Un’estate come quella del 2021 passerà alla storia e ce la ricorderemo a lungo. Dallo sport all’economia e al piano di vaccinazioni per l’Italia è una stagione da incorniciare.
Chi avrebbe mai immaginato che nel tempio di Wembley la Nazionale di Roberto Mancini battesse i padroni di casa dell’Inghilterra vincendo gli Europei di calcio, come non succedeva dal 1968? E chi avrebbe poi pensato che, dopo solo poche settimane, alle Olimpiadi di Tokyo avremmo fatto il record di medaglie: 40 in tutto di cui 10 d’oro? Le medaglie non sono come le azioni di Borsa: non si contano soltanto ma si pesano, come diceva una volta il mitico Enrico Cuccia. Perché una medaglia d’oro nella finale di atletica dei 100 metri non vale uno ma vale 10.
Insomma per l’Italia dello sport un’estate davvero trionfale, a cui non eravamo più abituati e che non ci aspettavamo. Ma non è solo questione di sport e forse non ha tutti i torti chi sostiene che lo sport è molto di più di quello che sembra ed è una metafora della vita. Proprio così. I successi sportivi di quest’anno sono il simbolo della riscossa di un Paese che molto ha sofferto per il Covid e che proprio nello sport corona il sogno del riscatto e intravede la liberazione dall’incubo della pandemia. E infatti i trionfi nello sport sono il segnale che non siamo affatto una Nazione inesorabilmente decaduta e che un’altra Italia è possibile: quella di Mario Draghi.
Tutto è avvenuto così in fretta che fatichiamo a rendercene conto ma, dopo una delle più dure recessioni, l’Italia di quest’anno sta vivendo – incredibile a dirsi – l’età dell’oro. Le ultime previsioni raccontano che la crescita del Pil italiano del 2021 si attesterà attorno al 6 per cento. Sono cifre da miracolo economico che molti non hanno mai conosciuto. Per rintracciare una crescita dell’economia italiana dello stesso livello bisogna tornare alla fine degli anni ’50, quelli appunto del boom e del miracolo economico del secondo dopoguerra, quando il Pil cresceva mediamente – dal 1958 al 1963 – del 6,3% all’anno, sancendo un record mai raggiunto prima e facendo dell’Italia il Paese d’Europa che cresceva di più dietro solo alla Germania.
Com’è potuto avvenire un miracolo del genere senza che nemmeno ce ne accorgessimo? Principalmente per due ragioni: per il cambio di paradigma che è scattato in Europa e che ha permesso alla Commissione europea di archiviare la politica dell’austerità e alla Bce di adottare, fin dai tempi di Draghi presidente, una politica monetaria espansiva che ha inondato il sistema di liquidità e che ha aperto la strada al Next Generation Eu di cui l’Italia è il maggior beneficiario con circa 200 miliardi su 750 tra prestiti a tassi agevolati e sussidi a fondo perduto di cui proprio nei prossimi giorni incasseremo la prima rata. Altro che Europa matrigna di cui sono andati blaterando Giorgia Meloni, Matteo Salvini e talvolta i Cinque Stelle. Ma la seconda ragione della svolta italiana è il clima di fiducia che si è diffuso nel nostro Paese e in Europa attorno al Governo Draghi, l’italiano più stimato al mondo non solo per aver salvato l’euro nel 2012 con il suo famoso “Whatever it takes” ma per l’autorevolezza e la competenza con cui oggi guida il Governo di quasi unità nazionale. La riscrittura del Piano italiano per accedere ai fondi europei sulla base di progetti di investimento ben congegnati e finalizzati alla transizione ecologica, alla digitalizzazione e allo sviluppo delle infrastrutture ma soprattutto le riforme attese da decenni e finalmente avviate hanno aperto per il nostro Paese una nuova era che promette tassi di sviluppo record per quest’anno e per l’anno prossimo che potranno continuare nel tempo se sapremo alzare il nostro potenziale di crescita.
C’è però una premessa da fare: investimenti e riforme non sarebbero bastati a invertire la rotta se prima non avessimo affrontato la lotta alla pandemia in modo aggressivo. Essendo stato il Paese europeo colpito per primo dal Covid ed essendo un Paese vecchio e dunque più vulnerabile, l’Italia è stata tra le vittime maggiori della pandemia con una percentuale di decessi percentualmente più alta di quella della Germania, della Francia, della Spagna, dell’Inghilterra e degli Stati Uniti. Ma è stato anche un Paese che, grazie all’efficienza e alla determinazione del Governo Draghi, ha saputo cambiare marcia, se è vero come è vero che oggi abbiamo una percentuale di vaccinati superiore ai maggiori Paesi occidentali.
Trionfi sportivi dunque, ma anche boom dell’economia, accelerazione del piani di vaccinazioni anti-Covid, riforme e soldi del Next Generation Eu che cominciano ad arrivare dall’Europa. Non è azzardato dire che oggi l’Italia vive un’estate magica di cui dovremo per sempre ringraziare Mario Draghi e chi lo ha voluto a Palazzo Chigi, cioè Sergio Mattarella e Matteo Renzi.
Giorno dopo giorno il premier ci sta facendo toccare con mano un’altra Italia, che abbiamo sognato per anni e che sarebbe delittuoso distruggere. E forse, a pensarci bene, non è casuale constatare che la nuova Italia è un Italia dominata dal pragmatismo e dalle riforme del premier e meno zavorrata dal populismo che ha alimentato illusioni che si sono sciolte come neve al sole e a cui finalmente sta mancando il terreno sotto i piedi.
Ma come si fa a scrivere un articolo del genere? Ma l’autore non si vergogna di incensare uno come Draghi e Mattarella? Dove diavolo vive?