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Tribunali fallimentari: in aumento procedure di liquidazione (2.400) e vecchi fallimenti da smaltire

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Nei primi otto mesi del 2023, in Italia il numero complessivo di nuove procedure aperte, sommando le liquidazioni giudiziali ai fallimenti è aumentato del 9% a fronte di 2.628 pratiche sopravvenute, suddivise in 2.435 liquidazioni giudiziali e 193 fallimenti. È quanto emerge da Cherry Sea, l’Osservatorio realizzato dalla startup fintech Cherry, che ha analizzato l’attività da gennaio ad agosto 2023 dei tribunali fallimentari nelle regioni e con un focus sulle prime venti sezioni per volume di attività, ovvero: Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Roma, Torino, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza.

Tribunali fallimentari: procedure in aumento 

Secondo lo studio, dei 193 fallimenti più dei 2/3 del totale (pari a 131, di cui 121 nel solo primo quadrimestre dell’anno) sono state registrate nel solo Tribunale di Roma. In classifica seguono a grande distanza Milano con 9 (rispetto ai 404 del 2022) e Bari e Torino con 7. “Si tratta di un dato significativo in quanto dimostra come il Palazzo di Giustizia di Roma abbia un carico di lavoro talmente alto che nei primi due quadrimestri 2023 si è trovato nella condizione di dover aprire ancora procedure fallimentari quali strascichi dell’anno 2022”, sottolinea l’Osservatorio.

Tenendo in considerazione sia fallimenti che liquidazioni giudiziali e prendendo in analisi i singoli tribunali allo studio nei primi due quadrimestri 2023, Roma e Milano si confermano primi per procedimenti aperti – rispettivamente 461 (+6% sullo stesso periodo del 2022) e 446 (+10%) – seguiti a distanza da Torino (192, +23%) e Padova (126, +70%), mentre in coda ci sono Genova (67 a fronte di sole liquidazioni giudiziali e con un +91% tra primo e secondo quadrimestre 2023), Bologna (70, -7%) e Vicenza (72, -13%).

L’aumento maggiore si registra nei tribunali di Treviso (+129% a fronte di 94 procedure totali, di cui 4 fallimenti e 90 liquidazioni giudiziali) e Busto Arsizio (+85%).

All’inverso, invece, il Tribunale di Firenze registra un importante calo del 26%, seguito da Catania (-23%), Verona (-14%) e Vicenza (-13%).

Le “vecchie” procedure fallimentari

In questo contesto, “permangono ancora le ‘vecchie’ procedure fallimentari” sottolinea Cherry Sea, sottolineando che nei primi otto mesi 2023 ne sono state chiuse 4.428, +4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, di cui 855 a Milano (-2% sul medesimo periodo del 2022), 578 a Roma (+18%) e 276 a Napoli (+38%). 

Numeri che dimostrano come, nonostante l’intervento della riforma CCII (Codice della Crisi d’impresa e dell’Insolvenza), ancora per il 2023 i Tribunali saranno impegnati a smaltire i fallimenti accumulati negli anni passati.

In particolare, i dati osservati dimostrano come, a differenza del Centro e del Sud Italia che registrano nel periodo in esame rispettivamente un +18% e un +17% nel totale dei fallimenti definiti, il Nord Italia si assesta ad un complessivo -4% (con una punta del -29% presso il Tribunale di Bergamo).

Le liquidazioni giudiziali del 2023

Analizzando invece i Tribunali allo studio per le sole liquidazioni giudiziali aperte tra gennaio ed agosto 2023, quello di Milano risulta primo con 437 pratiche sopravvenute, seguito da Roma (330), Torino (185), Bergamo e Padova (entrambe con 121), mentre in coda troviamo Genova (67) oltre a Bologna (68) e Vicenza (69).

Il dato di crescita più significativo è però quello di Verona che registra un +93% tra i due quadrimestri allo studio. All’inverso, invece, il calo maggiore lo subiscono i tribunali di Catania (-31%) e Treviso (-27%).

 “È ancora troppo presto per valutare l’impatto del nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza sui tempi della giustizia, ma possiamo comunque soffermarci sui volumi di procedure protagonisti di questi primi due quadrimestri dell’anno. La riforma agirà sicuramente sulle ‘modalità’ della giustizia, ma per ora i dati ci dicono che non sta incidendo sul quantitativo di procedure – commenta Giacomo Fava, Lead AI Engineer in Cherry Srl – Nel 2023, infatti, il numero di liquidazioni giudiziali insorte è stato in linea con il numero dei fallimenti del 2022 per poi superarli in volume negli ultimi mesi (giugno-agosto). I dati ci forniscono anche un importante spaccato a livello territoriale su come si stiano distribuendo le procedure, e le regioni più colpite appaiono essere quelle che producono di più. Dai dati notiamo anche come alcuni tribunali abbiano abbracciato il nuovo CCII più rapidamente di altri che, a quasi un anno di distanza dal varo della nuova legge, iscrivono a ruolo ancora nuovi fallimenti come strascico del grande carico accumulato negli anni precedenti”.

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