La stagione delle trimestrali Usa è cominciata con JP Morgan e Goldman Sachs. Le due big del settore bancario Usa hanno battuto le attese degli analisti, con profitti in forte in rialzo.
Partiamo da Goldman Sachs. Da aprile a maggio, la banca ha registrato profitti netti pari a 5,486 miliardi di dollari, 15,02 dollari per azione, contro i 373 milioni, 53 centesimi per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso, quando sul risultato avevano pesato accantonamenti per procedimenti legali e regolatori (l’utile applicabile agli azionisti ordinari e’ salito da 197 milioni a 5,347 miliardi).
I ricavi si sono impennati del 16%, toccando quota 15,388 miliardi, ben al di sopra dei 12,17 miliardi previsti dagli analisti, spinti soprattutto dall’Investment Banking, il cui fatturato è cresciuto del 36% a 3,61 miliardi. Il ritorno sul capitale è stato del 23,7%, mentre il valore contabile per azione si è attestato a 164,90 dollari. In virtù dei risultati raggiunti la società ha deciso di alzare del 60% il dividendo trimestrale, portandolo a 2 dollari per azione a partire dal III trimestre.
L’andamento del secondo trimestre e “i ricavi record per la prima metà dell’anno dimostrano la nostra forza e i continui progressi sulle priorità strategiche. Mentre la ripresa economica è in corso, i nostri clienti e le comunità devono ancora affrontare sfide per superare la pandemia”, ha detto l’amministratore delegato David Solomon, dicendosi “come sempre, orgoglioso della dedizione e della resilienza del nostro personale, che ha lavorato instancabilmente per aiutare i nostri clienti a navigare nell’ambiente di mercato in continuo cambiamento”.
Profitti più che raddoppiati per JP Morgan, che ha visto l’utile netto salire del 155% Nei primi tre mesi dell’anno la banca ha riportato profitti netti per 11,9 miliardi di dollari, 3,78 dollari per azione, dai 4,68 miliardi, 1,38 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. Giù i ricavi, scesi del 7%, in ogni caso meglio di quanto previsto dagli analisti. A rallentare è stato in particolare il fatturato generato dai mercati (-30% a 6,8 miliardi) e dal reddito fisso (-44%). I ricavi reported si sono attestati a 30,5 miliardi, mentre quelli managed sono stati pari a 31,39 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 33,81 di un anno fa.
Le stime erano per un utile netto di 3,10 dollari per azione, con un giro d’affari di 29,71 miliardi. “JP Morgan ha messo a segno una solida performance in tutte le attività e abbiamo generato oltre 30 miliardi di fatturato continuando a investire in modo significativo su tecnologia, persone ed espansione del mercato”, ha detto l’amministratore delegato Jamie Dimon.
A Wall Street entrambi i titoli viaggiano in rosso: le azioni JP Morgan cedono l’1,66%, quelle Goldman Sachs l’1,73%.