Cina e petrolio condizionano ancora le Borse. Il greggio torna a calare mentre perdono forza le voci su un accordo tra i Paesi produttori per tagliare la produzione. Il Wti cede il 5,15% a 31,89 dollari al barile. Il Brent cede il 4,17% a 34,49 dollari al barile. In Cina a gennaio l’attività manifatturiera si contrae arrivando al livello più basso dal 2002. Le Borse asiatiche reagiscono di conseguenza: Hong Kong -0,45%, Shanghai -1,78%. In Giappone il Nikkei sale dell’1,98%, beneficiando ancora della spinta della decisione della BoJ sui tassi negativi arrivata venerdì.
Il Ftse Mib cede lo 0,92% ma tiene quota 18mila punti. Cali simili per le altre piazze europee: Londra -0,44%, Francoforte -0,52%, Parigi -0,65%. In Europa i listini sono condizionati anche dal dato sull’indice Pmi manifatturiero che è sceso a 52,3 punti a gennaio da 53,2 (lettura definitiva).
Oggi nell’annuale dibattito al Parlamento europeo sul bilancio della Bce, il presidente Mario Draghi ha confermato una possibile riconsiderazione delle mosse dell’Eurotower all’inizio di marzo. Sul tema caldo del bail in, Draghi ha detto che bisogna “armonizzare meglio le regole sul bail-in e assicurare “che la fiducia nella sicurezza dei depositi sia ugualmente alta in tutti i paesi membri dell’area euro creando uno Schema europeo di assicurazione sui depositi”. Sulla Brexit, su cui il negoziato sta entrando nel vivo, Draghi ha sostenuto che è necessario ancorare Londra nella Ue ma che l’Eurozona deve integrarsi di più, mentre ha anche riconosciuto che “crescono i rischi di rallentamento”. Oggi pomeriggio si è svolta una riunione di diplomatici europei e britannici per definire il canovaccio per la riunione dei capi di stato e di governo del 18-19 febbraio nella capitale belga.
WALL STREET, RECORD DI SOLDI ALLA POLITICA
Oltreoceano sta invece entrando nel vivo la corsa per la Casa Bianca. Se per alcuni osservatori l’esito delle elezioni non modificherà più di tanto lo scenario per gli investimenti, Wall Street è entrata a due piedi nella disfida.Il primo rapporto pubblicato dalla Federal Election Commission, la commissione di supervisione sulle elezioni americane, mostra che repubblicani e democratici stanno ricevendo da banchieri e investitori più denaro di quanto successo in passato. In particolare, secondo il Center for Responsive Politics, i cosiddetti Super Pac, comitati di azione politica che sostengono un candidato, ma non sono direttamente legati a questo e quindi possono raccogliere fondi illimitati, hanno ricevuto più di un terzo delle donazioni da manager del settore dei servizi finanziari.
Nel frattempo gli indici oggi viaggiano in rosso con il Dow Jones che cede lo 0,44% e l’S&P500 lo 0,37%. Non hanno aiutato i dati macro che comunque sono risultati sopra le attese. L’Ism manifatturiero è salito in gennaio a 48,2 punti da 48 in dicembre, leggermente sopra le attese. Ma l’indice Pmi manifatturiero degli Stati Uniti pubblicato da Markit sempre di gennaio è salito leggermente a 52,4 punti in gennaio da 51,2 punti in dicembre. Nel mese di dicembre le spese per consumi negli Stati Uniti sono rimaste invariate rispetto a un mese prima mentre i redditi personali sono aumentati dello 0,3%. Il cambio euro dollaro sale dello 0,58%.
CADONO GLI OCCHIALI. CORRE IL BANCO POPOLARE
A Piazza Affari le vendite colpiscono soprattutto Luxottica che lascia sul terreno il 5,73% a causa del contraccolpo delle improvvise dimissioni dell’amministratore delegato Adil Khan. Fuori dal Ftse MIb male anche Safilo che crolla del 12,14% dopo i dati. La società ha comunicato che le vendite preliminari nel 2015 ammontano a 1,279 miliardi di euro, con una crescita dell’8,5% a cambi correnti, ma in linea con il dato del 2014 calcolato a cambi costanti.
Tornando tra le blue chip tra i peggiori ci sono i diritti Saipem -4,48%, Bmps -3,85%, Unipol -3,67% e Mediobanca -3,12%. Telecom -2,79% dopo la notizia che Ofcom, l’autorità che regola il mercato britannico delle Comunicazioni, si appresta a dare parere contrario alla fusione in Inghilterra fra due compagnie telefoniche, 3 e O2.
Gli acquisti premiano Banco Popolare +5,99%, sulla scia delle attese per il merger con Bpm +1,20%. Cnh Industrial +2,96%, Mediaset +2,08%, Atlantia +1,95%, Ferragamo +1,54%. Deboli le altre banche: Ubi -0,14%, Unicredit -0,85%, Intesa -2,14%.