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Transizione green, il data center diventa scaldabagno e scalda la piscina olimpica di Parigi 2024

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Sfruttare il calore generato dall’energia – tantissima – consumata dai data center per riscaldare gli ambienti domestici e anche l’acqua della doccia o persino di una piscina. E’ l’ultima frontiera della transizione green, la quale come sappiamo impone non solo di produrre per quanto possibile energia pulita, ma anche di non sprecare e di riciclare quella climalterante o comunque già utilizzata per altre mansioni, come appunto i data center, quei luoghi invisibili da cui però dipendono in buona parte le nostre attività industriali e in generale le nostre economie.

Quanto consuma un data center

Grazie alla tecnologia dell’azienda statunitense Equinix, già presente in alcuni Paesi europei (tra cui Francia e Germania, ma non l’Italia) e che debutterà davanti al grande pubblico alle prossime Olimpiadi di Parigi, questi impianti particolarmente energivori diventano di fatto, grazie ad un creativo e virtuoso meccanismo di economia circolare, dei boiler. Un data center da 30 MW infatti consuma oggi l’equivalente energetico di una città da 30 mila abitanti, e secondo le previsioni con la crescita dell’Intelligenza artificiale questo dato peggiorerà.

Ecco come esportare il calore dei data center

Ma c’è il modo di mettere una pezza, e anzi di capovolgere la situazione a favore dell’ambiente. Equinix ha messo a punto un sistema per esportare il calore generato dai data center, misurato tra i 25 e i 30 gradi: viene prima usato per riscaldare serpentine di acqua, dopodiché viene convogliato su una piastra di scambio termico, il cui obiettivo è reindirizzare l’energia termica verso un secondo tubo dell’acqua, che raggiunge una temperatura compresa tra 60 e 90 gradi, più che sufficiente per diventare a tutti gli effetti uno scaldabagno e riscaldare l’acqua della doccia ma anche di una piscina o di un qualsiasi impianto di riscaldamento domestico. A proposito di piscina, Equinix come detto è stata coinvolta per le Olimpiadi di Parigi 2024, che il comitato organizzatore ha voluto il più possibile green (al punto di vietare, tra le polemiche, l’uso dell’aria condizionata nel villaggio olimpico): l’acqua del Centre Aquatique Olympique della capitale francese, che ospiterà le gare di nuoto e non solo, verrà riscaldata proprio grazie alla tecnologia dell’azienda americana, attiva anche in Canada, Svizzera, Finlandia e da poco in Brasile.

Per dare un parametro, un data center da 20 GW genera energia sufficiente per riscaldare 100 piscine o 4.500 abitazioni. Ad oggi per lo meno, visto che secondo le stime dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie) il consumo dei data center a livello globale passerà dai 460 TWh calcolati nel 2022 a oltre 1.000 TWh nel 2026, il che significherà più domanda di elettricità ma anche più possibilità di sfruttare il calore prodotto e non lasciarlo disperso. Dal computer al termosifone, in un attimo.

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