Truffe in rete e al telefono, e privacy sempre più a rischio. I consumatori sono sotto assedio. Ogni nostro click online lascia un’impronta sui nostri gusti e i nostri consumi, e a volte rischia di dare vita ad una pioggia di mail, spam e telefonate che cercano di vendere qualcosa e che, sempre più spesso, si rivelano essere delle proprie truffe.
Dal classico phishing (le mail da parte di finte banche o di finte Poste, che chiedono i dati del conto corrente o della carta di credito) in giù, sarebbero state 315 milioni, nel solo 2015, le vittime del Cybercrime, secondo le stime riportate da Enrico Orlandi, Ceo di Hwg, una società specializzata nella consulenza e nella fornitura di servizi per la sicurezza informatica.
I mezzi per difendersi, però, sia on-line che al telefono, esistono. Dalle accortezze basilari, come l’estrema diffidenza verso le mail da mittenti sconosciuti, e la renitenza al diffondere a chicchessia i propri dati bancari, con gli Adblocker si possono bloccare gli Ads (le inserzioni pubblicitarie) e i Cookie. Quanto al telemarketing selvaggio, possiamo difenderci iscrivendoci nel registro delle opposizioni, ovvero il registro per non essere disturbati dai call center per le chiamate promozionali.
Purtroppo, però, una delle vittime della vittoria del No al referendum Costituzionale, e delle conseguenti dimissioni del premier Matteo Renzi, potrebbe essere il Ddl Concorrenza, varato due anni fa dall’ex ministro Federica Guidi e ancora fermo in Senato, dove rischia di giacere in eterno. Il ddl, infatti, conteneva diverse norme per contrastare il telemarketing selvaggio.
Tra le proposte principali quella di allargare il registro delle opposizioni (ovvero il registro a cui ci si può iscrivere per non essere disturbati dalle chiamate promozionali) ,anche alle numerazioni non presenti nell’elenco telefonico e dunque anche ai telefoni mobili, sempre più vittima delle telefonate moleste del telemarketing selvaggio.
Sempre rimanendo sulla telefonia mobile, il Ddl Concorrenza puntava anche all’azzeramento dei consensi concessi per l’uso dello smartphone, azzeramenti troppe volte concessi con leggerezza, e con modalità non sempre chiarissime, dai consumatori, come suggerito dal Garante della Privacy.
Per fortuna, il Ddl Concorrenza, che appare sempre più a rischio, non è l’unica proposta per contrastare le campagne telefoniche commerciali troppo aggressive. Altre proposte scorporate per porre un freno alle chiamate moleste sono state dalla senatrice Bonfrisco (Conservatori e Riformisti), dalla senatrice Pezzopane (Pd) e dal deputato Stefano Quaranta (Si-Sel).
Il ddl varato dall’ex ministro Guidi, però, sembrava la via più sicura per mettere fine ad una pratica così poco apprezzata e difendere cittadini e consumatori. Il rischio che cada nel dimenticatoio è forte. In questo caso, difendersi dal telemarketing selvaggio rimarrà difficilissimo.