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Trump dà la carica a Wall Street

“Ancora poche settimane e saprete”. Donald Trump ha mandato questo segnale a Wall Street, sempre più impaziente a proposito delle promesse del presidente: riforma fiscale, un piano di investimenti nelle infrastrutture e regole finanziarie più morbide. E la risposta dei mercati è stata una pioggia di nuovi record, a conferma che la fiducia nei confronti del Presidente è davvero granitica. Tanto ottimismo ha contagiato anche i mercati europei: d’improvviso, chissà perché, il timore di un downgrading del rating di Italia e Francia ha lasciato spazio ad un moderato ottimismo.

Merito anche del summit tra Angela Merkel e Mario Draghi. “È sempre interessante parlare con il presidente Draghi”, ha commentato la cancelliera tedesca. “Vorrei però – ha aggiunto – sgombrare il campo su un equivoco sorto sull’Europa a diverse velocità. Non è vero che ho parlato di velocità diverse riguardo all’Eurozona”. L’area euro, insomma, resta unita. Almeno per ora il pressing di Trump non ha prodotto spaccature nell’Unione. Ma l’aumento ai massimi storici del surplus tedesco (oltre i 230 miliardi nel 2016) segnala uno squilibrio che va corretto.

VOLA TOKYO (+2,3%), LA CINA TORNA A CORRERE

L’eccezionale nevicata di New York offre una cornice adeguata ad un’atmosfera altrettanto eccezionale sui listini. Meteo Borsa segnala che il letargo dell’Orso è destinato a proseguire.

Finale di settimana all’insegna del rialzi per le Borse asiatiche, salite ai massimi da 18 mesi. Brilla Tokyo (+2,3%), favorita dal calo dello yen, alla vigilia della visita di Shinzo Abe a Washington. In rialzo anche Sidney e Hong Kong.

Arrivano buone notizie dalla Cina. A gennaio si è registrata una robusta crescita sia dal lato dell’export (+7,9%) che dell’import (+16,7%). Sul fronte politico si allenta la tensione con gli Usa: Donald Trump ha fatto la prima telefonata a Xi Jingping assicurando Pechino che l’amministrazione non intende modificare l’atteggiamento verso Taiwan.

TRIPLETE A WALL STREET, I FINANZIARI FANNO FESTA

Triplete a Wall Street. I tre indici hanno segnato nuovi primati assoluti: Dow Jones +0,67% a 20.188,48 punti, Nasdaq +0,66% a 5.720,03 punti. L’indice S&P 500 (+0,64%) sfonda la barriera tecnica dei 2.300 punti chiudendo a 2.309,39.

Si è arrestata la discesa delle obbligazioni:, il rendimento del decennale degli Stati Uniti, che si muove al contrario del prezzo, si è portato a 2,40% da 2,35% di ieri.  Dal mercato del lavoro Usa sono arrivate nuove indicazioni positive: la settimana scorsa le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono state 234mila, meno di quanto previsto dagli economisti, che in media si aspettavano 249mila richieste.

La prospettiva di un prossimo taglio delle tasse ha messo le ali ai finanziari: +1,3% l’indice di settore dopo tre giorni di ribasso. Goldman Sachs sale dell’1,6% e Morgan Stanley +2.

Le trimestrali Viacom, Kellogg e Prudential hanno spinto al rialzo tlc, alimentari ed assicurativi. In controtendenza Coca Cola (-1,8%) e Intel (-1,2%). Da segnalare il tonfo di Twitter (-12,3%) al termine del trimestre più debole dalla quotazione nel 2013: i tweet di Trump non aiutano il conto economico.

I PETROLIFERI TIRANO LA VOLATA ANCHE IN EUROPA. SAIPEM +3,7%

Ma a trainare al rialzo sia Wall Street che le Borse europee sono stati i titoli dell’energia, che beneficiano del rialzo del greggio in attesa dell’uscita oggi dei dati Iea (Agenzia internazionale dell’energia) sui livelli di domanda e produzione globale. Il Brent sale dello 0,8% a 55,5 dollari al barile. Wti a 52,9 dollari (+1,1%).

Un report di Goldman Sachs afferma che l’aumento della produzione di idrocarburi in Usa non andrà a frenare il riequilibrio del mercato mondiale legato ai tagli alla produzione decisi dall’ Opec e dalla Russia. I prezzi, secondi il broker, sono destinati a stabilizzarsi attorno ai livelli attuali.

A Wall Street il settore energy è salito di un punto percentuale. Exxon +0,44%. Più effervescenti i mercati europei. Eni guadagna l’1,7%, Saipem +3,7%, Tenaris +1,7%. Shell e Total guadagnano entrambe l’1,6%. 

GIÙ LO SPREAD, APERTURA TORO IN VISTA

I futures segnalano una partenza lanciata anche per le Borse europee. Parigi, in particolare, potrebbe segnare in avvio un robusto +1,3%, seguita da Francoforte (+0,9%). Anche ieri Piazza Affari ha accelerato nel finale: l’indice Ftse Mib ha chiuso a 18.947 punti, in rialzo dell’1% in linea con Parigi (+1,3%), Francoforte (+1%), Londra (+0,7%) e Madrid (+1,2%).

Terza chiusura consecutiva in rialzo per i Btp. L’andamento dei prezzi lascia intuire un certo ottimismo sul verdetto di Moody’s di stasera: il mercato non sconta un downgrade del rating sovrano italiano Baa2, su cui l’agenzia ha emesso un outlook negativo dopo le dimissioni di Matteo Renzi.

Il decennale italiano è sceso in area 2,18% da 2,25% del finale della seduta precedente. Ieri. Lo spread nei confronti dell’analoga scadenza del Bund su è ridotto a 188 punti base da 195 punti base della vigilia, allontanandosi da quota 204, massimo da febbraio 2014, segnato mercoledì.

In arrivo oggi anche il giudizio di Moody’s sulla Francia (outlook stabile, rating Aa2). Ieri il tasso del decennale rientrato sotto l’1% per la prima volta dopo due settimane.

AL VIA LE ASTE DI METÀ MESE, LUNEDÌ 8,5 MILIARDI DI BTP

Oggi prende il via il ciclo di aste di metà mese, con l’offerta di Bot 12 mesi per 6,5 miliardi. In chiusura di seduta il Buono febbraio 2018 sconta un rendimento negativo di -0,235%, che se confermato in asta mostrerebbe una risalita dal minimo storico di -0,250% del collocamento di gennaio.

Più impegnativo l’appuntamento con l’asta a medio-lungo termine lunedì, quando il Tesoro offrirà fra 6,25 e 8,5 miliardi di euro di Btp a 3, 7 e 30 anni in corso di emissione e di due titoli off-the-run.

MEDIOBANCA GUIDA LA RIPRESA DELLE BANCHE. MPS PERDE 3,34 MILIARDI

A favorire il rimbalzo della Borsa di Milano è stato il rialzo del comparto bancario: l’indice di settore, dopo una mattinata contrastata, ha guadagnato lo 0,99%.

Unicredit ha chiuso in rialzo dell’1,37%, leggermente meglio del mercato, nel giorno dei conti che hanno confermato la perdita di 13,6 miliardi già annunciata prima dell’avvio dell’aumento. Il presidente della Fondazione Crt, Giovanni Quaglia, ha confermato che lunedì il consiglio darà il via libero alla sottoscrizione dell’aumento per 230 milioni.

Mediobanca ha messo a segno un rialzo dell’1,61%, dopo che questa mattina ha pubblicato i conti e la conference call dei vertici. Il primo semestre dell’esercizio 2016-17, chiuso con un utile netto di 418,2 milioni in crescita del 30,2% rispetto a un anno prima. Il dato è superiore al consensus degli analisti (390 milioni). 

Banco Bpm, in forte ribasso in mattinata, ha ridotto la perdita allo 0,24%. Fra le altre banche, Intesa +0,4%,  Banca. Pop. Emilia +1,5% dopo aver chiuso il 2016 con un utile netto in forte calo a 14,3 milioni rispetto ai 220,7 milioni del 2015. Ubi +3,6%. 

Banca Monte Paschi, ancora sospesa, ha chiuso il 2016 con una perdita di 3,38 miliardi di euro dopo aver svalutato crediti per 2,59 miliardi. La banca ha reso noto di aver avuto nel 2016 una raccolta di 104,6 miliardi in calo di 14,7 miliardi sul 2015. Il deflusso di raccolta, ha detto la banca, si è arrestato in gennaio.

UnipolSai (+0,37%) ha chiuso il 2016 con un risultato netto di 527 milioni di euro, in calo da 710 milioni di euro di un anno prima. Gli analisti si aspettavano una discesa ancora più pesante, in genere stimavano circa 460 milioni di euro. Premi netti a 3,1 miliardi di euro, sopra le stime. I dati di bilancio sono stati pubblicati stamattina.

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RISALE FCA, MARCHIONNE: SULL’AUTO REGOLE FATTE MALE

Continua il recupero di Fiat Chrysler (+2,6%), in ripresa dopo le contestazioni sui motori. “Il mercato unico è stato creato per evitare questo casino, abbiamo avvocati che stanno girando ovunque, e in tutto questo l’Europa si è persa”, ha detto ieri Sergio Marchionne interpellato sulle varie inchieste. “Le regole fatte male, che poi vengono interpretate in modo diverso da ogni paese, sono la soluzione più sbagliata che si poteva inventare”, ha spiegato il manager. In merito alle inchieste in Usa, l’ad dice che il gruppo sta continuando a discutere “per cercare di risolvere la situazione. Ora parliamo dell’omologazione del 2017- ha concluso – poi ci sarà una soluzione anche per gli anni precedenti”.

BENE ENEL, VOLA RECORDATI

Avanza Enel +1,4% dopo i dati preliminari 2016 comunicati nel primo pomeriggio che hanno evidenziato ricavi pe 70,6 miliardi di euro (75,7 miliardi di euro nel 2015, -6,7%), un Ebitda ordinario a 15,2 miliardi di euro (15,0 miliardi di euro nel 2015, +1,3%), in miglioramento rispetto al target di 15,0 miliardi annunciato lo scorso novembre. L’indebitamento finanziario netto ammonta a 37,6 miliardi di euro (37,5 miliardi di euro a fine 2015, +0,3%).
 
Vola Recordati (+4,04%) dopo avere annunciato i risultati del 2016, chiuso con un utile netto di 237,4 milioni, in crescita del 19,4%. Nel lusso bene Tod’s (+1,3%). Yoox +1,9%: Banca Akros ha ribadito il giudizio Buy, limando il prezzo obiettivo a 30,70 euro da 31,30 euro.

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