Condividi

Tremonti annuncia una “manovra forte”: liberalizzazioni, rendite tassate al 20%, contratti aziendali

Il ministro in Parlamento conferma che le rendite finanziarie saranno tassate tutte al 20% e che la Ue ci chiede più liberalizzazioni, stretta sulle pensioni e su stipendi pubblici, riforma del mercato del lavoro con più contratti aziendali – Ma nella pentola del Governo bolle molto altro: ecco il piano punto per punto

Tremonti annuncia una “manovra forte”: liberalizzazioni, rendite tassate al 20%, contratti aziendali

L’Europa ha chiesto all’Italia di “intervenire con forza per la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dei servizi professionali e la privatizzazione su larga scala dei servizi locali”. Secondo Francoforte dovremmo inoltre “rendere più flessibile il mercato del lavoro” con “una spinta alla contrattazione a livello aziendale che consenta il superamento del sistema centrale rigido”. Senza dimenticare il “diritto di licenziare, compensato con meccanismi di assicurazione più felici”, la “riduzione degli stipendi nel pubblico impiego” e la necessità di “evitare l’abuso dei contratti a tempo determinato”. Queste le parole del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che riferendo a Montecitorio davanti alle commissioni Bilancio e Affari costituzionali di Camera e Senato ha rivelato alcuni contenuti della lettera top-secret inviata la settima scorsa dalla Bce al nostro governo.

Il superministro ha espresso la disponibilità dell’Esecutivo a percorrere la strada indicata dall’Europa, aggiungendo che all’orizzonte si profila anche l’armonizzazione al 20% delle aliquote sulle rendite finanziarie (cosa ben diversa da una vera patrimoniale). Dalla misura rimarrebbero esclusi soltanto i titoli di Stato (Bot e Btp, fissi al 12,5%). E’ invece prevista “una riduzione della tassazione della raccolta postale, che attualmente è al 27% – ha spiegato ancora il ministro -, mentre tutti i titoli finanziari verrebbero tassati dal 12,5 al 20%”.

Per difenderci dalla speculazione non basta infatti ricalibrare i provvedimenti stabiliti poco più di un mese fa con la manovra finanziaria. E’ necessario trovare altri 20-25 miliardi da mettere in cassa entro i prossimi due anni. L’obiettivo è anticipare il pareggio di bilancio dal 2014 al 2013. Le tappe intermedie prevedono di far calare il rapporto deficit-Pil al 3,8% quest’anno e all’1,5-1,7% nel 2012. Questa la contropartita chiesta dall’Eurotower, che da qualche giorno sta acquistando i nostri bond per gettare acqua sull’incendio dello spread fra Btp e Bund.

I nuovi interventi diventeranno operativi con il decreto che il Governo approverà il 16 agosto (inizialmente era previsto il 18), nel prossimo Consiglio dei ministri. Fra le altre misure su cui stanno lavorando i tecnici del Tesoro, restano in piedi diverse ipotesi. Vediamole in forma di schema:

NUOVA STRETTA SULLE PENSIONI

Dovrebbe essere questa la chiave di volta del nuovo piano, ma per mettere mano alla previdenza il Governo dovrà superare l’opposizione dei tre sindacati confederali (ieri la Cgil ha minacciato un nuovo sciopero generale) e soprattutto del Carroccio. “Finché c’è la Lega le pensioni non si toccano”, ha tuonato ieri Umberto Bossi dalle colonne della Padania. Ecco gli interventi più probabili:

– Abolizione progressiva delle pensioni d’anzianità, escludendo solo chi ha 40 anni di contributi. Oggi ci si può ritirare dal lavoro a quota 96 (61 anni più 35 di contributi), una cifra che salirà di un punto ogni anno fino ad arrivare a quota 100 nel 2015 (65 anni più 35 di contributi). Il gettito previsto è di 3,5 miliardi.

– Anticipazione dal 2013 al 2012 dell’adeguamento alle aspettative di vita dell’età pensionabile, che salirà di tre mesi.

– Innalzamento dell’età di pensionamento delle donne nel settore privato prima del 2020 (scadenza prevista nella manovra).

TICKET SANITARIO AGGIUNTIVO

Possibile l’introduzione di un nuovo ticket sui primi tre giorni di degenza in ospedale.

“EUROTASSA”, PRELIEVO DI SOLIDARIETA’ SUI REDDITI MEDIO-ALTI

Sulle orme dell’Eurotassa con cui il governo Prodi consentì all’Italia di entrare nell’euro, si fa strada l’idea di un prelievo straordinario sui redditi al di sopra di una non meglio precisata quota compresa fra i 60 e i 100mila euro l’anno.

L’INCOGNITA DELLA PATRIMONIALE

Non la vuole nessuno, dal Pdl alla Lega. “Piuttosto mi dimetto”, ha sentenziato Berlusconi. Eppure il fantasma della patrimoniale continua ad aleggiare fra i corridoi del Tesoro e della Camera. I tecnici di Tremonti hanno pensato a un’addizionale sull’Ici per la seconda casa che porterebbe un gettito di 6-7 miliardi. Un’altra possibilità è quella di un prelievo sulla ricchezza mobiliare e immobiliare delle famiglie. Per evitare questa strada, considerata un suicidio elettorale, Calderoli ha proposto una nuova tassa sui servizi da far riscuotere ai Comuni.

TAGLI ALLE PROVINCE

Su questo terreno si giocherà probabilmente gran parte della spinosa partita sui tagli alla politica. Si prevede uno stop per tutte le province istituite ma non operative e l’abolizione di quelle che hanno meno di 300mila abitanti.

Commenta