Dopo lo sbalordimento del voto di domenica e lunedì le forze politiche cominciano a ragionare sugli scenari della nuova legislatura che si apfe all’insegna dell’ingovernabilità. Allo stato gli scenari possibili sono sostanzialmente tre:
1) GOVERNISSIMO PD-PDL, cioè alleanza Bersani-Berlusconi: avrebbe certamente i numeri per governare sia alla Camera che al Senato ma un’intesa tra i due poli opposti è molto difficile, per non dire impossibile per almeno due buone ragioni.In primo luogo perchè le lacerazioni della campagna elettorale sono difficilmente ricucibili a breve e le contrapposizioni tra Pd e Pdl sono ataviche. In secondo luogo perchè un governissimo lascerebbe uno spazio enorme all’opposizione di Grillo che alle prossime elezioni potrebbe ulteriormente incrementare il proprio bottino.
2) GOVERNO PD-GRILLO: è la tentazione che sta salendo nei settori più radicali della sinistra. Il primo a proporlo è stato naturalmente Nicki Vendola che, malgrado l’insuccesso di Sel e suo personale anche in Puglia, pensa ancora di poter dettare legge all’oscillante Pd e vede come il fumo negli occhi ogni sguardo al centro di Bersani. Anche di fronte a una simile prospettiva, che godrebbe della maggioranza sia al Senato che alla Camera, ci sono principalmente tre obiezioni: due politiche e una terza programmatica. Sul piano politico è assai improbabile che Grillo voglia spendere il suo tesoretto politico sull’altare di un’alleanza con Bersani e con il Pd e, se ciò avvenisse, spalancherebbe le porte a un’opposizione frontale di Berlusconi che ha già dimostrato di avere sette vite. Sul piano programmatico sarebbe a dir poco problematico conciliare il Fiscal compact e gli impegni europei che l’Italia è tenuta ad onorare sui conti pubblici con le posizioni populiste e spesso anti-euro di Grillo.
3) RIFORMA DEL PORCELLUM E NUOVE ELEZIONI – Il ricorso a nuove elezioni fra sei-dodici mesi non è così lunare come potrebbe sembrare a prima vista, ma le difficoltà di formare un governo potrebbero renderla più vicina. Tornare al voto senza cancellare l’infame Porcellum, che all’origine dell’ingovernabilità, sarebbe però un controsenso. Anche su questa strada ci sono però due macigni. Il primo: come trovare un minimo di consenso sulla riforma o archiviazione del Porcellum anche da parte di chi ne ha usufruito dei vantaggi? Secondo: in questo periodo intermedio che governo si fa?