Donald Trump risolve, almeno con un accordo temporaneo con i democratici, il problema dello shutdown, che rischiava di tenere bloccati servizi pubblici non essenziali e anche gli stipendi dei dipendenti (militari compresi), e vola a Davos. Il World Economic Forum apre ufficialmente oggi in Svizzera, mentre l’intervento del presidente degli Stati Uniti è atteso per venerdì.
Ma intanto l’inquilino della Casa Bianca, che ha da poco festeggiato il suo primo anno da presidente, fa già discutere. Nel contesto di un’economia globale in ripresa, con i mercati in fermento proprio in questi giorni e una tendenza mondiale all’apertura commerciale, Trump insiste con il protezionismo: la nuova frontiera sono lavatrici e pannelli solari, sui quali sono stati imposti dazi al 30%, causando l’inevitabile reazione di Pechino, dei colossi Samsung e Lg e inducendo la Corea del Sud – patria dei più importanti produttori del settore – ad annunciare un ricorso all’Organizzazione Mondiale del Commercio.
“L’azione del presidente chiarisce ancora una volta l’intenzione dell’amministrazione di difendere i lavoratori americani” afferma il Dipartimento del commercio. Ma persino in America c’è chi non è d’accordo: la Solar Energy Industries Association – associazione statunitense dell’industria del solare, che rappresenta un business da 28 miliardi di dollari e che importa dall’estero l’80 per cento dei pannelli installati – ha rilevato che le nuove tariffe “creeranno una crisi in un settore dell’economia che è stato trainante” e ha avvertito che a rischio ci sono 23mila posti di lavoro.
Esattamente agli antipodi la posizione di Enel che invece registra un‘accelerazione degli investimenti in energie rinnovabili negli Stati Uniti anche durante la presidenza di Donald Trump, perché ha visto “un aumento delle opportunità”. E’ quel che ha dichiarato a Reuters Tv l‘amministratore delegato Francesco Starace durante un‘intervista a Davos. “C‘è paradossalmente un accelerazione degli investimenti negli Usa perché abbiamo visto l‘aumento delle opportunità nelle energie rinnovabili nel periodo 2017-2018”, ha detto Starace rispondendo a una domanda sullo stato degli investimenti green sotto Trump, che ha portato gli Usa fuori dagli accordi di Parigi sul cambiamento climatico. “Non abbiamo avuto un impatto negativo della presidenza Trump finora”, ha aggiunto l‘AD.
Ma a Davos non si parlerà soltanto di Trump e di dazi. Altro grande tema, e che riguarda da più vicino l’Italia, è quello della flat tax, dopo che il Fondo Monetario Internazionale, che di recente ha promosso l’Italia, l’ha messa in guardia da una nuova crisi esprimendo più di qualche perplessità sulla formula fiscale proposta dal centrodestra: “La flat tax è stata quasi ovunque adottata da nuovi governi ansiosi di dare un segnale di cambio di regime, con politiche più orientate al mercato. Rimane non chiaro se la flat tax sia sostenibile”.