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Tredicesima 2023: a chi spetta, quando viene pagata, come si calcola e quanto è tassata? Ecco tutti i dettagli 

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Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, si avvicina anche il pagamento della tredicesima: la mensilità retributiva extra che spetta ai lavoratori dipendenti (pubblici e privati) e ai pensionati. Questo “bonus” annuale, atteso con impazienza, rappresenta non solo un sollievo finanziario, ma anche un elemento tradizionale radicato nella cultura del lavoro italiana. Ma quando arriva la tredicesima 2023, e come si calcola? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

A chi spetta la tredicesima 2023?

Hanno diritto alla tredicesima mensilità tutti i lavoratori dipendenti, che siano assunti con contratto di lavoro part-time o full-time, come anche lavoratori domestici (colf, badanti, baby-sitter). La mensilità aggiuntiva spetta anche ai pensionati, compresi quelli che ricevono la pensione di reversibilità, e alle lavoratrici in maternità. Non spetta a tirocinanti e stagisti, percettori della Naspi, partite Iva, lavoratori autonomi, collaboratori a progetto o parasubordinati. E nemmeno ai percettori di assegno di accompagnamento.

Come si matura?

La tredicesima si matura mensilmente lungo tutto l’arco dell’anno, di norma nel periodo 1° gennaio – 31 dicembre. Di conseguenza, in ciascun mese, viene accantonato un rateo, pari a dodicesimo dello stipendio mensile. Affinché il rateo venga contabilizzato bisogna aver lavorato almeno 15 giorni. Arrivati alla data di erogazione della tredicesima i ratei maturati vengono sommati. In parole semplici un lavoratore che è stato in forza nel periodo 1° gennaio – 31 dicembre, ha diritto all’importo pieno. Al contrario, se il lavoratore è stato assunto o ha interrotto il rapporto in corso d’anno la tredicesima sarà calcolata in base ai mesi lavorati. Inoltre, nel calcolo della tredicesima si deve tenere conto anche di periodi (entro i vincoli contrattuali previsti) di:

  • Maternità/paternità.
  • Congedo matrimoniale.
  • Riposo giornaliero per allattamento.
  • Malattia e infortunio.
  • Cassa integrazione (ma se la sospensione dall’attività lavorativa è totale si riceve un’integrazione salariale pari all’80% della retribuzione, tutta a carico dell’Inps).

Non matura, invece, in caso di:

  • Malattia dei figli.
  • Lavoro straordinario.
  • Permessi non retribuiti.
  • Aspettativa non retribuita.
  • Assenza ingiustificata.
  • Sciopero.
  • Indennità per ferie non godute.

L’importo della tredicesima, infine, viene incluso nella base imponibile per il calcolo del TFR.

Quando arriva la tredicesima 2023?

Non esiste una data unica, dipende tutto dalla categoria di appartenenza. Generalmente viene pagata in un’unica soluzione con lo stipendio di dicembre, prima delle vacanze natalizie, ma esistono casi in cui la tredicesima viene rateizzata durante l’anno, se il contratto lo consente.

I primi a riceverla sono i pensionati: la tredicesima sarà erogata sul cedolino della pensione, insieme alla mensilità di dicembre, il 1° giorno del mese. Stessa data sia per chi riceve gli assegni tramite Poste Italiane sia per chi si affida alle banche. Poi toccherà ai dipendenti pubblici:

  • il 14 dicembre per gli insegnanti delle scuole materne ed elementari;
  • il 15 dicembre per il personale amministrato dalle direzioni provinciali del Tesoro con ruoli di spesa fissa;
  • il 16 dicembre per il personale insegnante supplente temporaneo e per gli altri dipendenti pubblici. Dato che nel 2023 il 16 cade di sabato, il pagamento sarà anticipato a venerdì 15.

Nel contratto commercio si legge che la tredicesima viene erogata entro la vigilia di Natale, quindi prima del 24 dicembre.

Discorso diverso per i dipendenti privati, non c’è una data fissa. In linea di principio, la tredicesima dovrebbe arrivare prima di Natale, così da incentivare i consumi, ma il giorno dell’erogazione può variare.

Esempio pratico: ecco come si calcola

La tredicesima viene calcolata in proporzione ai mesi lavorati durante l’anno e in base alla retribuzione lorda mensile del lavoratore (senza bonus o straordinari). Per i part-time, è proporzionale alle ore lavorate.

Nel primo caso supponiamo di aver lavorato per 9 mesi a 1.500 euro di paga mensile lorda. Il calcolo della tredicesima sarà:

1.500×9=13.500/12=1.125 euro lordi.

Nel secondo caso, la prestazione matura in proporzione all’orario lavorativo: con un part-time di 20 ore settimanali si matura il 50% (su un orario full time di 40 ore settimanali previsto dal Ccln); con 30 ore settimanali si matura il 75% e così via.

Perché il netto della tredicesima è più basso dello stipendio?

Finora si è parlato di mensilità lorda, ma nelle tasche dei lavoratori quello che entra è lo stipendio netto. E la tredicesima viene tassata: dal calcolo bisogna detrarre i contributi previdenziali e fiscali e non venogno applicate le detrazioni per lavoro dipendente spettanti per l’anno precedente né quelle per famigliari a carico. La tredicesima, quindi, ha un importo più basso rispetto allo stipendio, poiché viene tassata di più, rispetto alla busta paga.

Inoltre, sulla tredicesima 2023 non si vedranno tutti gli effetti degli aumenti legati al taglio del cuneo fiscale e contributivo. Vuol dire che la tredicesima di dicembre 2023 continuerà ad essere tassata nel modo ordinario.

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