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Truffe fintech in aumento: Revolut tra le più colpite, ma i rimborsi restano difficili

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Le truffe nel settore fintech stanno aumentando rapidamente, soprattutto nel Regno Unito, dove, secondo Bloomberg, Revolut, la piattaforma bancaria basata su app, è tra le più colpite. Le frodi più comuni riguardano i pagamenti push autorizzati (APP), in cui i truffatori inducono le vittime a trasferire denaro su conti da loro controllati. Nel solo 2023, le perdite causate da queste truffe hanno raggiunto i 460 milioni di sterline, mentre le vittime hanno incontrato notevoli difficoltà a ottenere rimborsi. Revolut, per esempio, ha respinto migliaia di richieste di risarcimento, generando una forte ondata di reclami.

Quali sono le truffe fintech

Le frodi nel settore fintech si presentano in molte forme, creando problemi sia per i consumatori che per gli istituti finanziari. Una delle più comuni è il furto di identità, dove i criminali rubano dati personali per accedere a conti o aprirne di nuovi, effettuando transazioni non autorizzate. Molto diffuse sono anche le frodi nei pagamenti, che sfruttano carte di credito rubate o conti compromessi per completare acquisti online.

Un altro schema frequente è il furto dell’account, spesso realizzato tramite phishing o attacchi di ingegneria sociale, che permette ai truffatori di prendere il controllo dei conti finanziari delle vittime. Sul fronte dei crediti, ci sono le frodi su prestiti, dove i criminali usano informazioni falsificate per ottenere prestiti che poi non vengono mai rimborsati, danneggiando sia gli istituti finanziari che le vittime del furto d’identità.

Il riciclaggio di denaro è un altro problema, con truffatori che trasferiscono fondi illeciti attraverso vari conti per nascondere l’origine del denaro e integrarlo nel sistema finanziario legittimo. Le truffe di phishing, che ingannano gli utenti con email o messaggi apparentemente legittimi, sono molto diffuse e mirano a sottrarre informazioni sensibili come password o numeri di conto.

Le truffe sugli investimenti rappresentano un’altra forma sofisticata di frode, in cui i criminali promettono rendimenti elevati su investimenti, spesso legati a criptovalute o nuove tecnologie finanziarie, che risultano ingannevoli. Anche le frodi interne possono essere un rischio: dipendenti di aziende fintech sfruttano il proprio accesso privilegiato ai sistemi per commettere frodi contro l’azienda o i suoi clienti.

Infine, una tecnica in crescita è la frode con scambio di SIM, dove i truffatori prendono il controllo del numero di cellulare di una vittima per intercettare messaggi di recupero password o codici di autenticazione, facilitando l’accesso ai conti bancari.

I danni che causano le truffe fintech

Le frodi fintech possono avere effetti profondi sulle attività economiche, influenzando negativamente in vari modi. Da un lato, le aziende affrontano perdite finanziarie dirette a causa di transazioni fraudolente e prelievi non autorizzati. Dall’altro lato, devono sostenere costi aggiuntivi per migliorare i sistemi di sicurezza e formare il personale, il che incrementa i costi operativi complessivi.

Le frodi portano anche a problemi di conformità normativa, con le aziende che devono gestire controlli e sanzioni, aumentando ulteriormente le spese. Inoltre, le aziende possono subire danni alla reputazione, che compromettono la fiducia dei clienti e richiedono ingenti sforzi per ripristinare l’immagine dell’azienda.

Per mitigare questi impatti, è essenziale adottare strategie efficaci. La prevenzione richiede l’implementazione di sistemi avanzati di rilevamento delle frodi e una formazione adeguata del personale. La rilevazione si basa sull’analisi dei modelli di comportamento sospetti e sulla verifica delle transazioni. Rispondere alle frodi implica misure rapide di ripristino e una comunicazione chiara con i clienti per ridurre i danni e ripristinare la fiducia.

Truffe fintech: il caso di George Workman

Un esempio emblematico di queste truffe è quello di George Workman, imprenditore londinese e fondatore di Liberation Cocktails, che ha subito la perdita di 10.800 sterline. I truffatori, fingendosi agenti antifrode di Revolut, lo hanno convinto a seguire un link che avrebbe dovuto metterlo in contatto con il supporto dell’azienda. In realtà, questo ha permesso ai criminali di accedere ai suoi fondi, sottraendoli dal conto bancario principale tramite Revolut in pochi minuti. Nonostante i numerosi tentativi di recupero, il denaro è sparito senza lasciare traccia.

La posizione Revolut e l’accusa ai Social Media

Revolut, la fintech leader in Europa, abbiamo detto prima, è particolarmente colpita dall’aumento delle truffe, soprattutto dai pagamenti push autorizzati (APP) nel Regno Unito. Recentemente, l’azienda ha ottenuto una licenza bancaria nel Regno Unito e si sta preparando per un’espansione internazionale. Ma queste truffe e l’aumento dei reclami stanno minacciando i suoi ambiziosi piani di crescita. Con oltre 45 milioni di clienti in 38 paesi, l’azienda sta affrontando una crisi di immagine, complicata da una recente valutazione di 45 miliardi di dollari a seguito di una vendita secondaria di azioni. Le sfide legate alle frodi potrebbero influenzare negativamente sia la reputazione che la situazione finanziaria di Revolut, che ha recentemente iniziato a generare profitti annuali dopo anni di crescita esplosiva.

Negli ultimi mesi, Revolut ha adottato una posizione più rigida sulle richieste di rimborso, il che ha portato a un aumento delle lamentele. Le frodi APP sono difficili da tracciare, poiché spesso coinvolgono più istituti bancari. Per affrontare il problema, Revolut ha dichiarato di considerare la lotta contro le frodi come una priorità, implementando misure di sicurezza avanzate come l’autenticazione biometrica e avvisi automatici per transazioni sospette. La società ha dichiarato di aver ridotto le transazioni fraudolente nel Regno Unito di oltre il 20% nel 2023. Tuttavia, come dimostra il caso di Workman, le misure adottate, come l’autenticazione biometrica e le verifiche automatizzate, non sono sempre sufficienti, e molte persone continuano a essere vittime di frodi.

In risposta a queste problematiche, Revolut ha, poi, accusato i social media, in particolare Meta Platforms Inc., di non fare abbastanza per combattere le truffe finanziarie. Le frodi originate sui social network rappresentano una parte considerevole del problema, con il 77% delle truffe online che avvengono tramite piattaforme come Facebook e Instagram. Questo ha spinto Revolut a sollecitare l’intervento delle autorità europee per affrontare la questione.

Woody Malouf, responsabile globale di Revolut per i crimini finanziari, ha spiegato che, nonostante il monitoraggio di circa mezzo miliardo di transazioni al mese e l’uso di intelligenza artificiale per rilevare attività sospette, i truffatori continuano ad adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie. Circa il 60% delle truffe denunciate a Revolut proviene da piattaforme come Facebook e WhatsApp, evidenziando la necessità di una collaborazione più stretta tra fintech e grandi aziende tecnologiche per affrontare il fenomeno.

Revolut non è l’unica: altre fintech e banche digitali, come il TSB Bank, stanno affrontando sfide simili, con tassi di frode per cliente anche più elevati.

La “grave negligenza” e i rimborsi negati

La situazione è complicata dalla definizione ambigua di “grave negligenza” da parte dei consumatori, spesso utilizzata per respingere le richieste di rimborso. Il caso di George Workman illustra le difficoltà nel recuperare fondi dopo una truffa. Dopo aver tentato senza successo di risolvere il problema con il servizio clienti di Revolut, Workman ha presentato un reclamo al Financial Ombudsman Service (FOS), ma è ancora in attesa di una decisione. I dati del FOS indicano che Revolut ha respinto quasi tutte le richieste di rimborso, citando spesso la negligenza del cliente come motivo.

Nuova normativa nel Regno Unito: da ottobre rimborsi più rapidi

La situazione ha spinto il Regno Unito a introdurre una nuova normativa, in vigore da ottobre 2024, che obbligherà tutte le banche e fintech a rimborsare le vittime di frodi entro cinque giorni. Questa riforma suddivide la responsabilità dei rimborsi tra le istituzioni coinvolte nelle transazioni fraudolente e impone a Revolut di coprire il 50% dei rimborsi.

Il cambiamento rappresenta una sfida importante per Revolut, che deve affrontare un aumento delle frodi mantenendo al contempo la sua crescita e reputazione. Sebbene la nuova normativa sia un passo importante per una maggiore protezione dei consumatori, il processo per ottenere i rimborsi rimane complicato.

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