Il ministro dell’Economia e delle Finanze gela Lega e Movimento 5 Stelle in un colpo solo. Da Lussemburgo, dove è impegnato nel suo primo Ecofin, Giovanni Tria esclude che per il 2018 Luigi Di Maio e Matteo Salvini riescano a mantenere le loro promesse elettorali più importanti su reddito di cittadinanza e flat tax.
“Ci muoveremo su interventi strutturali che non hanno costi ma sono importantissimi come far decollare gli investimenti pubblici”, ha spiegato il ministro rispondendo proprio a una domanda sull’entrata in vigore del reddito di cittadinanza nel 2018. Tradotto in parole povere entrambi provvedimenti, che costano fior fior di miliardi, rimangono fuori dall’agenda del Governo, almeno per quest’anno.”I giochi sono già fatti” dice Tria.
Il costo del reddito di cittadinanza al momento è ignoto (anche perché la proposta dei pentastellati sembra mutare di settimana in settimana), ma, in base ai calcoli degli esperti, si andrebbe dai 15 ai 30 miliardi di euro l’anno. La “tassa piatta” invece ne richiederebbe addirittura 50 – almeno – per 12 mesi, non esattamente misure in grado di essere ricomprese sotto la dicitura “interventi strutturali che non hanno costi” indicata dal titolare del Mef. Salvini e Di Maio dunque saranno costretti per il 2018 a scontentare il loro elettorato che il 4 marzo si era riversato in massa alle urne, attratto proprio dalle due grandi (e costosissime) promesse dei due leader. E’ probabilmente per questa ragione che entrambi cercano di spostare l’asse del Governo su migranti, rom, Saviano e quant’altro riesca a distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica.
Le parole di Tria tra l’altro smentiscono quanto affermato nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno che aveva invece rassicurato i suoi elettori circa l’attuazione della flat tax entro fine anno. Ma smentiscono anche Di Maio che proprio oggi era tornato alla carica sul reddito di cittadinanza introducendo una novità: per averlo sarà necessario lavorare 8 ore a settimana, condizione mai circolata in precedenza.
Il ministro dell’Economia ha chiarito inoltre quali saranno gli impegni del nostro Paese in materia di finanza pubblica: “L’intenzione – ha spiegato il numero uno di via XX Settembre – è cercare di rispettare l’impegno dello 0,3%, si stanno facendo dei calcoli che una piccola deviazione dall’impegno, che la Commissione già si aspetta, deriverebbe dal fatto che lo 0,3% dipende da un quadro macroeconomico favorevole, naturalmente ora c’è un rallentamento in tutta la Ue, ci possono essere piccole deviazioni”, ma “nella sostanza delle linee economiche non cambiano”.
In base a quanto affermato dal vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, il ministro si sarebbe inoltre impegnato anche sul fronte debito: “In tempi positivi per l’economia bisogna ridurre il debito e il deficit per riguadagnare spazi di manovra di bilancio e questo è vero in modo particolare per un paese ad alto debito: questa è stata una questione che ho affrontato con il ministro Tria che ha ribadito l’impegno dell’Italia a ridurre il debito”.