“Non è intenzione del governo adottare alcuna misura correttiva in corso d’anno, così come è nostra intenzione evitare misure che possano peggiorare i saldi di finanza pubblica del 2018”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, intervenendo martedì mattina davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato per un’audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero. In questo modo il numero uno del Tesoro ha smentito le voci insistenti sulla possibilità che la Commissione Ue imponesse all’Italia una manovra bis per correggere i conti pubblici di quest’anno. In particolare, il Centro Studi di Confindustria si era spinta a ipotizzare la possibilità di un intervento da 9 miliardi di euro.
Niente manovrina, dunque, ma ciò non toglie che ci siano “rischi collegati a una moderata revisione a ribasso della crescita del 2018 – ha continuato Tria – a causa del rallentamento della produzione e la discesa delle esportazioni”.
Il ministro ha sottolineato che il primo obiettivo del Tesoro, “il punto qualificante, sarà il perseguimento prioritario della crescita dell’economia in un quadro di coesione e inclusione sociale”.
Il tutto rimanendo nel solco di una politica di bilancio rigorosa, basata “sulla continuazione della riduzione del rapporto debito-Pil” ed evitando “un peggioramento del saldo strutturale” così come “un aumento della spesa nominale di parte corrente”. Il che lascerebbe intendere che è tra le priorità del governo aprire degli spiragli per sostenere la spesa per investimenti.
E da dove arriveranno i soldi per le riforme promesse da Lega e M5S? “Il governo si adopererà per ottenere dalle autorità europee e da questo Parlamento lo spazio necessario per attuare i punti qualificanti del programma di governo annunciato dal presidente del Consiglio nel suo discorso inaugurale”, ha spiegato Tria, garantendo che l’obiettivo resta quello di non prevedere alcuna “inversione di tendenza” nel percorso di aggiustamento strutturale dei conti “per rafforzare la fiducia degli investitori nazionali e internazionali nei confronti dell’economia italiana”.
Questo comporta conseguenze importanti per il prossimo anno: “L’aggiustamento nel 2019 previsto dal Def è troppo drastico – ha continuato il ministro – Non vogliamo adottare politiche che si possono rivelare pesantemente pro-cicliche qualora si rilevasse un effettivo rallentamento della crescita per effetti di variabili internazionali. Per queste ragioni abbiamo avviato un dialogo con la Commissione europea nell’intento di fissare un obiettivo di deficit più coerente con l’obiettivo del governo di favorire crescita e occupazione”.
Tria ha poi assicurato che a breve “saranno attivate tre task force: welfare, fisco e investimenti pubblici, d’intesa con tutti i ministeri interessati”. Lo scopo è rafforzare “le condizioni di salute dell’economia italiana”, che comunque “sono buone: l’economia, seppur a ritmi non soddisfacenti perché rimaniamo di un punto sotto la media europea, presenta tassi di crescita positivi”.
Infine, per quanto riguarda il contesto internazionale, il ministro ha messo in guardia dai “rischi del protezionismo”, sottolineando che “è nel nostro interesse operare per non arrivare a una guerra commerciale globale”.