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Trimestrali banche Usa: ecco chi avrà utili ai minimi dal 2022 per l’effetto tassi-Fed. Si parte con Jp Morgan e Wells Fargo

Per le banche Usa più legate all’andamento dei tassi ufficiali della Fed le prossime trimestrali mostraranno utili in netto calo. Di segno opposto quelle che invece hanno giocato la carta dell’investment banking

Trimestrali banche Usa: ecco chi avrà utili ai minimi dal 2022 per l’effetto tassi-Fed. Si parte con Jp Morgan e Wells Fargo

Prende il via negli Usa la consueta Earning Season, la stagione delle trimestrali riferita al terzo trimestre fiscale, che finirà per segnare il passo anche nelle altre piazze mondiali. Mentre in generale le azioni contenute dello S&P sono viste mostrare rialzi, pur più contenuti rispetto al passato, l’attenzione è soprattutto per i settori finanziario e bancario. Per le banche il mood diffuso è quello della “Festa è finita“, poichè è venuto a diminuire il sostegno dei tassi di interesse della Fed e le attese sono per utili in calo ai livelli più bassi dal 2022, cioè da prima che la Fed iniziasse la sua politica di stretta monetaria per combattere l’inflazione più insidiosa degli ultimi quattro decenni. Ma la debolezza della redditività delle banche, secondo gli analisti, dovrebbe continuare proprio per via del ciclo di riduzione dei tassi. Sono invece attese in positivo le banche che hanno puntato di più sull’investment banking.

Banche Usa, l’agenda: si parte con Jp Morgan e Wells Fargo

Come di consueto, saranno le grandi banche Usa a dare il via alla stagione delle trimestrali di Wall Street. Ad aprile le danze domani 11 ottobre saranno Jp Morgan Chase e Wells Fargo, seguite da Citigroup, Bank of America e Goldman Sachs che pubblicheranno i conti martedì 15. Morgan Stanley invece scenderà in campo mercoledì 16 ottobre per chiudere il cerchio.

Trimestrali banche Usa: maglia nera dello S&P 500?

Per gli analisti, in generale degli utili delle società appartenenti allo S&P 500 sono in rialzo, ma meno del passato. Secondo i dati compilati da Bloomberg, le società dello S&P 500 dovrebbero registrare un aumento degli utili trimestrali del 4,7% rispetto a un anno fa. Se così fosse, si tratterebbe del quinto trimestre di fila in crescita per gli utili Usa, anche se con la percentuale più debole degli ultimi quattro trimestri ed in peggioramento rispetto al +7,9% previsto sino a metà luglio.

L’attenzione è però concentrata sul settore finanziario che rappresenta il 50% delle società dell’S&P 500 e che secondo le stime di FactSect comunicherà gli utili per il periodo chiuso a fine settembre in calo su base annua del -0,4%. Sul risultato finale pesano le banche, unico comparto che dovrebbe registrare un calo degli utili stimato intorno al -12%. Escludendo il settore bancario, infatti, le attese sulla crescita degli utili per il settore finanziario migliorerebbero al 6,9%. All’interno del settore delle banche, si prevede che il sottosettore delle banche regionali riporterà i risultati modesti (-1% circa) mentre faranno peggio le grandi banche diversificate (attese -13%).

Big Four: atteso utile netto medio in calo del 15% su anno

Il margine di interesse è ovviamente al centro dell’attenzione di analisti e investitori in questa tornata delle trimestrali. Le quattro banche più grandi in termini di asset – quali Jp Morgan Chase, BofA, Citigroup e Wells Fargo – dovrebbero registrare un reddito netto da interessi cumulativo sotto i 62 miliardi di dollari, secondo le aspettative. Questo significherebbe un calo di 5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e il risultato più basso dalla fine del 2022. Gli analisti prevedono che l’utile netto totale delle Big Four scenderà in media del 15% anno su anno.

La Fed ha tagliato i tassi di 50 punti base il mese scorso per la prima volta in 4 anni. Gli istituti di credito hanno potuto rafforzare la redditività netta da interessi adeguando i tassi su mutui e prestiti in maniera molto consistente rispetto a quanto hanno fatto con i tassi sui depositi dei clienti. Nel tempo tuttavia le banche hanno dovuto aumentare anche questi ultimi per arrestare la fuga dei risparmi verso prodotti più remunerativi come i fondi monetari. Ma ora le banche Usa vedono ridursi il vantaggio acquisito in questi anni.

Jp Morgan, quella che più risente dei tagli della Fed

Jp Morgan è stato il principale beneficiario dell’aumento dei tassi di interesse negli ultimi due anni e il suo problema è che ha detenuto una percentuale molto alta di attività a scadenza breve, secondo gli analisti. Queste quindi diventeranno meno redditizie dopo la scadenza per via dei tagli della Fed. Il mese scorso i dirigenti della banca avevano lanciato l’allarme, dicendo che gli analisti erano troppo ottimisti riguardo i guadagni da interessi nel 2025. Ora gli esperti di mercato hanno tagliato le stime da 90 a 89 miliardi per il prossimo anno. “La nostra tesi è sempre stata che Jp Morgan abbia beneficiato molto quando i tassi salivano solo a causa di come era posizionato il loro bilancio”, ha detto Suryansh Sharma, analista di ricerca di Morningstar. “Ora che i tassi scenderanno, la banca è in netto svantaggio rispetto alle altre”.

Per Jp Morgan, dopo un trimestre che ha visto il titolo registrare nuovi massimi storici, il consensus Bloomberg vede i ricavi previsti per il terzo trimestre 2024 a 41,9 miliardi di dollari con un Eps vicino ai 3,996 dollari. Qualora confermati, i dati rappresenterebbero un calo rispetto al trimestre precedente. Di conseguenza, alcuni dei principali analisti come Morgan Stanley (che ha recentemente abbassato il rating da Overweight a Equal-Weight) e Deutsche Bank (che ha rivisto il rating da Buy a Hold) segnalano un downgrade. I driver da monitorare saranno legati alla strategia di espansione internazionale e digitalizzazione dei servizi, nonché alla capacità di mantenere margini di interesse netti elevati relativamente alla gestione delle attività di trading, settore che potrebbe avere beneficiato della recente volatilità dei mercati.

Wells Fargo arriva alla pubblicazione dei risultati trimestrali con una serie di consistenti revisioni da parte degli analisti. Il consensus Bloomberg prevede per il terzo trimestre 2024 ricavi pari a 20,4 miliardi di dollari e un Eps di 1,276 dollari, in calo dunque rispetto al trimestre precedente. L’andamento dei conti non ha tuttavia frenato gli analisti di Wolfe Research e Evercore Isi dall’affibbiare il rating “Outperform” con un target price di 65 dollari, segnalando fiducia nella banca dopo il superamento dello stress test. Il principale driver di crescita sarà da individuare nella capacità di Wells Fargo di incrementare i ricavi da commissioni e di sostenere i margini in un contesto di tassi ancora elevati, dicono gli analisti.

Morgan Stanley e Goldman Sachs in rialzo grazie all’investment banking

A essere meno colpite dalla contrazione del margine di interesse dovrebbero essere Goldman Sachs e Morgan Stanley, in quanto il loro business è più indirizzato verso i segmenti dell‘investment banking, del trading e della gestione patrimoniale. Gli analisti stimano un aumento del 26% anno su anno dei profitti nel terzo trimestre di Goldman, mentre l’utile netto di Morgan Stanley è visto in rialzo del 12,5% su base annua.

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