Le Borse cinesi hanno riaperto in rosso stamane dopo cinque giorni di vacanza. A Shanghai (-0,6%) gli interventi della Banca centrale per favorire una ripresa con il segno più si sono infranti contro l’aumento delle tensioni tra Cina e Usa, dopo le accuse ribadite da Donald Trump contro Pechino, responsabile per il presidente dello scoppio dell’epidemia.
Non è il solo motivo di tensione politica che grava sui mercati. Sull’Europa, impegnata nel travagliato varo del Recovery Fund, è caduta la tegola della sentenza della Corte costituzionale tedesca, che, pur ammettendo che i piani d’acquisto di titoli della Bce sono complessivamente legali, ha imposto una verifica sulle dimensioni dell’impegno tedesco, concedendo alla Bundesbank tre mesi di tempo per ottemperare alla sentenza. Immediata la risposta della banca.
“LA GERMANIA SCHERZA CON IL FUOCO”
I vertici della Bce, riunitisi nel pomeriggio, hanno emesso un comunicato in cui si afferma di prendere atto delle obiezioni arrivate da un organismo nazionale e si ricorda che sullo stesso tema si era già espressa, in modo favorevole, la Corte di Giustizia Europea, organo gerarchicamente superiore. “La Germania scherza con il fuoco”, titola minaccioso Les Echos, il principale quotidiano economico francese. Insomma, l’emergenza sanitaria è più viva che mai. L’economia, ammonisce Richard Clarida, il cervello pensante della Federal Reserve, è destinata a peggiorare ancora prima di avviare la ripresa. Ma c’è chi, invece di rafforzare la risposta energica delle autorità monetarie alla crisi, minaccia di mandare in tilt i tentativi di ripresa.
In Asia, dove sono chiusi i mercati del Giappone e della Thailandia, salgono le Borse di Hong Kong e di Seul, mentre scendono quelle di Sidney e di Mumbai.
TORNA A SALIRE LO YEN, AVANZA L’EURO
Torna a salire lo yen, moneta rifugio per eccellenza, ai massimi da tre anni nei confronti dell’euro, a 115,09. La moneta unica perde colpi anche sul dollaro, a 1,10826.
Ieri sera a Wall Street l’indice S&P500 ha chiuso in rialzo dello 0,9%, a 2,870 punti, lontano dai massimi della seduta, per effetto della frenata dell’ultima ora. Dow Jones +0,56%, Nasdaq +1,13%.
La perdita di spinta è stata provocata dalle dichiarazioni del vicepresidente della Federal Reserve, Richard Clarida. Il numero due della Banca centrale ha accennato alla possibilità che per far ripartire l’economia degli Stati Uniti ci sia bisogno di un maggiore supporto da parte dello Stato e del governo. Nel corso della serata, Donald Trump ha parlato dall’Arizona, nel suo primo spostamento dalla Casa Bianca da un mese. Il presidente degli Stati Uniti ha detto che bisogna riaprire tutto, anche se esiste il rischio di ammalarsi e di morire di Covid-19.
TOPOLINO BRUCIA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI
Hanno tenuto banco nel dopo Borsa i conti di Walt Disney, già sotto tiro durante la riunione. Il Covid-19 ha colpito duramente il numero uno del tempo libero, nonostante il boom degli abbonamenti a Disney+, che ha raccolto già 33,5 milioni di sottoscrizioni. Ma sono chiusi i parchi tematici in gito per il mondo, così come i cinema, altro punto di forza. E sono fermi i set di Hollywood. La pandemia è costata, in termini di minori utili operativi, quasi un miliardo e mezzo di dollari. La società ha ritirato le previsioni sul 2020 ed ha congelato il dividendo. L’unica buona notizia è la riapertura del parco divertimenti di Shanghai, prevista per la settimana prossima. Il titolo nel dopo borsa ha perso il 2%.
Il petrolio Brent rallenta a 30,5 dollari il barile, in lieve ribasso, dopo il balzo di ieri (+13%).
I futures segnalano un avvio debole per i listini europei.
ALTOLÀ TEDESCO AGLI ACQUISTI DELLA BCE
Le Borse dell’Eurozona hanno, almeno all’apparenza, sottostimato gli effetti della sentenza della Corte costituzionale tedesca. A prima vista, così come sostiene il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, “non cambia nulla”. In realtà, d’ora in poi gli interventi della Banca Centrale dovranno essere strutturati in modo che non ci sia il rischio di operare senza la legittimazione delle norme vigenti in Germania. Un bel passo indietro per l’integrazione europea.
S’IMPENNA LO SPREAD, BTP A 1,95%
Non a caso i titoli italiani hanno pagato un pesante prezzo alla novità. La Carta italiana ha chiuso in forte flessione sul finale la seduta. Lo spread è arrivato fino a 254 punti base, dopo un minimo a 229.
Il tasso del 10 anni è passato da un minimo di 1,74% a un massimo di 1,95%. In chiusura 1,87%. Particolarmente penalizzata la parte lunga della curva con il 30 anni che in chiusura cede quasi due figure.
Il Bund decennale tratta a -0,55%. Il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ha dichiarato che sosterrà gli sforzi della Banca centrale europea volti a giustificare l’ingente acquisto di titoli di Stato e a ricevere l’approvazione da parte della Corte costituzionale tedesca.
I PETROLIFERI FANNO SCUDO NELLE BORSE. MILANO +2,06%
Impermeabile, almeno all’apparenza, l’andamento dei mercati azionari, sostenuti dal rally del petrolio e dalla buona intonazione di Wall Street.
Avanza Milano: +2,06% a 17.387 punti base. Rimbalza in modo deciso Francoforte (+2,52%) anche grazie alla spinta di alcuni protagonisti inediti: la multinazionale di consegna di kit pasto Hellofresh sale del 7,7% dopo aver rivisto al rialzo le previsioni per il 2020, con i prolungati stop forzati che hanno migliorato le performance del primo trimestre sui mercati internazionali.
Pandora, produttore di gioielli con sede a Copenaghen, balza del 5% dopo l’aumento delle vendite online e la riapertura dei punti vendita in Germania e in altri Paesi.
PARIGI PREMIA ESSILOR/LUXOTTICA
Parigi +2,4%. Total guadagna il 5,9% dopo aver mantenuto il dividendo nonostante il forte calo dell’utile netto adjusted nel primo trimestre a causa del crollo dei prezzi del petrolio.
Dopo i conti, brilla Essilor Luxottica (+3%) anche se il gruppo, vista l’emergenza, non ha fornito una guidance.
Più prudente Madrid (+1,09%). Bene Londra (+1,7%).
CONTI RECORD DI INTESA, LA SORPRESA POSITIVA
Anche a Milano è andato in scena il rally dei petroliferi: Tenaris +4,5%, Eni +4,5%. Saipem +4%. Ma ci sono anche altri titoli in grande evidenza.
Intesa San Paolo +3,5% dopo una trimestrale trionfale. Grazie al balzo dei ricavi da trading, l’utile prima delle tasse sale del 7% anno su anno a 1,92 milioni di euro, molto meglio delle aspettative. Nei primi tre mesi, gli accantonamenti a fronte del rischio di perdite sui crediti sono stati più bassi del previsto a 403 milioni, ma sono molto più alte delle previsioni le risorse messe a riserva, a fronte di rischi generici, 419 milioni di euro. La banca conferma l’obiettivo previsto dal Piano di Impresa di un Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime superiore al 13% nel 2021 e ribadisce, Bce permettendo, la politica dei dividendi indicata nel piano di impresa 2018-2021, con la distribuzione di un ammontare di cedole cash corrispondente a un payout ratio pari al 75% per il 2020 e al 70% per il 2021.
Positiva anche Ubi +2,72% invitata a nozze da Carlo Messina e Banco Bpm + 1,96%. Chiudono in rosso Mediobanca -0,88% ed Unicredit -2,5%.
GENERALI +1,85%, SOLIDITÀ A PROVA COVID-19
Da segnalare Generali: +1,85%. La solidità patrimoniale della compagnia è confermata dalla recente performance finanziaria (utili operativo record di 5.192 milioni, profitti per 2.670 milioni). È quanto fa rilevare una nota del Leone dopo che Fitch, come è prassi dopo l’abbassamento del giudizio sul debito dell’Italia, ha ridotto il rating della compagnia (A-, outlook stabile). Gli stress test eseguiti da Fitch hanno del resto confermato la solidità della compagnia nell’attuale emergenza del Covid-19.
COMMESSA TEDESCA PER PRYSMIAN (+8,3%)
Vola Prysmian (+8,36%), che si è aggiudicato una commessa per la realizzazione del progetto SuedOstLink in Germania, uno dei collegamenti in cavo interrato HVDC (High Voltage Direct Current) più lunghi al mondo, con un valore di 500 milioni di euro assegnato da TenneT TSO, l’operatore di rete tedesco-olandese.
FCA +1,47%, RICAVI SOTTO LE ATTESE MA L’ASSE CON PSA TIENE
Il mercato premia Fiat Chrysler nonostante le perdite per 1,7 miliardi nel trimestre. I ricavi sono stati pari a 20,6 miliardi di euro, circa 500 milioni meno delle aspettative del consensus. Nel Nord America, il suo mercato più importante in termini di contributo alla redditività, il margine operativo rettificato si attesta al 3,8%. La società ha avvertito che le indicazioni sul 2020 non sono più da tenere in considerazione ed ha ribadito che l’aggregazione con Peugeot si farà nei termini e nei tempi stabiliti.
In rosso invece Ferrari (-0,62%), ridimensionata dagli analisti dopo il calo della guidance a fine 2020. Arretrano anche Leonardo (-1,9%) e Buzzi (-1,39%).
Campari +0,5%. La società delle bevande alcoliche chiude il primo trimestre con un lieve ribasso dei ricavi, (-5% anno su anno su base comparabile) ma con un pesante calo della marginalità: l’utile operativo rettificato scende a 42 milioni di euro, -40% anno su anno.
TIM, ULTIMATUM DI ELLIOTT, OGGI I CONTI ENEL
Tim +2%. Il socio Elliott minaccia di uscire dal capitale se non si arriverà velocemente alla riorganizzazione della telefonia italiana con la nascita di una società unica della banda larga.
Enel +1,4% alla vigilia della trimestrale. I risultati della controllata Endesa, la società spagnola che vale circa un quarto dell’Ebitda del gruppo, hanno battuto le attese. L’Ebitda è salito del 59% a 1,48 miliardi di euro.
Da segnalare tra le mid cap Maire Tecnimont (+4,29%), che si è aggiudicata un contratto Epss (Engineering, procurement and site services) del valore complessivo di circa 1,2 miliardi di euro.