La psicosi da coronavirus ha prodotto il caos sull’arteria ferroviaria più importante d’Italia: l’Alta Velocità fra Milano e Roma. Il motivo? Semplice: una dirigente della stazione di Casalpusterlengo, nel cuore dell’epidemia lombarda, ha avuto un malore mentre era al lavoro. Tanto è bastato a scatenare il panico, il terrore del contagio in arrivo. Risultato: treni fermi e ritardi a catena fino a sette ore su buona parte della rete.
La donna, in realtà, non presentava praticamente nessuno dei sintomi del coronavirus. Aveva un semplice mal di pancia, e per questo aveva chiesto di andare a casa. Il problema è che tutti i suoi colleghi si sono rifiutati di sostituirla, nel timore di essere contagiati in caso la donna avesse il coronavirus. Alla fine, la dirigente è risultata negativa al test con il tampone. Nel frattempo, come precauzione era stata chiamata una ditta per bonificare l’ambiente di lavoro della donna. Un’operazione che ha richiesto ore ed è terminata solo a notte fonda.
Per questo, dalle 13.30, è stato sospeso il traffico sulla linea Milano-Piacenza, l’unica in funzione dopo il deragliamento del Frecciarossa a Lodi lo scorso 6 febbraio. I treni dell’Alta velocità Torino-Milano-Salerno sono stati cancellati o deviati su Padova, i regionali tra Milano e Bologna e tra Bologna e Poggio Rusco soppressi o limitati. Tra Lodi e Piacenza sono stati forniti bus sostitutivi.
Le conseguenze di questo episodio si ripercuoteranno a valanga sul traffico ferroviario di oggi e probabilmente anche su quello dei prossimi.
“Considerata la possibilità del verificarsi di analoghe esigenze di controlli sanitari – si legge in una nota di Rfi – in via precauzionale, l’offerta dei servizi di trasporto da martedì 25 febbraio sarà ridotta, anche in funzione della domanda di trasporto prevista dalle imprese ferroviarie”. La decisione è stata presa dopo una riunione con le compagnie ferroviarie Trenitalia, Trenord e Italo-Ntv. Quest’ultima ha replicato con un comunicato particolarmente duro: “La scelta di Rfi arreca danni certi a tutti, a fronte di rischi ipotetici. In un momento come questo bisogna garantire la regolarità dei servizi di pubblica utilità e Italo è pronta, pur essendo privata, a fare la sua parte. Eppure questo le viene impedito da scelte prese da altri”. Rfi ha controreplicato che l’intera offerta dei treni Italo sarà garantita e che queste affermazioni “destano estremo stupore”.