Risultati in chiaroscuro dai colossi bancari europeo. Le buone notizie arrivano da Deutsche Bank, che chiude il primo trimestre con un utile netto pari a 1,06 miliardi di euro (+17% su anno), il miglior risultato da nove anni, grazie ai risparmi generati dalla pesante ristrutturazione condotta in precedenza.
I ricavi complessivi si sono attestati a 7,3 miliardi, in aumento dell’1% su base annua, trainati dai clienti business. Le performance diffuse oggi sono in linea con le aspettative degli analisti e la banca ha anche confermato le previsioni per l’intero2022. Il rapporto costi/ricavi è al 73%, in calo rispetto al 77% del primo trimestre 2021.
Le parole del Ceo e del Cfo
“In questo trimestre, la priorità è stata quella di mettere i nostri clienti nelle condizioni di rispondere rapidamente agli eventi geo-politici e di proteggersi dai rischi – ha commentato il ceo di Deutsche Bank, Christian Sewing – Tutte le nostre attività hanno raggiunto risultati in linea o al di là degli obiettivi”.
James von Moltke, chief financial officer, ha aggiunto: “In uno scenario impegnativo, abbiamo riportato una crescita sia dei ricavi che degli utili in tutte le nostre attività core. I nostri ricavi trimestrali danno evidenza di un chiaro andamento verso i nostri obiettivi per il 2022. Crediamo che questo slancio, insieme a una continua disciplina sui costi e a una generazione organica di capitale, ci porti a essere ben posizionati per raggiungere i target 2022”.
Credit Suisse: il rosso aumenta e il Cfo si dimette
Credit Suisse, invece, archivia il primo trimestre con una perdita pari a 273 milioni di franchi svizzeri (266 milioni di euro), aggravando ulteriormente il rosso registrato nei trimestri precedenti dopo vari scandali (la perdita era pari a 252 milioni di franchi nel primo trimestre del 2021).
La banca, i cui guai sono iniziati con il fallimento della società finanziaria britannica Greensill, aveva già emesso la scorsa settimana un profit warning sui suoi risultati a causa di accantonamenti per contenzioso ma anche di perdite per crediti a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.
Il fatturato della banca è sceso nel primo trimestre del 42% su base annua a 4,4 miliardi di franchi. Di conseguenza, il gruppo ha annunciato una riorganizzazione del management.
I cambiamenti nel management
In particolare, il chief financial officer David Mathers, che è stato responsabile della finanza dal 2010, ha detto che intende lasciare la banca per cercare opportunità altrove, ma rimarrà nel suo ruolo fino a quando non verrà trovato un successore per garantire una transizione ordinata. La ricerca per sostituirlo è già iniziata, sia internamente sia esternamente, ha affermato la banca.
Credit Suisse annuncia inoltre la nomina di un nuovo general counsel: il posto andrà a Markus Diethelm, ex consigliere generale della banca rivale Ubs ed ex capo dell’ufficio legale del gruppo assicurativo Swiss Re. Entrerà in carica dal primo luglio per succedere a Romeo Cerutti, che andrà in pensione dopo aver ricoperto la carica per 10 anni.
La banca annuncia anche un rimpasto alla guida della gestione della zona Europa, Medio Oriente e Africa, che sarà affidata a Francesca McDonagh dal primo ottobre, e della zona Asia-Pacifico, che a sua volta sarà affidata a Edwin Low. La riorganizzazione arriva dopo che la banca svizzera è stata scossa per piu’ di un anno da ripetuti scandali iniziati con il fallimento della società finanziaria britannica Greensill.