E’ tempo di trimestrale anche per Mps e Terna. La banca toscana ha chiuso i primi nove mesi tornando abbondantemente all’utile, che risulta pari a 379 milioni di euro, di cui 91 riferiti soltanto all’ultimo trimestre. Nello stesso periodo del 2017 i conti indicavano invece una perdita di 3 miliardi di euro. Il consensus degli analisti prevedeva nel solo terzo trimestre un utile di 46 milioni su ricavi per 827 milioni. Ricavi che invece deludono: risultano a 809 milioni, in calo sia rispetto al terzo trimestre 2017, quando ammontarono a 1,37 miliardi beneficiando del contributo per 503 milioni relativo al burden sharing, sia nel confronto con il secondo trimestre 2018 (furono di oltre 832 milioni). Nel totale dei 9 mesi ammontano a 2,518 miliardi, in calo di quasi il 22% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Margine di interesse e commissioni si sono attestati rispettivamente a 1,31 e 1,16 miliardi di euro, in calo del 4,5% e del 4,1% rispetto ai primi 9 mesi del 2017. Nei 9 mesi gli oneri operativi sono risultati pari a 1,71 miliardi di euro, in riduzione del 9,4% rispetto all’anno precedente. Il risultato operativo lordo del gruppo è stato così pari a 803 milioni di euro, in calo rispetto agli 1,33 miliardi di euro dello stesso periodo dello stesso periodo del 2017. Al 30 settembre 2018 l’istituto senese ha contabilizzato rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato ed al fair value con impatto sulla redditività complessiva per complessivi 368 milioni di euro, inferiori di 4,5 miliardi di euro rispetto a quelle registrate nello stesso periodo dell’anno precedente.
I volumi di raccolta complessiva di Mps sono risultati di 193,3 miliardi, stabili rispetto al 31 dicembre 2017, ma in calo di 2,6 miliardi rispetto al 30 giugno 2018. La causa è il decremento della raccolta diretta. Gli impieghi alla clientela sono aumentati dello 0,5% rispetto al 30 giugno 2018, grazie anche alla crescita delle erogazioni di mutui. I volumi di raccolta diretta, che si sono attestati a 93,9 miliardi di euro, risultano in calo di 3,9 miliardi di euro rispetto ai valori di fine dicembre 2017 (principalmente sul comparto obbligazionario) e di 2,9 miliardi di euro rispetto a fine giugno 2018, principalmente per il calo dei conti correnti, con 1,4 miliardi di euro in meno, e delle obbligazioni, con 800 milioni di euro in meno. I risultati comunque incoraggianti fino a inizio pomeriggio hanno avuto una risposta fredda dai mercati: il titolo perde lo 0,6% a 1,5 euro per azione.
TERNA
Tutto al contrario per Terna, che intorno alle 14 guadagna quasi l’1% in assoluta controtendenza col listino del Ftse Mib. La società che gestisce la rete elettrica italiana ha chiuso i primi 9 mesi del 2018 con una crescita di tutti gli aggregati economico-finanziari e un calo dell’indebitamento. Il 19 novembre arriva anche un acconto sul dividendo di competenza 2018 che sarà poi staccato a saldo nel 2019: pari a 7,87 centesimi di euro per azione, in linea con la crescita prevista dal piano strategico 2018-2022. I ricavi sono pari a 1,62 miliardi di euro, registrano un aumento del 3,5% (54,5 milioni di euro) rispetto al corrispondente periodo del 2017. L’utile netto si conferma ben sopra il mezzo miliardo di euro, a 541,5 milioni di euro, in crescita del 2,4% (12,7 milioni di euro), rispetto ai 528,8 dei primi 9 mesi del 2017.
Il margine operativo lordo del periodo si è attestato a 1,23 miliardi di euro, in crescita dell’1,9% (23 milioni di euro) rispetto agli 1,21 miliardi di euro dei primi 9 mesi del 2017, mentre il risultato operativo si è attestato a quota 830 milioni di euro, in miglioramento dell’1,6% rispetto agli 816,9 milioni di euro del corrispondente periodo del 2017. A fine settembre 2018 l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 7,59 miliardi di euro, in diminuzione di 204,7 milioni di euro rispetto ai 7,8 miliardi di euro del 31 dicembre 2017, grazie principalmente alla generazione di cassa del periodo. Nei primi 9 mesi del 2018 gli investimenti complessivi effettuati dal gruppo sono stati pari a 561,4 milioni di euro, in crescita del 3% rispetto ai 545 milioni di euro del corrispondente periodo dell’esercizio precedente.