Accerchiata dalle agenzie di rating e meno spavalda sul fronte dello spread, la Francia passa al contrattacco: il ministro delle Finanze Francois Baroin ha chiesto sanzioni contro l’agenzia di rating S&P che ha annunciato per sbaglio un downgrade del Paese.
“Non si possono avere responsabilità importanti nel campo dell’economia senza essere sottoposti, in caso di errore, a sanzioni, commisurate al suo impatto”, ha detto Baroin, durante una conferenza. L’episodo in questione, su cui l’Unione europea ha aperto un’indagine, risale allo scorso 10 novembre quando il colosso americano del rating, a causa di un errore tecnico, ha diffuso un messaggio che suggeriva la possibilità di un cambiamento di rating dell’Eliseo.
Uno sbaglio definito da Baroin “scioccante”. Ma che nella sostanza potrebbe però rivelarsi più una premonizione che un errore. Ieri anche Fitch ha avvertito che con gli spread a livelli così alti la tripla A è a rischio. I cinesi della Dagong, controversa e più che mai attiva agenzia di rating di Pechino, hanno già da tempo tagliato la tripla A della Francia, così come di altre importanti economie occidentali. D’altra parte, S&P era già finita nell’occhio del ciclone quando ha tagliato il rating tripla A agli Usa la scorsa estate: ai tempi il Tesoro americano l’aveva accusata di aver commesso nell’analisi un errore di calcolo da 2mila miliardi di dollari. Ma, si sa, quando i giudizi colpiscono la grandeur francese allora la musica cambia.