Nessun aggravio per la finanza pubblica: anzi, il Governo punta a ridurre il debito. L’obiettivo principale, tuttavia, rimane il rafforzamento della crescita attraverso una task force per rilanciare gli investimenti, visto che negli ultimi mesi la ripresa ha rallentato. È questo il messaggio lanciato dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria, intervenuto martedì alla Camera durante la discussione sul nuovo Documento di economia e finanza.
“Nell’interesse del Paese – ha assicurato Tria – è intenzione del Governo agire in modo di prevenire ogni aggravio per la finanza pubblica”.
Il quadro macroeconomico del Def indica che il debito “inizierebbe un percorso discendente: un’evoluzione che è bene non mettere a repentaglio – ha aggiunto il ministro – perché una dinamica decrescente del rapporto debito-Pil è una condizione necessaria per rafforzare la fiducia dei mercati finanziari, fiducia che è imprescindibile per tutelare i risparmi e ottenere una crescita stabile”.
Secondo Tria, però, il quadro macroeconomico contenuto nel Documento varato la scorsa primavera dal governo Gentiloni e “validato dall’Ufficio parlamentare di bilancio” si basa su “informazioni ormai obsolete” e rappresenta “uno scenario di crescita moderata che la politica economica dei prossimi anni avrà il compito di irrobustire”.
L’aggiornamento del Def a settembre, assicura il ministro, “terrà conto dell’evoluzione della congiuntura economica internazionale”, che al momento comporta per il nostro Paese prospettive meno favorevoli in termini di crescita. La ripresa, infatti, “continua, ma a ritmi più contenuti rispetto al 2017”.
Tria ha sottolineato che “l’obiettivo prioritario del governo è aumentare il tasso di crescita potenziale dell’economia” incrementando “competitività e produttività”. Allo stesso tempo, “il debito rimane molto alto”, perciò sarà necessario seguire una “strategia su due fronti: riforme strutturali e stimolo endogeno alla crescita per non subire passivamente. Questo avverrà con il rilancio degli investimenti”.
Intenzione del governo è “invertire il calo degli investimenti pubblici in atto dall’inizio della crisi” nella consapevolezza che “i maggiori ostacoli non vengono dalla carenza di risorse”, ma dalla perdita di competenze a livello locale e dagli “effetti non voluti” del Codice degli appalti, ha detto il ministro dell’Economia, annunciando che proprio a questo scopo “verrà costituita una task force all’interno del governo”.
Il ministro ha poi confermato che nella strategia di politica economica del governo “il reddito di cittadinanza, volto a contrastare le sacche di povertà presenti in Italia tramite interventi non assistenziali bensì tramite l’integrazione nel mercato del lavoro, avrà un ruolo centrale”.