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Trump condannato per tutti i 34 capi d’imputazione per i pagamenti alla pornostar Stormy ma potrà continuare la corsa alle Presidenziali

Il Tycoon è stato giudicato colpevole nel caso dei pagamenti alla pornostar, “processo farsa, farò ricorso”. Correrà da pregiudicato alle Presidenziali, è la prima volta. “Nessuno è al di sopra della legge, andare alle urne per tenerlo lontano” il commento di Biden

Trump condannato per tutti i 34 capi d’imputazione per i pagamenti alla pornostar Stormy ma potrà continuare la corsa alle Presidenziali

Donald Trump è stato dichiarato colpevole per tutti i 34 capi di imputazione nel caso della pornostar, Stormy Daniels, con un verdetto unanime della giuria dopo due giorni di deliberazione. Trump è rimasto impassibile durante la lettura del verdetto e all’uscita dall’aula ha definito il processo “una farsa” e “una vergogna”, dichiarandosi innocente e promettendo di “continuare a combattere”. “Il vero verdetto sarà il 5 novembre” (giorno delle elezioni) ha ribadito il tycoon.

Primo ex presidente Usa condannato e candidato alla Casa Bianca come pregiudicato

Donald Trump è diventato il primo ex presidente americano condannato in un processo penale e anche il primo candidato presidenziale a correre come pregiudicato. Infatti, nonostante la condanna, il tycoon può ancora essere eletto e servire come presidente poiché la Costituzione Usa non vieta a un condannato, anche se in carcere, di candidarsi per la presidenza. Vi è un precedente: il socialista Eugene Debs, che negli anni Venti fece campagna elettorale dalla prigione, scontando una condanna a dieci anni per sedizione.

L’impatto sulla campagna elettorale sarà da vedere, soprattutto in un duello serrato che potrebbe essere deciso da poche migliaia di voti negli stati in bilico. Secondo i sondaggi, molti elettori moderati e indipendenti non sono disposti a votare per un candidato condannato. Intanto, il social network di Trump, Truth, è crollato in Borsa nelle contrattazioni after hours.

“C’è un solo modo per tenere Donald Trump fuori dallo Studio Ovale: andare alle urne”, ha replicato su X Joe Biden. “Il verdetto di colpevolezza dimostra che nessuno è al di sopra della legge“, gli ha fatto eco la sua campagna.

Condanna Trump: pena ancora da stabilire

La pena sarà determinata in un’udienza fissata per l’11 luglio, proprio alla vigilia della convention repubblicana che lo incoronerà candidato alla Casa Bianca. La condanna potrebbe variare da un massimo di 4 anni di carcere alla messa in prova fino a una multa. La prigione appare improbabile, considerando la sua età, l’assenza di precedenti penali e le complicazioni logistiche legate alla presenza di agenti del Secret Service in prigione.

In ogni caso, Trump farà appello, il che potrebbe prolungare la conclusione della vicenda di mesi, se non anni. Nel frattempo, resterà a piede libero.

Trump ha lanciato una raccolta fondi immediatamente dopo il verdetto, dichiarandosi “prigioniero politico“. Il sito della campagna, ‘Winred’, è andato in tilt a causa del traffico elevato, mentre i sostenitori hanno risposto numerosi alla richiesta di donazioni per “continuare a lottare”. Oggi dovrebbe tenere un discorso dalla Trump Tower alle ore 11 locali (le 17 in Italia).

Intanto i repubblicani si schierano in difesa del loro leader. Lo speaker della Camera, Mike Johnson, ha dichiarato su X che la condanna di Trump è un “giorno vergognoso nella storia americana”, accusando Joe Biden di aver strumentalizzato la giustizia con accuse basate su testimonianze inaffidabili.

La sentenza contro Trump

Il verdetto di colpevolezza per Donald Trump è stato raggiunto dopo due giorni di deliberazioni, durante i quali i giurati hanno richiesto la rilettura di alcune istruzioni e testimonianze, inclusa quella di Michael Cohen. Trump è stato accusato di 34 capi di imputazione per aver falsificato documenti contabili della sua holding per nascondere il pagamento di 130 mila dollari alla pornostar Stormy Daniels, affinché non rivelasse una relazione sessuale avvenuta dieci anni prima durante la campagna elettorale del 2016. I soldi, pagati dall’ex avvocato di Trump, Michael Cohen, e poi rimborsati come spese legali fittizie, hanno violato la legge sui finanziamenti elettorali.

Il pm ha accusato Trump di un complotto per influenzare le elezioni del 2016 e di un insabbiamento per nascondere il complotto falsificando documenti aziendali. La difesa ha sostenuto che i documenti non erano falsi e che Trump non aveva intenzione di truffare, cercando di screditare Cohen e Daniels come bugiardi motivati da denaro e vendetta.

“Siamo arrivati a questo verdetto seguendo i fatti e le leggi, senza paura o trattamenti di favore, anche se in questo caso la persona giudicata non era come tutte le altre” ha detto Alvin Bragg, il procuratore di Manhattan che ha condannato Donald Trump, nella conferenza stampa dopo la sentenza. “Ho fatto il mio lavoro“, ha aggiunto.

Ma Trump, come presidente in carica, potrebbe annullare la decisione? Se fosse rieletto a novembre, avrebbe il potere di perdonare persone condannate per crimini federali, ma non avrebbe autorità sul caso che lo coinvolge direttamente. L’autorità federale della Casa Bianca, infatti, non si estende ai capi di imputazione statali per cui Trump è stato dichiarato colpevole. Solo il governatore dello stato di New York, la democratica Kathy Hochul, potrebbe annullare il verdetto dei 12 giurati di Manhattan, un’eventualità al momento molto improbabile.

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