L’avvertimento, quasi unanime, delle grandi banche statunitensi che hanno dato il via oggi alla stagione delle trimestrali Usa è chiaro: l’incertezza globale e la forte volatilità dei mercati innescate dai dazi potrebbero fare male all’economia. Non a caso, tutti stanno prendendo contromisure e si stanno preparando ad affrontare anche “scenari avversi”. Potrebbero essere riassunte così le parole pronunciate dai Ceo di JP Morgan, Morgan Stanley, Wells Fargo, ma anche di BlackRock, il più grande gestore patrimoniale al mondo, per descrivere ad investitori e analisti cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi.
La trimestrale di JP Morgan
Utili e ricavi in crescita e sopra le attese per JP Morgan (+0,27% a Wall Street) nel primo trimestre in cui il colosso del credito newyorkese ha registrato profitti per 14,64 miliardi di dollari, 5,07 dollari per azione, in aumento del 9% rispetto ai 13,419 miliardi, 4,44 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. Il consensus era di meglio dei 4,61 dollari. I ricavi reported sono saliti dell’8% a 45,31 miliardi, mentre quelli managed sempre dell’8% a 46,014 miliardi, contro attese per 44,11 miliardi. Le masse gestite sono salite del 15% anno su anno a 4.100 miliardi di dollari.
“L’economia sta affrontando notevoli turbolenze (anche di natura geopolitica), con i potenziali aspetti positivi della riforma fiscale e della deregolamentazione e i potenziali aspetti negativi dei dazi e delle “guerre commerciali”, un’inflazione persistente e stagnante, elevati deficit fiscali e prezzi delle attività e volatilità ancora elevati. Come sempre, speriamo nel meglio, ma prepariamo la società a un’ampia gamma di scenari”, ha detto il Ceo Jamie Dimon.
La trimestrale di Morgan Stanley
Nei primi tre mesi del 2025 Morgan Stanley (-2,2% in Borsa) ha registrato un fatturato netto di 17,7 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 15,1 miliardi di dollari di un anno fa. L’utile netto di pertinenza è salito a 4,3 miliardi di dollari, pari a 2,60 dollari per azione, rispetto ai 3,4 miliardi di dollari, pari a 2,02 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno precedente.
All’interno di Institutional Securities, i ricavi dell’Investment Banking hanno segnato un aumento dell’8%, mentre quelli del comparto Equity sono sono cresciuti del 45%. La divisione Wealth Management ha registrato ricavi netti di 7,3 miliardi di dollari nel trimestre in corso, rispetto ai 6,9 miliardi di dollari di un anno fa. L’utile ante imposte di 2,0 miliardi di dollari nel trimestre in corso ha generato un margine ante imposte del 26,6%.
“La società integrata ha registrato un trimestre molto positivo con un fatturato netto record di 17,7 miliardi di dollari, un utile per azione (Eps) di 2,60 dollari e un ROTE del 23,0% – ha commentato il Ceo Ted Pick – L’ottima performance del settore Institutional Securities è stata trainata dalla nostra divisione Markets, con la divisione Equity che ha registrato un fatturato record di 4,1 miliardi di dollari. Il patrimonio totale dei clienti, pari a 7,7 trilioni di dollari, è stato supportato da 94 miliardi di dollari di nuovi capitali netti. Questi risultati dimostrano la costante attuazione della nostra chiara strategia per promuovere una crescita duratura in tutta la nostra presenza globale”.
La trimestrale di Wells Fargo
Nel primo trimestre del 2025 l’utile netto di Wells Fargo (-1,5% a Wall Street) è salito a 4,89 miliardi di dollari, pari a 1,39 dollari per azione, in crescita del 6% rispetto ai 4,62 miliardi di dollari, pari a 1,20 dollari per azione, dell’anno precedente grazie alla performance della sua attività di gestione patrimoniale.
Le commissioni di consulenza sugli investimenti e le commissioni di intermediazione fatte segnare dal quarto maggiore istituto di credito statunitense sono aumentate del 7%, raggiungendo i 3,17 miliardi di dollari nel trimestre, trainate dall’aumento delle commissioni basate sugli asset. Il calo dei mercati azionari registrato nel primo trimestre dell’anno si dovrebbe far sentire maggiormente, secondo gli analisti, nel secondo trimestre.
“Abbiamo prodotto risultati solidi” commenta il Ceo Charlie Scharf, che come i suoi colleghi commenta anche il contesto commerciale e geopolitico globale: “Sosteniamo la volontà dell’amministrazione di esaminare gli ostacoli al commercio equo per gli Stati Uniti, sebbene vi siano certamente dei rischi associati a tali azioni significative – ha detto Scharf – Una risoluzione tempestiva che avvantaggi gli Stati Uniti sarebbe positiva per le imprese, i consumatori e i mercati. Prevediamo una volatilità e un’incertezza persistenti e siamo preparati a un contesto economico più lento nel 2025, ma l’esito effettivo dipenderà dai risultati e dalla tempistica dei cambiamenti di politica economica. Noi e i nostri clienti affrontiamo l’attuale contesto da una posizione di forza che dovrebbe favorirci”.
La trimestrale di BlackRock
Oltre alle grandi banche a rendere noti i conti oggi è stato anche il più grande gestore patrimoniale del mondo che nel primo trimestre ha registrato un calo dell’utile dovuto alla debolezza dei mercati azionari in seguito all’incertezza sulle tariffe statunitensi. L’utile netto di BlackRock (-1,35% in Borsa) si è attestato a 1,51 miliardi di dollari, o 9,64 dollari per azione, per i tre mesi fino al 31 marzo, in calo rispetto a 1,57 miliardi di dollari, o 10,48 dollari per azione, di un anno prima. Le entrate sono invece cresciute del 12% a 5,276 miliardi di dollari, mentre gli asset under management (AUM) si sono attestati a 11,58 trilioni di dollari, nuovo record, in aumento dell’11% rispetto ai 10,47 trilioni di dollari di un anno fa.
“Il posizionamento e la connettività di BlackRock con i clienti sono più solidi che mai, e i nostri risultati lo dimostrano chiaramente – ha commentato il Ceo Laurence Fink – Abbiamo registrato una crescita organica delle commissioni di base del 6% nel primo trimestre, che rappresenta il nostro miglior inizio d’anno dal 2021, e una solidità secolare in un contesto di mercato complesso. Stiamo aiutando i clienti a gestire i cambiamenti del mercato e delle politiche, offrendo al contempo spunti sulle opportunità di crescita strutturale a lungo termine”.
“L’incertezza e l’ansia per il futuro dei mercati e dell’economia stanno dominando le conversazioni con i clienti – ha aggiunto – Abbiamo già assistito a periodi come questo, caratterizzati da ampi cambiamenti strutturali nelle politiche e nei mercati, come la crisi finanziaria, il Covid e l’impennata dell’inflazione nel 2022. Siamo sempre rimasti in contatto con i clienti e da allora abbiamo assistito ad alcuni dei maggiori balzi di crescita di BlackRock”.