Vincendo le elezioni presidenziali, Donald Trump non ha solo riconquistato la Casa Bianca, ma ha anche risolto o almeno rimandato quasi tutti i suoi problemi legali. Riassumendo quello che accadrà nelle prossime settimane, anzi che sta già accadendo: due dei processi penali aperti contro il presidente eletto saranno chiusi, l’altro sarà probabilmente sospeso, così come sarà rinviata o sospesa anche la definizione della pena nell’ambito del processo in cui è già stato condannato, quello relativo al famoso caso Stormy Daniels.
Ci sono poi i processi civili: frode fiscale, diffamazione, abuso sessuale. Tutto rimandato al 2029, quando si concluderà il secondo mandato di Trump da presidente.
In un articolo dal titolo esemplificativo “Dite addio ai casi legali di Trump”, Politico ha scritto: “Donald Trump non ha solo battuto Kamala Harris. Ha battuto il sistema che ha cercato di metterlo in prigione. Era già il primo ex presidente ad essere mai stato accusato e condannato per dei crimini. Ora è diventato il primo criminale condannato a vincere un’elezione presidenziale. E la sua vittoria garantisce virtualmente che non dovrà mai affrontare serie responsabilità legali per una valanga di presunti illeciti”.
Sta già succedendo: la Cnn racconta infatti che, il procuratore speciale Jack Smith, quello che lo ha incriminato per l’assalto a Capitol Hill e per le carte segreta a Mar-a-Lago, starebbe già trattando con il Dipartimento di Giustizia per cercare di capire come porre fine ai procedimenti penali contro Trump. Non solo: Trump gliel’ha già promesso. Quando diventerà presidente licenzierà lui e tutti i procuratori che hanno condotto procedimenti giudiziari contro di lui. Non potrà farlo in prima persona, ma lo farà fare a l’uomo che lui stesso metterà a capo del Dipartimento di Giustizia come procuratore generale.
La pena per il caso Stormy Daniels
Partiamo dal processo in cui è già stato condannato. Lo scorso 30 maggio, il tribunale di New York ha dichiarato Trump colpevole per tutti e 34 i capi d’accusa a suo carico nell’ambito del processo “Stormy Daniels”. Secondo la Giuria, il tycoon ha tentato di coprire la storia nei mesi antecedenti le elezioni presidenziali del 2016, pagando il silenzio dell’attrice sul loro incontro e falsificando la destinazione d’uso del denaro attraverso l’emissione di fatture false. Lo scorso 11 luglio il giudice Juan Merchant avrebbe dovuto definire la sua pena, ma la decisione è stata rimandata due volte. L’ultima data fissata è il 26 novembre, ma già il 12 novembre è attesa la decisione del giudice sul ricorso dei legali di Trump che chiedono di annullare la condanna alla luce della decisione della Corte Suprema che lo scorso luglio ha concesso una parziale immunità all’ex presidente. Anche se il ricorso dovesse essere respinto, il 26 con ogni probabilità si procederà a un nuovo rinvio. E se il giudice definisse la pena? Gli avvocati di Trump ne chiederanno la sospensione. Così si arriverà verosimilmente al 20 gennaio 2025, quando scatterà l’immunità presidenziale, e il processo rimarrà bloccato fino al termine del secondo mandato di Trump.
Assalto al Congresso e i documenti a Mar-a-Lago: processi verso la chiusura
Arriverà una probabile archiviazione per entrambi i processi condotti dal consigliere speciale del dipartimento di Giustizia Jack Smith, entrambi relativi a reati federali. Il primo riguarda l’assalto a Capitol Hill e il tentativo di sovvertire il risultato elettorale del 2020, il secondo riguarda invece i documenti che Trump avrebbe sottratto dalla Casa Bianca, portandoli nella sua villa di Mar-a-Lago, in Florida, la stessa in cui ha atteso i risultati elettorali del 2024.
Il nuovo procuratore generale (una sorta di ministro della Giustizia Usa) che Trump nominerà dopo il suo insediamento, non solo avrà il potere di chiudere entrambi i processi, ma potrà anche licenziare Smith, che è già stato avvertito da alcune persone vicine al presidente eletto: “Farà meglio a trovarsi un nuovo avvocato”.
Interferenza elettorale in Georgia: sospensione o archiviazione
Trump è anche accusato, stavolta a livello statale, di aver tentato di interferire con i risultati elettorali della Georgia, nell’ambito delle elezioni presidenziali del 2020. L’amministrazione federale non avrebbe modo di intervenire sul corso di questo processo (che, come detto, è statale) ma la vittoria elettorale sicuramente metterà a rischio la prosecuzione di questo procedimento. Attualmente il processo è sospeso per un presunto conflitto d’interessi della procuratrice distrettuale Fani Willis, ma se anche dovesse riprendere, andrà incontro all’archiviazione o a una probabile sospensione fino alla fine della seconda presidenza Trump. La Cnn, che cita fonti vicine al dossier, scrive che è molto improbabile che i giudici statali permettano di proseguire con un procedimento contro un presidente in carica.
I processi civili
Trump è imputato in varie cause civili per l’assalto al Congresso. I suoi avvocati si sono appellati all’immunità ma anche qui, dopo il 20 gennaio il dipartimento di Giustizia potrebbe rinviare o bloccare tutto. Potrebbero invece andare avanti i ricorsi in appello presentati da Trump contro varie sentenze che lo hanno condannato a pagare più di 500 milioni di dollari per frodi commerciali e 88 milioni di dollari alla giornalista E. Jean Carroll, che lo ha accusato di abuso sessuali e diffamazione. In entrambi i casi però, la nuova carica di Trump e i suoi poteri potrebbero rallentare o sbilanciare i processi.