Italia e Francia firmano il Trattato del Quirinale. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il capo dell’Eliseo, Emmanuel Macron, hanno firmato nella mattina del 26 novembre l’accordo per una “cooperazione bilaterale rafforzata”, alla presenza del capo di Stato Sergio Mattarella. Un Trattato storico, vicino a quello franco-tedesco, destinato a cambiare il quadro politico europeo, soprattutto dopo l’uscita di scena di Angela Merkel come cancelliere tedesco.
Si tratta di un documento che ha visto la luce dopo quattro anni, bloccato da profonde crisi ai tempi del Conte I e dall’emergenza pandemica. Questo Trattato intende rafforzare ulteriormente la cooperazione tra le due repubbliche, andando a toccare diversi punti: dalle politiche pubbliche a quella estera, da quelle economiche a quelle culturali. Con particolare attenzione alla mutua crescita dei due paesi, come la maggiore interconnessione tra Confindustria e Medef e tra Caisse des Dépôts e Cassa Depositi. Ma l’accordo disciplina anche altri settori come le politiche di difesa, quelle migratorie e di giustizia. Senza tralasciare la cultura, l’istruzione, la ricerca, lo spazio e, ovviamente, l’agricoltura.
“Questo trattato di cooperazione rafforzata che abbiamo firmato questa mattina, segna un momento storico nella relazione tra i nostri due paesi. Francia e Italia consolidano ulteriormente la loro vicinanza, i loro legami diplomatici, commerciali, politici e culturali. Da oggi siamo ancora più vicini. Questo Trattato è il risultato di un lungo e intenso negoziato”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso delle dichiarazioni alla stampa a Villa Madama. “Noi Italia e Francia condividiamo molto più dei confini. La nostra storia, la nostra arte, le nostre economie e le nostre società si intrecciano da tempo. Le istituzioni che abbiamo l’onore di rappresentare poggiano sugli stessi valori repubblicani. Sul rispetto dei diritti umani e civili, sull’europeismo. Siamo pieni di ricordi e riferimenti comuni”.
Mario Draghi ha poi ricordato come in questi mesi i rapporti tra i due Paesi si siano ulteriormente intensificati, dall’impegno comune contro il terrorismo, passato e presente, alla stabilità in Libia. “Siamo alleati nelle grandi sfide globali: dalla gestione della pandemia alla lotta contro il cambiamento climatico”.
Con riferimento ai contenuti del Trattato, il premier italiano ha detto: “Rafforziamo la cooperazione, creiamo strumenti istituzionali per renderla più strutturale, valorizziamo al meglio le attività dei nostri cittadini e le attività delle nostre imprese. Interveniamo nei settori cruciali: dalla sicurezza alla giustizia, dalla ricerca all’industria. Si è concluso un accordo di cooperazione sullo spazio. Poi abbiamo una serie di iniziative concrete: istituiamo un servizio comune civile italo-francese e creiamo un’unità operativa condivisa a sostegno delle forze dell’ordine. Per promuovere le relazioni tra regioni di confine, prevediamo un comitato di cooperazione transfrontaliera. In ambito migratorio riconosciamo una politica di gestione dei flussi e d’asilo condivisa dall’Ue, basata su principi di responsabilità e solidarietà. Ci impegniamo a tutelare i nostri sistemi agricoli, per riconoscere le nostre unicità in questo campo. Diamo al via a nuove forme cooperazione in ambito energetico e tecnologico, nella ricerca e nell’innovazione”.
Poi la novità. Almeno una volta ogni trimestre, e in alternanza, un ministro italiano parteciperà al Consiglio dei ministri francese e viceversa. Dunque, un’integrazione istituzionale ad un livello ancora più alto, su un piano simile, seppur più leggero, rispetto a quanto avviene con la riunione congiunta tra governo francese e quello tedesco.
Il Trattato non si basa solo sul consolidamento delle relazioni bilaterali ma intende favorire e accelerare il processo di integrazione europea. Draghi ha sottolineato “il rilancio degli investimenti, in ambiti strategici e innovativi come i semiconduttori, alla transizione energetica e digitale, alla costruzione di una vera difesa europea”.
“Dobbiamo dotare l’unione europea di strumenti che siano compatibili con le nostre ambizioni e con le aspettative dei nostri cittadini. Il trattato che abbiamo firmato oggi segna l’inizio di questo percorso. I nostri obiettivi sono quelli della Ue: lotta al cambiamento climatico, transizione ecologica fatta con giudizio e rapidità, transizione digitale, ricerca di una sovranità europea. Questo trattato dota l’Unione di strumenti che la rendono più forte”. Così ha concluso il premier italiano.
“Francia e Italia devono fare tutto insieme e lo abbiamo fatto in questo periodo recente, combattendo insieme contro il virus e per la Libia, ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron -. Creeremo una visione geopolitica comune: condividiamo la visione europea e internazionale”, contribuiremo a costruire una “difesa europea comune più forte che contribuisca alla Nato, avremo una cooperazione rafforzata nella lotta contro le migrazioni illegali e i trafficanti, per proteggere le frontiere esterne dell’Europa”.
Mentre il presidente della Repubblica Serio Mattarella lo ha definito “un testo di ampio respiro”. “Un rapporto più forte tra Italia e Francia contribuisce a costruire un’Unione europea più forte, tanto più necessaria oggi di fronte a sfide che solo un’Europa più integrata può affrontare, come la crisi pandemica ha messo in luce”.
Un accordo che sugella un momento storico che va al di là della grande sintonia personale tra il capo dell’Eliseo e il presidente del Consiglio. Anche alla luce del semestre europeo che presiederà Parigi a gennaio e che potrebbe chiudersi senza più il presidente francese all’Eliseo.