L’iPhone più caro e sofisticato di sempre, l’i XSMax, in vendita a 1.099 dollari. Ma anche un nuovo iWatch con un sensore (approvato dalla Fda ) in grado di scoprire le anomalie cardiache. Peccato le ultime meraviglie di Apple, presentate ieri a Cupertino, siano prodotte in Cina e come tali soggette ai dazi che Donald Trump intende imporre su tutte le merci in arrivo dalla Cina. E così le novità della Mela stavolta non scaldano il mercato: Apple -1,2%. I nuovi dazi verso la Cina non inquietano però solo la Mela. Il Beige Book, il rapporto sullo stato di salute dell’economia statunitense, ha segnalato ieri sera le preoccupazioni di un numero crescente di aziende che disperano di poter trasferire sui consumatori finali l’aumento dei prezzi delle materie prime legato all’aumento delle tariffe doganali.
Di fronte a questa levata di scudi l’amministrazione Trump ha rivisto, per ora, la sua tabella di marcia: il segretario al Tesoro Steven Mnuchin ha invitato il vicepremier cinese Liu He a Washington per nuovi colloqui.
Riflettori accesi oggi sui vertici paralleli della Bce e della Bank of England. Ma le Borse saranno distratte dagli uragani, Non solo Florence, ormi alle porte della Carolina ma anche il cugino d’Asia, chiamato MangKut, ancor più potente e pericoloso che oggi si abbatterà sulle Filippine per poi far rotta su Hong Kong.
I segnali in arrivo dagli Usa hanno permesso alla Borsa di Hong Kong un robusto rimbalzo dai minimi. Dopo sei sedute consecutive di ribasso l’indice avanza dell’1,2%, il comparto delle azioni cinesi sale del 2,4%.
La ripresa ha avuto breve durata sui listini cinesi. Shanghai, che aveva aperto in rialzo, ha annullato i guadagni nel corso della notte: indice CSI 300 piatto.
Positivi gli altri listini asiatici: Nikkei di Tokyo +0,9%, Kospi di Seoul +0,2%. BSE Sensex di Mumbai +0,6%. Lo yuan ha leggermente recuperato, stamattina tratta a 6,84.
Sul mercato valutario in attesa della Bce si rafforza l’euro a 1,164 sul dollaro. Sul biglietto verde pesa l’arrivo sul mercato di quasi quaranta miliardi di dollari di titoli statunitensi a dieci anni ed a trent’anni oggi in asta.
Variazioni modeste ieri a Wall Street: Dow Jones +0,11%, S&P 500 +0,04%. Giù il Nasdaq (-0,23%).
La frenata del listino tecnologico è legata, oltre che all’accoglienza tiepida per le novità di Apple, all’invito a sei società (tra cui Alphabet -1,5% e Twitter -3,7%) a comparire in Senato nell’ambito di un’indagine sulla protezione della privacy. Facebook, per ora non coinvolta, perde il 2,4%.
Grande risalto hanno avuto le dichiarazioni di Jamie Dimon, ceo di JP Morgan (-1%). Il banchiere più potente d’America ha detto che potrebbe battere alle elezioni Donald Trump perché “sono meglio di lui”.
Petrolio Brent stamane in calo dello 0,5%, a 79,3 dollari, dopo quattro giorni consecutivi di rialzo che hanno spinto al rialzo anche i titoli di Piazza Affari: Eni +0,8%, Saipem +3,6%, Tenaris +2,4%.
La Bce, secondo le anticipazioni di Bloomberg, oggi dovrebbe rivedere al ribasso le stime sulla crescita della zona euro per il periodo 2018-2020. Tutto invariato il resto, sia le previsioni sull’inflazione, sia il programma di riduzione degli acquisti di bond; a partire da ottobre si scende a 15 miliardi di euro al mese, da 30 miliardi di settembre, in modo da arrivare a zero alla fine dell’anno. Ma gli operatori si attendono che Mario Draghi accentui in conferenza stampa i toni da colomba.
Milano è andata sulle montagne russe insieme allo spread, sull’onda dell’indiscrezione, poi smentita, di pressioni da parte del Movimento 5 Stelle sul ministro all’Economia, Giovanni Tria, per introdurre nella manovra di bilancio 10 miliardi aggiuntivi per il reddito di cittadinanza. Non appena il Movimento ha definito la notizia infondata, l’allarme è rientrato. L’indice ha chiuso alla fine in rialzo dello 0,52% a 20.963 punti dopo aver sfiorato una perdita di quasi l’1%.
Sopra la parità gli altri listini europei: Dax di Francoforte +0,5%, Cac40 di Parigi +0,9%, Londra +0,55%.
I due partiti della maggioranza di governo italiana hanno ribadito la richiesta delle dimissioni del presidente della Consob, Mario Nava. “Rassegni le dimissioni con un gesto di sensibilità istituzionale che, a questo punto, appare davvero inevitabile al fine di ristabilire un rapporto di fiducia e di leale collaborazione fra istituzioni tanto rilevanti dello Stato”, dichiarano in una nota congiunta i capigruppo di Camera e Senato del M5S e della Lega, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli da un lato e Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo dall’altro.
Il M5s ha messo in dubbio l’indipendenza di Nava per il suo incarico preesistente presso la Commissione europea.
Delude la produzione industriale italiana; in luglio c’è stato un calo dell’1,8% rispetto a giugno, si tratta del primo ribasso da tre mesi. Gli economisti stimavano -0,4%. L’indice scende in luglio sui minimi dal maggio del 2017.
Le recenti affermazioni dei due vicepremier italiani Matteo Salvini (Lega) e Luigi Di Maio (M5s) sull’impegno a rispettare le regole di bilancio Ue sono uno sviluppo positivo, dopo i ripetuti annunci, nel corso dell’estate, sulla volontà di sforare la soglia del 3% nel rapporto deficit/Pil. È quanto scrive Dbrs, l’agenzia canadese che garantisce l’unica A nelle pagella italiana. Ma se il governo non ridurrà la portata delle misure di aumento della spesa, i negoziati sulla legge di Bilancio con la Commissione Ue potrebbero essere “lunghi e complessi”.
Giornata agitata anche per i titoli del debito sull’onda delle indiscrezioni su nuove tensioni interne alla maggioranza riguardo la legge di bilancio, in particolare sul reddito di cittadinanza. Le voci sulle dimissioni del ministro Giovanni Tria hanno fatto balzare in pochi minuti lo spread di oltre 10 punti, dal minimo di giornata di 230 fino a quota 243. Parallelamente il tasso sul decennale Btp è balzato al 2,83% dal 2,73%.
Nell’ultima settimana, approfittando del clima migliore sul mercato, alcuni Big, tra cui Enel e Snam, hanno ripreso ad emettere bond (in tutto 5 miliardi) dopo due mesi di stallo del mercato.
Oggi sono in programma le aste a medio lungo, con il lancio del nuovo Btp a 7 anni novembre 2025 cedola 2,50%: l’offerta complessiva è di 7,75 miliardi di euro comprese le riaperture dei benchmark a 3 e 30 anni.
In chiusura di seduta, sul mercato grigio, il nuovo 7 anni scambiava ieri a un rendimento in area 2,61% contro il 2,31% dell’asta di luglio (col vecchio benchmark maggio 2025), segnando un potenziale massimo da marzo 2014.
Il 3 anni scambia in chiusura a 1,26% da 1,10% di luglio, mentre il 30 anni a 3,57% da 3,54% dell’ultima asta, risalente a giugno.
Ieri il Tesoro ha collocato 6 miliardi di Bot a 12 mesi, con rendimento in discesa.
Sugli scudi Fca che balza del 4,4% con volumi ben sopra la media grazie al giudizio positivo di Exane Bnp Paribas, che considera le azioni sottovalutate in vista di un miglioramento dei risultati e dello scorporo di Magneti Marelli, e alle indiscrezioni sulla valutazione di quest’ultima sopra le stime iniziali.
Ferrari sale del 2,6% grazie alla promozione di Kepler Cheuvreux ed allora sul patent box con l’Agenzia delle Entrate. Bene anche Exor (+1,62%).
Sotto i riflettori anche Salvatore Ferragamo, che guadagna il 4,07% con volumi quasi quattro volte la media su voci di M&A in arrivo, anche se la società ha smentiti l’intenzione a vendere. Moncler +1,4%, Tod’s +1,1%.
Buzzi +1,7%: JP Morgan ha alzato il rating.
Prysmian perde il 3,45% risentendo dell’annuncio sull’interruzione temporanea della messa in servizio e il collaudo del cavo tra Scozia e Galles (progetto WesternLink) per un problema nella sezione terrestre del collegamento.
Stm arretra del 4,06% in una giornata negativa per il settore tech.
Tim cede lo 0,9% dopo il taglio del target price da parte di JP Morgan a 0,59 euro da 0,90 euro. La Cassa depositi e prestiti sarebbe interessata a comprare Sparkle, pagando circa 900 milioni di euro, debito compreso.
Deboli in bancari, zavorrati dai movimenti dello spread anche se in recupero nella seconda parte della seduta. In particolare Intesa è passata in positivo terminando a +0,5%. Unicredit – 0,3%.