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Trump allarma anche Wall Street, l’euro vola, corsa ai beni rifugio

Vi è mancata la volatilità? Eccovi accontentati: indice Vix ieri pomeriggio a +28%, a 13,7. L’indice S&P 500 (-1,8%) ha subito il calo più violento degli ultimi otto mesi. Merito, anzi colpa, di Donald Trump, che, titola feroce il Washington Post: “Non è un bambino. Ma molto peggio: un bambino impara”.

“Nella storia nessun presidente è stato trattato peggio di me dai media” ha replicato lui alla vigilia della partenza per la prima, delicata missione internazionale in Arabia Saudita ed Israele prima di approdare al G7 di Taormina e a Bruxelles.

L’ultimo colpo di scena riguarda la nomina dell’ex direttore dell’Fbi Robert Mueller a capo della commissione d’inchiesta sul Russiagate ed il licenziamento in tronco di William Comey dall’agenzia. Sarà Mueller, circondato dalla stima generale, a indagare sulle accuse che potrebbero portare, in caso estremo, all’impeachment del presidente. I democratici hanno così ottenuto quello che volevano: la nomina di un procuratore speciale incaricato di indagare sulle presunte interferenze della Russia sulle elezioni presidenziali. La decisione è stata annunciata dal vice segretario alla Giustizia Rod Rosenstein: il ministro della Giustizia, Session, si è dovuto astenere in quanto anche lui è potenzialmente coinvolto nella vicenda. Mueller avrà poteri assoluti e non potrà essere rimosso dall’incarico. Al termine della sua indagine riferirà al Congresso, il quale deciderà se ci sono gli estremi per mettere in stato di accusa il presidente. 

Ma nel frattempo i mercati hanno preso atto che l’effetto Trump, da volano del rialzo, minaccia di trasformarsi in un pesante handicap. Le prime vittime di un possibile impeachment (scenario per ora assai improbabile) sono le riforme (fisco, regole della finanza, commerci) promesse dalla Casa Bianca. La congiuntura economica resta solida, ma è venuto meno il terreno della politica. A farne le spese sono stati il dollaro, i mercati monetari (rischia di saltare il prossimo aumento dei tassi programmato dalla Fed) e tutte le Borse. La tempesta non ha risparmiato, infatti, alcuna piazza finanziaria, facendo passare in secondo piano qualsiasi notizia positiva.

ASIA IN CALO, BRASILE NELLA BUFERA

La conferma è arrivata stamane dai listini asiatici. Tokyo perde l’1,6% nel giorno in cui la politica monetaria di Shinzo Abe registra i suoi successi più significativi: il Pil giapponese ha registrato una crescita del 2,2% nel primo trimestre, mezzo punto oltre le stime, grazie al volano dell’export. Gli indici economici sono in salita da 11 trimestri. Ma la congiuntura positiva non ha impedito al comparto finanziario di perdere il 2,9%, seguito da tlc ed energia (-2,4%). Pesanti anche le borse australiane (-1,2%), la Corea e Hong Kong. Torna intanto l’emergenza in Brasile: due imprenditori hanno consegnato alla giustizia delle registrazioni secondo le quali lo scorso marzo il presidente Michel Temer autorizzò il pagamento di mazzette all’ex presidente dei deputati, Eduardo Cunha. A Tokyo gli Etf sul mercato carioca perdono l’8%.

GIORNATA NERA PER WALL STREET. BANCHE E TECH IN GINOCCHIO

Giornata nera per Wall Street: il Dow Jones (-1,78%) e l’S%P 500 (-1,82%) hanno vissuto la giornata più negativa dal 9 settembre scorso. Ha fatto ancora peggio il Nasdaq: -2,57%, il maggior ribasso dal 24 giugno 2016, giorno successivo alla Brexit. A guidare la frana sono stati i titoli leader. Apple ha lasciato sul terreno il 3,3%. Il settore finanziari è arretrato del 4%, al seguito di Bank of America (-5,9%), JP Morgan (-3,8%) e Goldman Sachs (-5,3%).

Oro in rialzo del 2%, a 1.261 dollari. Rendimento del Treasury Bill a 2,24%. Il petrolio Brent è in ribasso dello 0,4%, a 52 dollari il barile, dopo aver guadagnato ieri l’1%. A Piazza Affari Eni ha perduto l’1,5%. Saipem -0,8%.

VOLA L’EURO, BORSE EUROPEE IN AFFANNO

Nessun mercato europeo è stato risparmiato dalla tempesta Trump, soprattutto dopo che nelle cronache da Washington ha fatto capolino la parola “impeachment”. I future sulle borse europee anticipano un avvio in ribasso dello 0,3%.

Le vendite si sono abbattute su Piazza Affari, il mercato peggiore con un ribasso del 2,3%. La Borsa di Parigi è scesa dell’1,6%, Francoforte -1,3%. Madrid -1,7%. In Europa i ribassi più forti sono stati quelli di banche (Stoxx del settore -2%) e assicurazioni (-1,5%). Limita i danni solo Londra -0,25%. Ma a spingere i prezzi è stato il deprezzamento della sterlina sulla moneta unica (+0,38% a 0,860535).

La crisi del dollaro, combinata con le migliori prospettive dell’Eurozona, ha dato una nuova spinta per l’euro: la moneta comune tratta a 1,11544 sulla valuta Usa. Trova conferma la ripresa dell’inflazione. L’indice dei prezzi al consumo dell’eurozona è salito ad aprile dell’1,9% (un anno fa era a -0,2%).

BTP ITALIA CHIUDE A 3,39 MILIARDI. OGGI GLI ISTITUZIONALI

Con richieste per 494 milioni nella giornata di ieri, l’ultima riservata agli investitori retail, il Btp Italia chiude con ordini finali dei risparmiatori pari a 3,29 miliardi complessivi. La domanda totale del comparto nell’edizione di ottobre si era fermata a 2,2 miliardi. Nelle sedute di lunedì 15 e di martedì 16, il titolo aveva registrato richieste per circa 2,7 miliardi di euro, 1,62 miliardi nella prima giornata, 1,08 nella seconda. Oggi l’offerta proseguirà con la mattinata dedicata agli istituzionali, dalle 9 alle 11.

CORSA AI TITOLI RIFUGIO: LO SPREAD SCENDE A 176

L’avversione al rischio ha favorito la corsa del mercato del debito. I capitali tornano a rifugiarsi nei bond: il rendimento del Bund decennale è sceso allo 0,37%, dallo 0,43% di martedì. Il Btp ha rotto al ribasso la soglia di 2,25% di rendimento. Lo spread è tornato a 176, al di sotto dei 180 punti base.

Il benchmark a 10 anni giugno 2027 ha toccato in seduta il minimo di rendimento a 2,157%, livello che non vedeva dallo scorso 2 maggio. In attesa della riunione del direttorio della Bce dedicato ai tassi, prevista per l’8 giugno, s’intensifica il calendario delle emissioni dell’Eurozona. Sul fronte primario a livello europeo, dopo il nuovo Oat 30 anni da 7 miliardi lanciato martedì dalla Francia, ieri si è attivata sul comparto lunghissimo anche la Germania, con 812 milioni di euro del Bund trentennale collocato con un tasso medio in rialzo a 1,24% da 0,87%.

Madrid ha annunciato che oggi metterà in asta fra 4 e 5 miliardi di euro in quattro titoli di Stato a medio-lungo termine.

UE CONTRO ITALIA SULLE EMISSIONI DI FCA -4,5%

La tempesta annunciata c’è stata: come anticipato dal tedesco Handelsblatt la Commissione Ue ha avviato una procedura d’infrazione legale contro l’Italia per avere ignorato le accuse di frodi nei test sulle emissioni da parte del gruppo Fiat Chrysler. Roma ora ha due mesi di tempo per rispondere. La Commissione, se non soddisfatta della risposta, potrà decidere di portare l’Italia davanti a un tribunale.

Il governo italiano è deluso dall’avvio di una procedura di infrazione europea a carico dell’Italia per aver ignorato la presenza di dispositivi illegali sulle emissioni nelle auto diesel di Fiat Chrysler, e ribadisce che dalle verifiche effettuate non risulta alcuna manipolazione. Lo ha scritto il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, in una lettera alla Commissaria Ue al mercato interno, Elzbieta Bienkowska. 

A Piazza Affari, Fiat Chrysler ha chiuso con una perdita del 4,5%. Sotto pressione giudiziaria anche Volkswagen (-1,8%). Gli inquirenti tedeschi hanno confermato le indagini sul ceo Matthias Mueller, indiziato tra i responsabili dello scandalo Dieselgate. Il settore automotive europeo è arretrato dell’1,2%.

PIOGGIA DI SOSPENSIONI SULLE BANCHE. SI SALVA CARIGE

Sotto tiro i titoli bancari, che hanno subito una raffica di sospensioni per eccesso di ribasso. Intesa ha chiuso a 2,8 euro, a -1,4%, Unicredit è crollata a 16,36 euro (-4,3%). Debole Bpm, con una discesa del 4%. Peggio di tutti è andata Ubi Banca, che ha ceduto il 5,2%, a 3,61 euro.

Giù anche Banca Mediolanum (-2,5%, a 7,255 euro) nonostante le buone notizie sui Pir. Equita Sim ha infatti alzato di sei volte, da 1,6 miliardi a 10 miliardi di euro, la propria stima dei flussi 2017 dell’intero mercato dei Piani individuali di risparmio. “Banca Mediolanum – ha affermato Equita – si sta dimostrando il leader incontrastato nei Pir, cosa che non ci sorprende considerato il Dna dell’azienda e della sua rete di promotori”.

Unico titolo positivo Banca Carige (+1,8%), in attesa del Cda che dovrà varare un aumento di capitale da 450 milioni. Il ribasso ha investito tutti i settori. Battuta d’arresto per Atlantia (-1,6%), che nelle ultime due sedute aveva guadagnato più del 3,3%, dopo avere annunciato l’Opa da 16,3 miliardi sulla spagnola Abertis. 

Enel -1,1%, scendono Snam (-1,7%) e Terna (-1,4%). Settore industriale in calo: Leonardo -4 %, Stm -4,6% e Prysmian -1,6%. Pesante Buzzi (-6%): l’azienda cementiera, ben presente in America, soffre dopo i dati di ieri che mostrano un rallentamento nell’attività edilizia in Usa.

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