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Transizione energetica a velocità ridotta. L’Italia non stia a guardare, 2024 anno decisivo

Foto di mohamed Hassan da Pixabay


La transizione energetica resta un obiettivo di lungo periodo, si sta rivelando più complicata di quanto si potesse prevedere, ma non bisogna smettere di crederci. Il mondo dell’energia si interroga sulle difficoltà della costruzione di un nuovo modello di sviluppo, anche in un contesto come quello del Meeting di Rimini. Il tema è stato affrontato in un dibattito tenendo conto delle fatiche che ogni rivoluzione comporta. In questa energetica bisogna, però, saper separare le aspirazioni dalla realtà concreta. Per uscire dalle fonti fossili bisogna avere coraggio e determinazione negli investimenti e nella ricerca. Per garantire all’Italia la necessaria sicurezza energetica i prossimi anni segneranno lo spartiacque politico e industriale verso un modello sostenibile. Il 2024, secondo i più esperti, è un anno anno di svolta e sta passando con tutte le turbolenze che conosciamo.

“La sicurezza energetica non può essere delegata al mercato ma va coordinata centralmente dall’intervento pubblico coadiuvato dall’operatore di sistema” dice  Gaetano Mazzitelli della Snam e non è una tesi sbagliata. Ma se l’Italia vuole essere anche protagonista nel bacino del Mediterraneo non deve avere indecisioni sulle scelte di fondo. Cosa pensare quando il Ministro del Made in Italy, Adolfo Urso , sullo stesso palco di Rimini dice che difenderà l’industria italiana dal fondamentalismo green dell’Ue ? Intende andare alla guerra con Bruxelles? Evidentemente, il ministro non sa che le fonti rinnovabili- con fatica, si- ma stanno crescendo, che il Pnrr stanzia risorse importanti per la transizione energetica, che l’Enel ha investito 12 miliardi per renderla possibile, che ci sono Regioni al top delle produzioni elettriche green.

Meno gas dalla Russia

Il gas dalla Russia nel 2023 è sceso al 4% rispetto al 40% del 2021. Le guerre hanno costretto i governi a rivedere i piani di approvvigionamento, eppure l’Italia ha impiegato più di un anno per mettere insieme un Piano che tuteli anche l’ambiente. Che il mix energetico di fossili e rinnovabili durerà ancora a lungo è stato riconosciuto anche al Meeting. Il sistema di disponibilità si è capovolto da Nord a Sud con importazioni di gnl e gas dai paesi del Nord Africa. Dovremo avere la costanza di vedere dove effettivamente approderà il Piano Mattei.
Non fermarsi è una specie di obbligo come testimonia la crescita dell’eolico in Puglia, Regione che produce 6 Giga all’anno di energie pulite. Non fermarsi significa saper uscire dai curiosi ingorghi della storia come nucleare si, nucleare no. Un banco di prova realistico per avere a disposizione energia inesauribile con investimenti miliardari sulla ricerca.

Due referendum, nel 1987 e nel 2011, hanno diviso gli italiani sull’utilizzo del nucleare come risorsa. La scelta è stata bocciata ma siamo ormai al nucleare di nuova generazione con gli smart reactor. In mezzo mondo l’attenzione per questi strumenti è alta e si cercano soldi in ogni direzione. Cosa ci aspetta il futuro è una domanda che scava nelle coscienze di tutti coloro che hanno sensibilità per il futuro del pianeta. I dibattiti servono a farci capire a che punto siamo. Crederci è sicuramente una buona risposta.

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Categories: Economia e Imprese