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Trimestrali a due facce: bene Intesa e Unicredit, Mediaset scopre il rosso. Milano parte negativa

Il “BIG BANK” SPINGE MILANO AL RIALZO. FOSSATI, SI’ A SAWIRIS. TRIMESTRALI: FONSAI RISORGE, MEDIASET SCOPRE IL ROSSO

L’Orso è piombato su Wall Street quando i listini europei avevano già archiviato una giornata positiva proprio sull’onda dell’apertura con il segno più dei mercati Usa.

L’inversione di tendenza, al solito, ha due spiegazioni: nuove divergenze sul fronte della crisi greca, tra Fmi e Unione Europea; il duello a Washington sul fiscal cliff, sempre più aspro a mano a mano che si avvicinano le scadenze fiscali.

Ma Atene, intanto, ha superato lo scoglio più immediato: la Grecia ha raccolto sui mercato 4,06 miliardi con emissioni a 1 e 3 mesi. In questo modo, assieme ad altri fondi raccolti con trattative private, il govrno potrà ripagare venerdì i bond in scadenza (5 miliardi) ed evitare il default.

Alla fine della giornata lo Standard &Poor’s ha chiuso in calo dello 0,4%, poco meglio del Dow Jones-0,5% e del Nasdaq -0,7%. Indice Nikkei in pratica invariato stamane a Tokyo. Sale l’Hang Seng di Hong Kong +0,7%, Shanghai segna -0,2%. Domani ci sarà la revisione semestrale dei titoli che compongono il paniere Msci Asia Pacific. 

Dopo una giornata di movimenti nelle due direzioni la Borsa di Milano, ha chiuso in rialzo: l’indice Ftse Mib segna +1,4% a 15.333 punti. Merito del Big Bank, ovvero l’effetto combinato delle trimestrali, migliori del previsto, di Intesa +5,2% ed Unicredit +4,4%. Il ceo di Intesa , Enrico Cucchiani ha tra l’atro dichiarato : “Siamo nelle condizioni di confermare per il 2012 la distribuzione di un dividendo almeno di pari entità a quello distribuito a valere sul 2011”.

Il ceo di Unicredit  Federico Ghizzoni ha detto: “I nostri ricavi mostrano una buona tenuta, grazie alla diversificazione geografica e alla forza della nostra presenza” nell’area del Centro Est Europa”. Meno brillanti le  altre Borse europee con l’eccezione di Madrid (+1,7%). Parigi +0,5% e Francoforte +0,1%.   

ASIA

Sul fronte societario di rilievo il balzo di Sharp +6%: Cisco e Qualcomm investiranno nel produttore tv giapponese in grossa difficoltà. Ma l’attesa dei mercati è concentrata sulle battute finali del congresso del partito Comunista Cinese. L’elezione del nuovo comitato centrale è andata come previsto: Xi Jinping, destinato ad essere eletto segretario generale del partito al posto di Hu Jintao, e il suo vice Li Keqiang, sono saliti per primi sull’enorme palco allestito nella sala dell’Assemblea del Popolo .Domani il comitato centrale, scelto dai 2270 delegati al congresso, eleggerà, nella sua prima seduta, il Politburo di 25-30 persone. Questo, a sua volta, sceglierà al suo interno il comitato permanente, considerato il vero governo della Cina. Tutti i “papabili”, tra cui il vicepremier ed esperto economista Wang Qishan e il “conservatore” Liu Yunshan, il responsabile della propaganda, sono entrati nel comitato centrale.

E’ assai improbabile, comunque, che i nuovi vertici esordiscano con misure di stimolo all’economia, dopo i segnali di ripresa: Shanghai, dall’inizio del Congresso, è scesa del 2,8%.

AMERICA

I futures sullo S&P segnalano un lieve rialzo in apertura. Oggi verranno rilasciati i dati sull’indice dei consumi delle famiglie. Ottobre dovrebbe aver registrato un calo, il primo da otto mesi, per effetto  dell’impatto dell’uragano Sandy. Tra le blue chip svetta  Home Depot in rialzo del 5% dopo la presentazione dei dati del trimestre e l’innalzamento degli obiettivi dell’esercizio in corso. In tensione il comparto tecnologico.

Microsoft  perde il 3,1%, peggior blue chip della giornata. La società ha comunicato che il responsabile di Windows 8, Steven Sinofsky, già considerato l’erede di Steve Ballmer,  lascerà il posto a Julie Larson Green. Una decisione del tutto imprevista. Grande apprezzamento invece per i conti della trimestrale di Cisco diffusi a Borsa chiusa: il titolo guadagna in serata il 6%.

Non riesce il rimbalzo di Apple 0,01%. Il titolo prova a reagire dopo essere sprofondato sui minimi dalo scorso maggio con una perdita del 24% dal record di metà settembre oltre i 700 dollari. Facebook  perde il 2% dopo il +4,4% di ieri e torna di nuovo sotto i 20 dollari. In settimana scadrà un secondo lock up milionario per gli azionisti del social network.

EUROPA

E’ altamente probabile che alla fine l’Europa darà i soldi necessari per concederà ad Atene due anni in più per raggiungere gli obiettivi di risanamento dei conti: la Grecia potrà così raggiungere  entro il 2016, e non entro il 2014, un rapporto deficit/Pil del 2%.

Ma l’Eurogruppo, si sa, ha rimandato al 20 novembre ogni decisione in merito per coordinare meglio la decisione con i partner e con il Fmi che insiste perché la Grecia raggiunga il pareggio di bilancio entro il 2020 (e non il 2022).  Di fronte a queste divergenze il mercato manifesta segnali di tensione:

1) sono ancora sotto lo “zero” i rendimenti dei bond fino a 2 anni dei Paesi ritenuti “sicuri”: Svizzera, Danimarca, Germania, Finlandia e Austria.

2) il cross Euro/Franco Svizzero scivola oggi a quota 1,2045, nuovo minimo da metà settembre e sempre più vicino alla soglia (1,20) che costringerebbe nuovamente la banca centrale svizzera a “stampare” franchi per evitarne un eccessiva rivalutazione.

L’euro è invariato sul dollaro a 1,2715, ma anch’esso in mattinata era scivolato sui minimi da inizio settembre a 1,266.

ITALIA

Sul mercato dei titoli di Stato lo spread tra Bund e Btp migliora e si porta a 361 punti base (-6 punti base), stamattina si era spinto fino a 375 punti base.

In un clima non facile il Tesoro ha piazzato Bot 12 mesi per 6,5 miliardi a un rendimento dell’1,762%, più basso dell’1,94% dell’asta precedente dell’1,77% del mercato secondario. Un dato che fa ben sperare  in vista delle aste di medio/lungo termine in agenda stamane (scadenza 2015, 2023, 2029) e che ha contribuito a migliorare  gli unori del sistema bancario, protagonista di una giornata positiva.

E’ stata infatti la seduta del Big Bank. La risalita del mercato azionario europeo è stata per buona parte merito delle banche italiane che hanno trainato  l’indice EuroStoxx ad un guadagno del  del 2,8%.

Forte rialzo sia per Intesa Sanpaolo +5,2% che per Unicredit +4,4% nel giorno della presentazione dei dati del trimestre. Balzo anche di Banca Popolare di Milano +4,5%, di Monte Paschi +5% e di Banco Popolare, +3,5%.

Marco Fossati, secondo azionista di Telecom Italia dopo Telco, si schiera a favore dell’ingresso di Sawiris. “Ogni apporto di capitale e di competenze che possa permettere di far emergere il vero valore di Telecom Italia è benvenuto” ha detto Fossati in un’inervista a Bloomberg. “Sawiris – ha aggiunto – è un esperto del settore che vanta alle spalle un track record formidabile  nel creare valore per gli azionisti”.

Oltre alle banche, a Piazza Affari sono saliti anche i petroliferi ed alcuni industriali. Stm+1,7%, Saipem  +1,5%, Eni  +0,6%.Parmalat +3,5%. In evidenza Atlantia +2,8% mentre Enel ha perso lo 0,2%, ma a metà seduta era in ribasso di oltre il 2% per effetto della caduta del colosso tedesco E.On.

Come una mela spaccata in due i titoli del lusso. Da una parte Luxottica +2,4%, dall’altra Tod’s  -6,3%, caduta a seguito della presentazione dei dati del trimestre, e Brunello Cucinelli -5,3%.

S&P ha mantenuto il ‘creditwatch’ con implicazioni negative sul rating ‘A’ assegnato al credito di controparte e alla solidità finanziaria di Generali. La decisione – si legge in una nota – riflette la visione dell’agenzia di una pronunciata incertezza sulla nuova strategia di Generali e sulla solidità del bilancio rispetto ai rischi e alla volatilità dello scenario domestico.

In un’intervista al Financial Times il ceo Mario Greco  annuncia vendite di asset non strategici e spiega: “Faremo acquisizioni. Quando non saremo in grado di fare da soli, non sarò timido”. E su Mediobanca: “E’ un’azionista come gli altri”.

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Fonsai ha sfiorato il pareggio nei conti dei primi nove mesi dell’anno. La compagnia assicurativa passata nell’orbita Unipol ha chiuso il periodo con una perdita di 1,1 milioni che si confronta con un rosso di 211,7 milioni nello stesso periodo dello scorso anno. Il risultato risente di rettifiche di valore su strumenti finanziari disponibili per la vendita per 79,5 milioni (218 milioni nel corrispondente periodo del passato esercizio) e degli effetti del fallimento di Imco e Sinergia per 85,8 milioni oltre che dell’impatto del sisma in Emilia che ha pesato per 44 milioni. I premi hanno registrato un calo del 13,3% a 7,22 miliardi con un combined ratio, che misura il rapporto fra rimborsi per sinistri e premi che si attesta al 99,3%, in miglioramento rispetto al 103,9% del settembre 2011. Il patrimonio netto e’ salito a 3,23 miliardi dagli 1,55 miliardi di fine dicembre grazie soprattutto all’aumento di capitale da 1,1 miliardi. L’indice di solvibilità è pari al 142,5% dal 78,2% di fine dicembre.

Mediaset chiude il terzo trimestre in perdita, il primo trimestre in rosso nella sua storia, e scivola in negativo anche nei nove mesi. Per fine anno le attese non sono buone: anche l’esercizio chiuderà in negativo, con un risultato netto consolidato “in linea con quello dei primi nove mesi”, pur con un mol “largamente positivo”, dice una nota.

Il risultato netto consolidato dei nove mesi è negativo per 45,4 milioni rispetto all’utile di 164,3 milioni dello stesso periodo 2011; nel trimestre la perdita raggiunge gli 88,4 milioni da +1,4 milioni. Tra luglio e settembre anche l’Ebit è passato in rosso a -98,4 milioni da +26,7 milioni.  La raccolta pubblicitaria scende del 14,9%.

Tra le mid/small caps si segnalano il -5,3% di Trevi, il -6,7% di Prelios, il -9,3% di Auto To-MI , il -11% di Saes Getters.

Idea Fimit sgr prova a stringere su Santa Giulia, l’area milanese di proprietà del gruppo Risanamento su cui realizzare un importante progetto di sviluppo immobiliare. Oggi la controllata di Dea Capital (gruppo De Agostini) dovrebbe avanzare una proposta per  la costituzione di un fondo immobiliare, sottoscritto da investitori istituzionali e alcune banche creditrici di Risanamento, dentro cui far confluire l’area Santa Giulia. Il valore dell’operazione si aggira sui 600-700 milioni di euro a cui aggiungere, in prospettiva, un altro miliardo per completare lo sviluppo dell’operazione immobiliare.

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