Per il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano è legittimo non andare a votare al referendum sulle trivelle del 17 aprile: “Se la Costituzione prevede che la non partecipazione della maggioranza degli aventi diritto è causa di nullità – ha detto l’ex capo dello Stato in una intervista a La Repubblica – non andare a votare è un modo di esprimersi sull’inconsistenza dell’iniziativa referendaria”.
Quella di napolitano è una replica indiretta ma molto significativa al presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi che nei giorni scorsi aveva sostenuto che “votare è un dovere”.
Napolitano, che non sa se domenica andrà a votare perchè impegnato in una trasferta a Londra, aggiunge: “Trovo persuasivi gli argomenti sull’inconsistenza e pretestuosità di questa iniziativa referendaria. Non si possono dare significati simbolici a un referendum. Ci si pronuncia su quesiti specifici che dovrebbero essere ben fondati. Non è questo il caso”.
A proposito dei rapporti tra politica e giustizia dopo l’inchiesta di Potenza, Napolitano afferma: “Vedo qualcosa di molto confuso nei rapporti tra politica e giustizia. Ed è un discorso che non può impantanarsi intorno alle conversazioni intercettate o ai memoriali anonimi. I procedimenti di qualsiasi procura debbono andare avanti nel rigoroso accertamento delle responsabilità penali, dove ci sono, e nell’assoluta distinzione dalle responsabilità proprie del potere esecutivo e legislativo”.