Quanti di voi si sono chiesti a che cosa serve concretamente quella gran seccatura della raccolta differenziata? Ecco, ad esempio a Trento, tra le città più green d’Italia, separare correttamente i rifiuti da buttare nell’apposito cassetto dell’umido serve nientemeno che ad alimentare tutti gli autobus circolanti in città, che sono 67. Un risultato straordinario, che pone il capoluogo trentino all’avanguardia a livello europeo e che è stato possibile grazie ad un investimento da circa 2,5 milioni di euro, frutto della sinergia tra due realtà locali: inewa, ESCo e società di consulenza con sede a Bolzano specializzata nel settore della sostenibilità, e BioEnergia Trentino Srl. La prima ha curato la progettazione, l’autorizzazione e la direzione lavori dell’impianto di upgrading per BioEnergia Trentino, che così trasforma circa 60.000 tonnellate di rifiuti organici in biometano.
A partire dal 1° luglio scorso dunque tutte le linee di autobus di Trento viaggiano quasi a zero emissioni, alimentate di fatto dall’impegno e dalla cultura ambientale degli stessi cittadini: i rifiuti trasformati in biometano arrivano infatti esclusivamente dal Trentino, e mettono a disposizione carburante verde sufficiente per coprire quasi il 60% delle percorrenze. BioEnergia Trentino, nata nel 2012 e che ha coperto il 100% del valore dell’investimento, tratta il 75% della produzione annuale di organico sul territorio locale. Il virtuoso progetto, esempio di efficienza energetica e soprattutto di economia circolare, ha preso il via dopo un periodo di sperimentazione: a regime, questa rivoluzione del trasporto pubblico locale consentirà un risparmio di 3 milioni di kg di CO2, pari a quanto emesso da un’automobile a benzina che percorre 15 milioni di km.
“Un intervento, frutto di un’attività di progettazione su misura e di molta innovazione tecnologica, che rappresenta un gesto concreto verso la transizione energetica del sistema italiano. La crescente consapevolezza e la sensibilità rispetto ai temi della sostenibilità ambientale è sicuramente un incentivo a realizzare progetti che vadano in questa direzione”, ha commentato Nikolaus Widmann, CEO di inewa. “L’incarico da parte di BioEnergia Trentino Srl per la realizzazione dell’impianto di San Michele all’Adige, primo impianto regionale di produzione di biocarburante avanzato alimentato a rifiuti organici, ci ha consentito di consolidare la nostra esperienza nel settore e di gettare le basi per creare un progetto più ampio in sinergia con aziende locali, promuovendo così percorsi di sostenibilità ed economia circolare senza sottrarre terreno destinato alle coltivazioni”.