Chiudono in rialzo le principali piazze europee che hanno invertito la rotta dopo l’apertura di Wall Street. Milano, frenata dai bancari, è la più debole tra le principali piazze europee, e chiude in progresso dello 0,12% mentre l’Italia incassa le rassicurazioni del commissario europeo per il mercato interno Michel Barnier: “Non è sotto tutela”. Il Dax sale dell’1,19%, il Cac dell’1,23% e il Ftse 100 dello 0,72%. Aiuta poco dopo l’apertura dei listini Usa l’effetto Black friday, il venerdì che tradizionalmente dà inizio alla stagione delle compere natalizie (per questo i listini Usa rimarranno aperti solo mezza giornata). Ma oltreoceano salgono soprattutto i finanziari.
Il colpo di scena che riporta i listini in territorio positivo arriva nel pomeriggio: funzionari Ue riferiscono che gli stati della zona euro stanno discutendo di abolire il coinvolgimento del settore privato nel meccanismo di salvataggio permanente previsto nel 2013. Una clausola su cui ha insistito la Gerania ma che vede contrari la maggior parte dei Paesi dell’Eurozona. Ma a pesare sui listini europei sono le tensioni sui titoli di Stato, che hanno trascinato i listini al ribasso per la prima parte della giornata. Lo spread Btp decennale bund si mantiene in area 490 dopo aver toccato quota 510 punti a fine mattinata. Si sono impennati anche i rendimenti dei titoli a due anni che schizzano al nuovo record dell’8%. Il Tesoro ha collocato oggi tutti gli 8 miliardi di Bot a 6 mesi e i 2 miliardi di Ctz a 2 anni ma ha registrato rendimenti in crescita rispettivamente al 6,504% e al 7,814%. A pesare anche i timori sul fondo salva Stati Efsf: secondo il Financial Times l’Efsf non riuscirà a raggiungere l’obiettivo di 1.000 miliardi di euro a causa della crescita della diffidenza del mercato finanziario, in particolare da parte degli operatori asiatici.
Non aiutano le dichiarazioni del commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn: “C’è forte opposizione agli Eurobond e un certo scetticismo”, “gli Eurobond da soli non bastano, serve sorveglianza fiscale molto rafforzata”. Cui si aggiungono tinte fosche sulla crescita: “il contagio della crisi si sta diffondendo ai Paesi della periferia a quelli “core” dell’Unione, “la costante ripresa economica sia pure modesta che avevamo vissuto da metà 2009 ora in fase di stallo purtroppo”.
L’euro scambia a quota 1,325 sul dollaro, dopo aver toccato i minimi delle ultime otto settimane a 1,321. Ma il dollaro conferma la sua attrattiva di bene rifugio: il dollar index è salito a ridosso di 80, i massimi da inizio ottobre. Il petrolio Wti tratta a 96,75 dollari al barile in leggero progresso. Occhi puntati sul prezzo dell’oro ancora in discesa a 1688 dollari l’oncia. Per gli analisti se il prezzo dovesse tornare attorno ai 1.500 dollari rappresenterebbe un’opportunità d’acquisto: le tensioni sull’Europa hanno fatto impennare il prezzo negli ultimi mesi ma i driver di lungo periodo non sono venuti meno, la crescente domanda dei Paesi emergenti e il desiderio degli investitori di proteggersi dall’inflazione.
A Piazza Affari mette a segno un deciso rimbalzo Finmeccanica (+3,5%) sull’attesa del cda di giovedì prossimo convocato per la revisione delle deleghe che potrebbe portare alle dimissioni del presidente Pierfranceco Guarguaglini. Bene anche Impregilo (+2,32%), Stm +2,21%, Azimut +1,98% ed Enel Green Power +1,93%. Colpita dalle vendite è sul listino principale Prysmian che sprofonda del 4,69% a 9,25 euro, dopo aver toccato a 9,07 il minimo intraday sui livelli più bassi degli ultimi due anni dopo la bocciatura di Ubs a neutral da buy e il taglio del prezzo obiettivo a 11 euro da 14: le stime di Ubs già incorporano le sinergie con Draka e l’attesa per uno scenario positivo in termini di investimenti nelle trasmissioni e nella distribuzione dell’energia a livello globale. Pesante anche Lottomatica -3,51% e Fiat -2,95%. Male le banche:Ubi -2,13%, Bpm (-1,18%), Banco Popolare -2,35%, Mps -1,85%. In rosso anche Intesa (-1,55%) all’indomani della nomina di Cenrico Cucchiani a ceo. Unicredit sale dello 0,86%.