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Trump e Fca mandano la Borsa a picco

La bufera sul presidente americano Trump per il Russiagate e la procedura d’infrazione avviata dalla Ue contro l’Italia e Fca per le emissioni di gas riportano l’Orso in Borsa – Piazza Affari perde il 2,31% – In forte ribasso Ubi, Buzzi, Fca, Stm e Unipol – Cade anche Wall Street – Nella tempesta i listini europei.

Trump e Fca mandano la Borsa a picco

Mercoledì nero per i mercati, dopo il rally delle ultime settimane, un tonfo che reca l’impronta di Donald Trump, a rischio impeachment, fra Russiagate e rivelazioni giornalistiche sul licenziamento del direttore dell’Fbi, James Comey. 

Milano è la piazza peggiore in Europa e chiude con una perdita del 2,31%, a 21.283 punti, con il Ftse Mib interamente in rosso; cala a picco Buzzi Unicem (-6,08%). La multinazionale piemontese del cemento paga pegno al rallentamento del mercato edilizio Usa, ma anche al timore che il presidente americano non riesca a realizzare il suo programma economico e infrastrutturale.

Deboli le altre piazze europee: Parigi -1,63%; Madrid -1,79%; Francoforte -1,35%. Più sobria Londra, -0,25%. Wall Street apre negativa e peggiora almeno fino a metà seduta, soprattutto con le banche. Il settore finanziario dell’S&P 500 risulta zavorrato da Bank of America, JPMorgan e Goldman Sachs. Allo stesso tempo l’indice della paura, il Vix, s’impenna del 19% circa. All’origine di questo clima di sfiducia, c’è una rivelazione del New York Times, secondo cui Trump chiese a Comey, di chiudere le indagini su Michael Flynn. Un’interferenza con un’indagine federale che non promette niente di buono e, anche se la Casa Bianca smentisce, il rumor mina la credibilità di un’amministrazione già alle prese con la condivisione di informazioni riservate con la Russia. 

In questo contesto il dollaro lascia sul campo tutti i guadagni realizzati a partire da novembre. La moneta unica si rafforza contro il biglietto verde dello 0,54%, scambiando a 1,14 e tocca il massimo da oltre sei mesi. Gli investitori cercano porti sicuri, come l’oro, tornato oltre i 1250 dollari l’oncia: +1,55, 1256,33 dollari. 

Il petrolio però è positivo e prende quota con il dato sulle scorte settimanali Usa in calo, anche se in misura inferiore alle attese: Brent +1,47%, 52,41 dollari al barile. Resta ben intonato l’obbligazionario italiano, il rendimento del decennale scende al 2,17% e lo spread col Bund a 178.40 punti (-0,61%). 

Intanto, grazie a richieste per 494 milioni nella giornata di oggi, l’ultima riservata agli investitori retail, il Btp Italia chiude con ordini finali dei risparmiatori pari a 3,29 miliardi complessivi. La domanda totale per il comparto retail dell’edizione di ottobre si era fermata a 2,2 miliardi.

Nelle sedute di lunedì 15 e di martedì 16, il titolo aveva registrato richieste per circa 2,7 miliardi di euro, 1,62 miliardi nella prima giornata, 1,08 nella seconda. Domani l’offerta proseguirà con la mattinata dedicata agli istituzionali, dalle 9 alle 11.

In Piazza Affari invece il conto della giornata risulta piuttosto salato. Il titolo peggiore è Buzzi Unicem, ma la pioggia di vendite colpisce anche Fiat, -4,59%, dopo la notizia che Bruxelles ha aperto un procedimento d’infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato adempimento degli obblighi derivanti dalle regole Ue per l’omologazione dei veicoli da parte di Fca. L’andamento del titolo contagia Exor, -3,33%. Tonfo di Leonardo -3,99%. La sorte negativa unisce i finanzari. Le perdite più pesanti sono per Ubi Banca -5,36%; Unicredit -4,27%; Banco Bpm -4,14%; Unipol -3,29%, Finecobank -3,31%. Vendite sui titoli legati al dollaro come Stm -4,68% e Cnh -3,49%. Non si salva neppure la moda, con Moncler che cede il 3,82% e Ferragamo il 3,62%. 

Fuori da paniere principale prosegue la fase positiva di Banca Carige, +1,38%, che svetta in un indice delle banche in calo del 2,91%. Seduta da dimenticare per Mondadori -5,81%.

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