Haegue Yang “sbarca” a Milano con la mostra Tightrope Walking and Its Wordless Shadow . E’ la prima personale organizzata dall’artista coreano Haegue Yang in Italia, promossa da Fondazione Furla e dalla Triennale di Milano, e curata da Bruna Roccasalva. L’esposizione si terrà proprio alla Triennale di Milano dal 7 settembre al 4 novembre 2018 e mette in mostra la vasta gamma di mezzi espressivi che contraddistinguono la pratica di Yang: dal collage al video, da sculture performative a grandi installazioni. L’estrema varietà dei riferimenti e delle visioni prodotte, che passano dall’indagine sociale alla storia, dal vissuto personale alla memoria collettiva, genera immagini e percorsi immaginifici di grande potenza evocativa in cui oggetti, persone e luoghi sono inestricabilmente interconnessi.
TightropeWalking and Its Wordless Shadow, spiega il comunicato con il quale è stata presentata la mostra milanese, “si articola in tre ambienti che attraverso la combinazione di lavori iconici e nuove ambiziose produzioni – che rappresentano nodi cruciali nella produzione dell’artista dal 2000 a oggi – restituisce gli elementi ricorrenti nel lavoro di Haegue Yang: l’interesse per l’astrazione e la geometria; il movimento e la performatività; la relazione tra “piegare” e “dispiegare”, che l’artista esplora come pratiche interconnesse. Al centro c’è la sua ricerca dell’“inesprimibile”: l’urgenza di creare un linguaggio tanto delicato quanto la camminata di un funambolo in cui il movimento è molto più che dinamico, è carico di una tensione che evoca emozioni e percezioni”.
L’esposizione si apre con due installazioni: 134.9 m³ (2000-2018) e 81 m² (2002-2018), che in modo sottile introducono ai temi della mostra. All’interno della porzione di spazio delimitata dalle linee inclinate di un grado di queste due installazioni, si intravvede il lavoro testuale Science of Communication #1 – A Study on How to Make Myself Understood (2000), che testimonia l’interesse dell’artista per il linguaggio e la traduzione nei processi di integrazione culturale e sociale. In contrasto alla prima sala, lo spazio centrale della mostra è occupato da Cittadella (2011), una grande installazione composta da 176 tende veneziane: un ambiente multisensoriale fatto di complesse strutture modulari, attraversate dai visitatori che si muovono al suo interno e da una coreografia ipnotica di luci.
Da lì al murales della serie Trustworthies (2010 – in corso). In questo importante ciclo di opere Yang combina diversi materiali grafici, buste con pattern stampati, la sua personalissima rielaborazione della carta millimetrata (Grid Bloc) e vinili riflettenti. nella stessa sala, due sculture performative della serie Dress Vehicles (2018), prodotte per l’occasione, “ballano” nello spazio.
“Nella sperimentazione continua di Haegue Yang – spiegano ancora gli organizzatori della mostra – l’incontro casuale con un oggetto o un materiale può generare forme, emozioni e narrazioni inaspettate, e articolare una spazialità ambivalente, accessibile e inaccessibile allo stesso tempo, in cui la negazione di conoscenze acquisite coincide sempre con l’apertura di nuove prospettive”.
“Siamo molto felici di avere trovato in un’istituzione italiana di così grande prestigio come la Triennale, punto di riferimento per la vita culturale della città e del paese, il secondo partner di questo nuovo e ambizioso percorso intrapreso con Furla Series – ha dichiarato Giovanna Furlanetto, Presidente di Fondazione Furla. Con la mostra di Haegue Yang presentiamo una ricerca la cui complessità linguistica e creativa è sintesi perfetta della pluralità di esperienze che l’arte contemporanea può offrire.”
“Alla base di questa collaborazione tra la Triennale e Fondazione Furla – ha affermato Stefano Boeri, Presidente della Triennale di Milano – c’è il comune interesse per i linguaggi della contemporaneità. Siamo contenti di ospitare la seconda edizione del progetto Furla Series e la prima mostra personale in Italia dell’artista Haegue Yang, le cui opere e installazioni daranno vita a un dialogo inedito che coinvolgerà gli spazi del Palazzo dell’Arte e i suoi visitatori.”