Contraffazione, vendite parallele, commercio sui social media, evasione di Iva, tasse e altri oneri, truffe ai consumatori, merce finta, nessun ritiro dell’usato, pubblicità ingannevoli, prezzi civetta, sistemi piramidali, prodotti marci e senza garanzie. Un bell’elenco di illeciti compiuti da organizzazioni criminali nel più promettente dei mercati, quello dell’online, e in particolare dei prodotti hi tech. Con cifre da brivido: nel mondo 148 milioni di questi devices hi tech sono risultati contraffatti (quelli scoperti) e solo in Europa il valore di questi traffici raggiunge i 170 miliardi di dollari. Nel mondo il 2018 questa tendenza ha registrato un’autentica esplosione, raggiungendo i 460 miliardi di dollari perché le vendite mondiali online di prodotti hi tech, che valgono poco meno di 3mila miliardi di dollari, sono in nettissima crescita. Tra Gartner, Twice, Statista e Gfk, tra le associazioni dei produttori e dei distributori dell’hitech è allarme perché gli operatori corretti e i consumatori subiscono danni enormi. “Nessuno vuole demonizzare le vendite online – ha dichiarato Andrea Scozzoli, presidente di Aires, Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati – poichè sono ormai una tendenza affermata in tutto il mondo e tutti gli associati Aires sono impegnati in questo canale”. Ma a parte le denunce – rare – delle operazioni di malavita online, le iniziative efficaci sono pochissime.
OPTIME, IL PRIMO OSSERVATORIO SUGLI ILLECITI ONLINE
Con un’eccezione, questa volta italiana perché, a dichiarare guerra all’e-commerce delle truffe e della contraffazione è stata, prima in Europa, Optime, l’Osservatorio Permanente per la Tutela in Italia del Mercato dell’Elettronica, lanciato un anno fa dai Aires, e fortemente voluto dal suo direttore generale, Davide Rossi. Una guerra che ha rivelato, in occasione della recente presentazione del primo Rapporto sugli illeciti online, un panorama sconfortante per le dimensioni e impressionante per i gravissimi danni che truffe, contraffazioni, evasioni, elusioni e raggiri hanno causato e sempre di più causeranno agli operatori corretti del settore e ai consumatori, oltre che alle mancate entrate fiscali per il nostro Paese.
Il Rapporto, presentato da Davide Rossi, presidente di Optime, presso la sede della Camera di Commercio di Roma, ha affondato per così dire il coltello nelle tante piaghe di un mondo che cresce ovunque a due cifre. Per la prima volta infatti sono state individuate e analizzate le diverse tipologie degli illeciti, una serie cioè di dati che servono a perseguire e colpire con efficacia le organizzazioni criminali.
Ecco alcuni esempi clamorosi: Canon Europa ha scoperto numerosi siti che vendono suoi prodotti con il 90 per cento di sconto. La Guardia di Finanza ha chiuso, tra le tante operazioni, 49 siti “apri e chiudi” di un unico gruppo di delinquenti che spesso vendevano online ciò che rubavano ai negozi. E che lavorano in combutta con professionisti molto esperti. E ancora, per ogni copia privata di opere riprodotte sui device la legge stabilisce un versamento di 5,60 euro che i criminali online non versano. E che i commercianti invece versano.
CRESCITA ESPONENZIALE DEL MANCATO PAGAMENTO IVA
“Criticità e distorsioni colpiscono duramente un mercato – ha sottolineato Rossi – che con i suoi 17,1 miliardi di euro di valore, in crescita del 1,2 per cento nel 2018, rappresenta un punto di Pil. E’ vero che l’e-commerce rappresenta solo il 13,6 per cento di questo comparto e che siamo gli ultimi in Europa in questo settore, ma il mercato dell’elettronica italiano si distingue per i tanti e diversi fenomeni di illegalità che sottraggono risorse e creano un diffuso clima di sfiducia”.
Il problema più grave riguarda l’evasione dell’Iva in crescita esponenziale: in un settore che soffre di basse marginalità spesso inferiori al 10 per cento, l’evasione del 22 per cento assegna un vantaggio inestimabile agli operatori disonesti e compromette da tempo la stessa sopravvivenza di molti negozi. Il problema all’origine deriva dal diabolico meccanismo che traina in una centrifuga ribassista l’intero comparto poiché è il prezzo dell’online che fa da parametro. Ma è anche grave che a creare confusione e un ottimismo fuori dalla realtà siano ricerche sui presunti grandiosi vantaggi dell’e-commerce condotte da multinazionali.
L’e-commerce è in gran parte gestita o da multinazionali ribassiste per definizione e mission o da migliaia e migliaia di micro gruppi di dubbia trasparenza perché strutturati in reti criminali internazionali dove i paesi di Visegrad agiscono spesso protetti dai loro governi. Una recente maxi frode scoperta dalla Guardia di Finanza di Napoli e coordinata a livello europeo ha portato alla scoperta di un giro di fatture false del valore di 500 milioni gestite da una struttura criminale di società fittizie maltesi, rumene, slovene, croate e estoni.
COME DIFENDERSI? ECCO IL DECALOGO ONLINE DI OPTIME
L’elenco di attività criminali è drammatico ma al tempo stesso estremamente utile poiché consente – grazie all’operazione di trasparenza di Optime – di inquadrare con precisione la trama, i percorsi, le modalità di azione di queste organizzazioni che, tra l’altro, operano spesso con criptovalute oltre che con rubli, nella pece bollente e incontrollabile dell’architettura parallela di Internet, il Dark Net. E dove, secondo una definizione azzeccatissima, nel Rapporto Optime, viene citata questa attività come una sorta di “capolarato” digitale massiccio, con migliaia di prestanome. Le tante truffe on line colpiscono ovviamente anche i consumatori per i quali Optime ha stilato un sintetico vademecum di prevenzione. Sono 10 punti fondamentali che partono dalla necessità di verificare i dati della società, di non fare bonifici, di non acquistare stupidamente prodotti con sconti esagerati, di non credere mai alle recensioni positive tutte, ma proprio tutte false. Attenzione alle classifiche – pagate, bugiarde- tipo “i migliori tv del 2018”, “le migliori lavatrici dell’anno”….
Attenzione a chi dà consigli non disinsteressati. Attenzione alle modalità di recesso e verificate che sia previsto con precisione il diritto al ritiro del vecchio apparecchio. E fondamentali le informazioni sulla reale presenza di etichette e marchi ufficiali.