è stato Mutui Online (+12%).

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