La bolla del trading online è sotto osservazione da parte della Consob che ha deciso di attaccare senza esclusione di colpi i siti pirata. Secondo quanto riportato dal Il Sole 24 ore, i numeri emersi sono indicativi di una situazione allarmante: solo nei primi sei mesi del 2018 i casi al centro dell’indagine sono risultati superiori al totale registrato nell’intero 2017, quando gli interventi totali dell’Autorità di vigilanza sui mercati finanziari sono stati 167. Fino a giugno 2018, invece, i casi segnalati sono stati 183: di cui 71 ordini di cessazione, 89 segnalazioni all’autorità giudiziaria, 7 sospensioni cautelari e 8 emanazioni di divieti a operare.
Questi sono i dati ufficiali che l’ex presidente della Consob Mario Nava avrebbe dovuto presentare oggi in audizione al Senato, chiaramente cancellata a seguito delle sue dimissioni. La partita è stata posticipata, in attesa del rimpasto dei vertici, ma le informazioni emerse fotografano un preoccupante scenario: risultano, infatti, sempre di più i casi di operatori fraudolenti che sfruttano siti online tentando di convincere gli utenti a investire il proprio denaro su opzioni binarie (al momento vietate dall’Unione europea), Cfd (contracts for differences), trading su valute e metalli preziosi.
Una delle particolarità di questi operatori è che durano meno della vita di una farfalla e possono essere facilmente smantellate. In precedenza le loro sedi erano dislocate a Cipro e a Malta, ma viste le più stringenti normative europee in materia hanno allargato i loro orizzonti e adesso si trovano tra le Isole Marshall, la repubblica delle Vanuatu (in Oceania) e Saint Vincent des Grenadines (alle Bermuda). La Consob, tuttavia, sul territorio nazionale operando in forza dell’articolo 7 opties del Testo unico della finanza – inserito a gennaio 2018 – ha il potere di ordinare la cessazione immediata degli abusi sia su internet sia attraverso le telefonate di operatori che contattano i potenziali investitori da luoghi come la Romania o l’Albania.
Uno dei primi casi di trading online sanzionato in Italia ha riguardato il caso di Ibs Forex di Como, che operava online e tramite adescatori, a rischio le società di trading WorldFxm e Sucaba Enterprise Ltd e Becfd Limited, mentre l’ultimo caso è stato quello di Venice Forex Investment, per cui il rsponsabile delle attività Fabio Gaiatto è stato arrestato nei giorni scorsi.
Uno dei modi per arginare il rischio di incorrere negli operatori fraudolenti di trading online è quello di controllare sul sito della Consob quali operatori e quali no hanno l’autorizzazione a operare in Italia, prima di decidere di investire.
View Comments (1)
CHIEDO INFORMAZIONI SU CERTO SIG. SARTORI LEONARDO, DIRIGENTE DEL FONDO DI COMPENSAZIONE SOMME NON VERSATE DALLE SOC. DI TRADING. AGLI INVESTITORI.