Ancora una volta, quando la crisi dei mercati sembra precipitare, Donald Trump indossa i panni del pompiere. Ieri notte, al termine di una giornata difficile per i listini, il presidente Usa è sceso in campo sostenendo, in un intervento via tv, che i colloqui con Pechino possono ripartire “nei giusti binari”. Non solo: le trattative possono includere anche Huawei che pur resta un nemico “molto pericoloso”. Gli operatori si stanno abituando alla strategia della Casa Bianca. Dal sondaggio di Bank of America Merrill Lynch è emerso che la maggiore parte dei gestori e degli operatori, non si aspetta una rottura definitiva tra Cina e Stati Uniti, per cui, c’è una tendenza a rientrare sul mercato, comprando, appena si intravede una soluzione in arrivo. Le ultime dichiarazioni di Trump potrebbero così favorire un rimbalzo.
La guerra, peraltro, è destinata ad andare avanti, con effetti dirompenti sul prezzo del petrolio e di altre materie prime, l’altra vittima, assieme alle azioni, del braccio di ferro che spinge i capitali a rifugiarsi nel porto sicuro dei bond. E così Washington ha annunciato altri 16 miliardi di aiuti agli agricoltori, colpiti dal calo degli acquisti di soia. Le parole del presidente hanno comunque avuto l’effetto di fermare le vendite sui listini asiatici, al termine di una settimana in rosso:
RECUPERANO CINA E GIAPPONE, I TREASURY AI MASSIMI
L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen guadagna lo 0,1%, l’Hang Seng di Hong Kong lo 0,1%. A maggio l’indice cinese accusa un ribasso dell’8,3%.
In calo il Nikkei di Tokyo (-0,16%) alla vigilia dell’arrivo di Trump a Tokyo. Le trattative sull’auto secondo le indicazioni in arrivo dal Giappone, si presentano molto difficili. Il Kospi di Seul -1% e Sidney -0,6%. Prosegue il rally della Borsa dell’India.
Lo yuan si è fermato a quota 6,9190 rispetto al dollaro, ad un soffio da “quota 7”, soglia psicologica importante pe ril conflitto scatenato dai dazi.
Wall Street, anche per la pressione di dati economici negativi (gli indici Pmi manifatturieri segnalano un minimo da 116 mesi, quelli sui servizi da 90) ha vissuto un giovedì nero: Dow Jones -1,11%, S&P 500- 1,19% Nasdaq ha chiuso sotto dell’1,58%. Arretrano gli indici tech -1,6%, soffre l’energia -3,1%.
Non stupisce in questo quadro la corsa del Treasury Note a dieci anni, il bond governativo di riferimento per gli Stati Uniti, schizzato all’insù, ed il suo rendimento è andato giù, a 2,30%, livello che non si vedeva da fine 2017.
RIMBLZA L’OIL, MA IERI HA PERSO IL 4,5%
Rimbalza stamane anche il petrolio a 68,5 dollari il barile, +1%. Ma ieri l’oro nero ha subito un tonfo del 4,5%, una delle variazioni giornaliere più ampie degli ultimi mesi. L’accelerazione del ribasso sia con l’aumento delle scorte che con i dissensi tra i produttori, visto che la Russia non intende seguire le scelte dell’Arabia Saudita, pronta ad un taglio della produzione da decidere nel vertice di fine giugno. Ma il calo si spiega soprattutto con la guerra commerciale in atto. La Cina, primo importatore al mondo di greggio e secondo consumatore, sta riducendo gli acquisti.
A Piazza Affari titoli oil in profondo rosso. Saipem -5%. Eni -3%. La Costa d’Avorio le ha assegnato due blocchi offshore. Tenaris -3,5%.
L’EUROPA TENTA UN TIMIDO RIMBALZO, 14 GIORNI DI RIBASSO PER LA STERLINA
Stamane l’euro tratta a 1,118 su dollaro alla vigilia del voto europeo. Si è già votato nel Regno Unito ed in Olanda. Le urne restano sigillate, ma dai sondaggi filtra la notizia di un calo dei sovranisti nel Paesi Bassi. Assai incerto, al solito, il quadro del Regno Unito: tutti dicono che oggi Theresa May si dimetterà, ma da due giorni i suoi portavoce negano, il governo va avanti. Euro/Sterlina. 0,883. Il cross è arrivato a quattordici giorni consecutivi di rialzo.
I dati macro negativi dell’Eurozona hanno affossato ieri i listini del Vecchio Continente. Dopo un avvio in calo, il mercato ha accelerato la corsa al ribasso in seguito alla pubblicazione dei dati Pmi dell’Eurozona e l’indice tedesco Ifo di maggio. I dati macroeconomici diffusi oggi segnalano una chiara perdita di spinta del ciclo economico. L’indice IFO sul clima per gli affari in Germania è sceso sui minimi degli ultimi 4 anni e mezzo. Il quadro, per giunta, è peggiorato nel pomeriggio con l’arrivo dei dati Markit, sulle aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende manifatturiere degli Stati Uniti precipitato sui minimi degli ultimi nove anni.
PIAZZA AFFARI -2,12%, ANCORA MAGLIA NERA
Piazza Affari è stata ancora una volta il vaso di coccio dell’Eurozona: indice Ftse Mib -2,12% a 20.136 punti sui minimi degli ultimi due mesi e mezzo su una soglia grafica di acquisto. A maggio il listino ha perduto più dell’8%. Nei prossimi giorni, in assenza di sorprese dalle elezioni, potrebbe spingersi, come primo obiettivo, a 21.000
In ribasso anche gli altri mercati: Parigi ha chiuso in calo dell’1,81%, Francoforte -1,78%. Madrid arretra dell’1,25%.
Londra l’indice Ftse100 ha archiviato la seduta con una perdita dell’1,41%.
LE MINUTE DELLA BCE AIUTANO I BTP
Una nota di conforto per i mercati obbligazionari arrivata dalle minute della banca centrale europea. Dalla lettura dei verbali della riunione di aprile del direttorio emerge come gli esponenti della Banca centrale europea siano preoccupati che la crescita economica della zona euro si riveli più debole del previsto, diminuendo la fiducia in una ripresa nella seconda metà del 2019. Ma il direttorio ha deciso che occorrono ulteriori approfondimenti per valutare se la rapida perdita di slancio dell’economia sia un fattore duraturo o temporaneo.
La pubblicazione delle minute di Francoforte è stata una boccata d’ossigeno per i Btp che hanno chiuso la seduta recuperando buona parte delle perdite accumulate in mattinata.
Il differenziale di rendimento tra Italia e Germania si è fermato a 277 punti base dai 272 della scorsa chiusura. L’aumento dello spread è da imputare alla corsa della carta tedesca: la frenata dell’Eurozona, combinata con la vigilia elettorale, ha favorito il porto sicuro di Berlino: il rendimento del bund decennale è stato scambiato a -0,12%.
Il tasso del decennale di riferimento ha chiuso a 2,64% (da 2,67%).
IN ARRIVO 3,75 MILIARDI DI CTZ
In occasione dell’asta del 28 maggio prossimo, il Tesoro metterà a disposizione degli investitori fino a 3,75 miliardi di euro in tre titoli: il Ctz giugno 2021 e nei Btpei maggio 2023 e maggio 2028.
Nel dettaglio verranno offerti 2-2,5 miliardi del Ctz e 750 milioni-1,25 miliardi complessivi per i due Btpei.
SOTTO PRESSIONE STM, AUTOMOTIVE E LE BANCHE
Industriali ancora sotto pressione. Stm perde il 5,6%. Prysmian -3,5%. In ribasso anche l’automotive: Pirelli -2%. Fiat Chrysler-2,8%. Banche deboli e penalizzato il risparmio gestito con cali superiori al 2% per Banca Generali e Azimut.
Intesa Sanpaolo -2%. Ieri sera Reuters ha diffuso alcune
indiscrezioni in merito alla trattativa sui crediti problematici in corso in
esclusiva con Prelios: le parti stanno accordandosi su una cessione diretta di
5 miliardi di euro di inadempienze probabili (UTP) a Prelios, altri
cinque miliardi di UTP dovrebbero essere dati in gestione.
Unicredit (-1,4%) avrebbe avviato l’iter per la
cessione di cinque miliardi di euro di crediti in sofferenza, in aggiunta ai
2,4 miliardi di euro di sofferenze già messe sul mercato. A riportarlo
è Bloomberg.
Enel (-1,5%) ha completato il rifinanziamento di
parte del portafoglio di obbligazioni non convertibili subordinate ibride,
tramite un’offerta di scambio volontaria non vincolante per il riacquisto dei
bond ibridi con scadenza 15 gennaio 2075 e 10 gennaio 2074.
Italgas invariata.
JUVENTUS CHIUDE IN PAREGGIO, MEDIASET IN CADUTA LIBERA
Chiude sui livelli della vigilia il titolo Juventus dopo aver segnato un rialzo del 4% dopo la smentita del Manchester City alle indiscrezioni su un arrivo di Pep Guardiola
Nuovo ribasso per Telecom Italia (-2,90%), sulle incertezze per la possibile fusione con Open Fiber.
La maglia nera tocca a Mediaset (-5,97%) in un mercato dove emergono timori sulla fattibilità del polo delle tv paneuropeo annunciato da tempo.
In controtendenza Inwit sale di oltre il 3,5%; gli analisti ritengono che il prezzo di borsa sottostimi l’impatto positivo dell’accordo sulle torri con Vodafone Italia. Citi alza il target price a 9 euro, da 6,4 euro, porta il giudizio a Buy.
Nexi +0,3%. HSBC, Goldman Sachs, Barclays e Mediobanca, avviano da oggi la copertura del titolo con una raccomandazione d’acquisto.
Safilo (-5%) ha proceduto al previsto rimborso del prestito obbligazionario Equity Linked 2014-2019 da 150 milioni.