Il traffico illecito di sigarette cresce in Europa per la prima volta dal 2011 a causa dei prodotti contraffatti: +0,8 miliardi di sigarette rispetto al 2019 e con mancata entrata all’erario pari a circa 8,5 miliardi di euro. In Italia però il fenomeno diminuisce in Italia. È quanto emerso dall’ultimo rapporto indipendente realizzato dalla società di consulenza KPMG, con il contributo di Philip Morris International, che evidenzia l’impatto e i costi economici associati al fenomeno del traffico illecito di sigarette, in Italia e in Europa, con riferimento all’anno 2020.
Tra i Paesi europei in cui il fenomeno dell’illecito è particolarmente significativo, troviamo sul podio Francia e Grecia rispettivamente 23% e 22% sul totale del consumo, mentre l’incidenza in Italia è del 3,4%, ben al di sotto della media UE pari a 7,8% del consumo totale. A differenza di altri grandi Paesi europei come Germania e Spagna, il trend italiano conferma una diminuzione, grazie all’azione svolta dalle forze dell’ordine e dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Mentre a livello nazionale, il mancato gettito causato dal commercio illecito di sigarette si attesta intorno ai 400 milioni di euro, con un recupero di 68 milioni di euro rispetto al 2019. E anche per il 2020, le aree più colpite si confermano essere Friuli-Venezia Giulia e Campania. Rispetto alla media nazionale del 3,4%, la quota di consumo illecito sul totale si attesta nelle due regioni rispettivamente al 22% e al 12%.
“È fondamentale proteggere i consumatori dai prodotti contraffatti. Per questo, è necessario continuare a premiare l’approccio sinergico tra gli attori del mondo pubblico e quelli del mondo privato per affrontare e sradicare il commercio illecito in Europa e oltre – ha affermato Alvise Giustiniani, Vicepresidente Prevenzione Commercio Illecito per Philip Morris International -. L’eliminazione del commercio illecito è particolarmente importante nel contesto della trasformazione della nostra azienda verso un futuro senza fumo. Tra le iniziative a contrasto di questo fenomeno, recentemente abbiamo aperto il terzo round di PMI Impact, un’iniziativa di Philip Morris International volta a finanziare progetti e soluzioni innovative contro le minacce derivanti dal commercio illecito. I dati positivi per l’Italia impongono un ringraziamento alle forze dell’ordine e alle Istituzioni per lo sforzo e l’impegno profusi a tutela dei consumatori, delle entrate pubbliche e del mercato”.
Uno dei driver che ha fatto crescere il traffico illecito in Europa è sicuramente la tecnologia digitale che ha facilitato i traffici illeciti ad esse legate, rendendo ancora più difficile il tracciamento. Per Emilio Gatto, Direttore Generale della Prevenzione e del Contrasto alle Frodi Alimentari MIPAAF con l’incremento degli scambi, la multicanalità e l’esplosione del commercio elettronico la mission di chi deve fare controlli è divenuta sempre più difficile. Occorre capacità di analisi dei prodotti e soprattutto una azione coordinata tra i diversi operatori addetti al controllo.
Inoltre, “la filiera della contraffazione si avvantaggia dell’uso dei social network e del sistema delle piccole spedizioni online”, ha sottolineato Mario Peserico, Presidente INDICAM – Associazione per la tutela della proprietà Intellettuale, durante la conferenza virtuale “Traffici illeciti e sicurezza delle supply chain. Le sfide per il sistema Italia”, promossa da ISPI e Philip Morris Italia.
Sul tema è intervenuto anche Andrea Taborelli, vice Presidente Tesoriere Tracciabilità e Filiera, Sistema Moda Italia e Amministratore Delegato, Tessitura Serica A.M. Taborelli SRL ha ricordato, però, l’importanza della tecnologia e in particolare dello strumento della blockchain per aumentare la tracciabilità, strumento utilizzato dal sistema moda con buoni risultati.