“Rispettiamo il patto di stabilità e crescita che indica il limite del 3%, poi ogni istituzione dà le raccomandazioni, ha quasi un dovere di richiamare i vari paesi e poi apre un dialogo. Si può divergere dalle raccomandazioni ma non c’è nulla di strano: anche quando un paese diverge da sentieri concordati si apre un dialogo con procedure che rispondono alle regole, siamo nel quadro legale europeo, non c’è nessuno scandalo, vedremo come riusciremo a spiegare le scelte italiane a favore della crescita e della riduzione del rapporto debito/pil”. Queste le parole di Giovanni Tria, ministro dell’Economia, in un incontro con la stampa al termine della giornata di lavori agli Annual Meetings del Fondo Monetario Internazionale, in corso a Bali. Il ministro era stato sollecitato dai giornalisti a proposito dei richiami ricevuti anche dall’Fmi sul patto di stabilità e sulla manovra in arrivo.
“Pensiamo che un allentamento fiscale di tale portata in Italia nelle attuali circostanze non sia corretto”, aveva in precedenza affermato Poul Thomsen, capo del dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale, criticando la manovra italiana che “va in direzione opposta rispetto ai suggerimenti del Fmi. Credo seriamente che per diverso tempo non sia stato seguito il consolidamento di bilancio che ha portato l’Italia a crescere sotto il suo potenziale. Non è il momento di allentare le politiche“. Poche ore prima, in un’intervista a Le Monde, aveva buttato benzina sul fuoco anche il presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker: “L’Italia non rispetta la parola data”.
“Per ora – ha aggiunto Tria, interpellato su eventuali problemi di finanziamento per il Tesoro il prossimo anno quando verrà meno il sostegno agli acquisti della Bce – non c’è nessun problema. Le aste vengono svolte regolarmente con tassi più elevati rispetto al passato ma gli investitori non si stanno tirando indietro”. Sullo spread, che oggi è risalito sopra quota 308, “nessuna giustificazione economica per l’attuale livello, sia per i fondamentali dell’economia che per quelli della finanza pubblica”.
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Il ministro dell’Economia è intervenuto anche sulle pensioni e sullo scontro aperto dal presidente dell’Inps Tito Boeri sul costo della quota 100 voluta dal Governo nel Def: “Boeri avrà le sue stime ma bisogna vedere l’arco temporale in cui si accumula questo debito, probabilmente, ma non ho letto, è fino al 2050 o al 2060 ma questo presuppone che quello che viene fatto in un anno viene mantenuto costante per i prossimi 30 anni. Qui nessuno mi chiede cosa penso io, quasi dovrei offendermi”, ha aggiunto scherzando Tria interpellato dai giornalisti sui vari pareri espressi negli ultimi giorni nei confronti della manovra del Governo.
Infine, un accenno sulla questione Alitalia dopo l’intervento del ministro Luigi Di Maio sull’ipotesi di un ingresso del Tesoro nel capitale di Alitalia con una quota intorno al 15 per cento: “Penso che delle cose che fa il Tesoro ne debba parlare il ministro dell’Economia e io non ne ho parlato”.