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Tra Europei e Olimpiadi lo sport visto da Gianni Mura che dice: “Italia-Inghilterra? Vinciamo noi”

Per gentile concessione del sito sportivo www.agenziainforma.it riprendiamo un’intervista concessa dal grande giornalista sportivo Gianni Mura sugli Europei, sul mondo nel pallone, sui rischi che corrono le società di calcio e sul momento di grande difficoltà che attraversa tutto il mondo dello sport in vista delle prossime Olimpiadi

Tra Europei e Olimpiadi lo sport visto da Gianni Mura che dice: “Italia-Inghilterra? Vinciamo noi”

L’Italia delle Olimpiadi che sfida la crisi, i tagli allo sport, il calcio che non riesce ad affrancarsi dagli scandali, le tv che dominano e falsano i tornei, le ansie di una nazionale che, nonostante la difficile gestione dei suoi attaccanti, è tra le semifinaliste per il titolo continentale. Ad un mese dai cinque cerchi londinesi e nel pieno della fase finale degli Europei, un giro di orizzonti con Gianni Mura, una delle firme più prestigiose del giornalismo sportivo.

 I Giochi sono… fatti. E i numeri anche. L’Italia si presenterà con una delegazione più ridotta rispetto a Pechino. C’è da preoccuparsi per il medagliere?

“Portiamo meno atleti rispetto all’Olimpiade perché sono stati operati dei tagli, visto il momento di grave crisi. E ritengo che anche per questo ci siano state le lacrime di Giorgio Napolitano, perché si rende conto che per tirare su il morale dell’Italia qualche medaglia servirebbe. E difficile fare previsioni sul medagliere: andare con una delegazione ridotta rispetto al passato non vuol dire rinunciare in partenza al podio o a qualche medaglia. Nuoto, la scherma con vecchie glorie come Valentina Vezzali , la stessa ginnastica ritmica non tradiscono. E poi in genere c’e sempre qualche sorpresa nella spedizione azzurra. Che può venire dalla marcia, per esempio, oppure dalla pallavolo da cui è giusto aspettarsi almeno un piazzamento sul podio”.

Congiuntura economica e crisi dello sport italiano, due binari paralleli?

“E’ innegabile. Ci sono stati tagli anche nei bilanci del Coni, ed è chiaro che lo sport ne risenta. Però non è giusto che pianga perché ci sono stati tagli ad altri settori vitali, dalla cultura alla ricerca. Lo sport non può pretendere di restarne fuori. C’è fiducia per gli azzurri che andranno a Londra, qualcosa può ancora arrivare di buono. E’ il futuro che preoccupa. I tagli, temo, si ripercuotono sull’attività di base, quella che non finisce sui giornali ma che è appunto il cuore, l’anima dello sport. Magari la avvertiremo fra qualche anno l’onda lunga di questa crisi”.

Torniamo ai nostri problemi calcistici. Balotelli può diventare davvero un campione o a certi livelli la testa è decisiva?  Il talento del City potrà prima o poi consacrarsi come un vero top player?

“Diventare un campione dipende solo da lui. Perché non può dire che gli siano state negate la prima e la seconda opportunità di rivincita, sia in squadre di club sia in nazionale.  Prandelli si sta giocando tutto su Balotelli e Cassano,  è una doppia scommessa gestire calciatori come loro, difficili da controllare. Balotelli ha atteggiamenti sgradevoli o censurabili in campo che fuori, non solo in campo o solo fuori: il problema è questo. Non può considerarsi perennemente in guerra con tutto il mondo dal solo, anche perché solo non è. Deve giocare di più come se fosse uno di undici’ se parliamo della nazionale”.

Ma i problemi o i malumori del calcio italiano non sono legati solo all’attaccante di Prandelli, ma anche e soprattutto alle vicende del calcio scommesse. La provocazione lanciata alcune settimane fa dal presidente del Consiglio, Mario Monti, come va interpretata?

“Quella del presidente del Consiglio è stata un boomerang perché le risposte sono state tutte sullo stile ‘allora chiudiamo anche il Parlamento’. Il calcioscommesse è uno scandalo molto brutto e  bisogna assicurarsi che chi ha sbagliato paghi. Però, mi sembra riguardi una fetta molto marginale e soprattutto, tranne pochissimi casi, una fetta del calcio minore, non di quello che vediamo in televisione. Alcuni giocatori hanno scoperto che si può far soldi oltre all’ingaggio”.

Appurata la necessità di fare chiarezza, c’è anche la tv con il calcio spezzatino a non favorire limpidezza.

“La regolarità del calcio è falsata dalle televisioni perché è chiaro che se uno gioca alle 15 e uno alle 20,30 sa già il risultato è può regolarsi di conseguenza. Una volta ci si collegava alle radioline e le partite erano tutte alla stessa ora. Lo spezzatino è un incitamento ad avere cattivi pensieri e cattive azioni. Tuttavia senza i soldi delle televisioni il calcio italiano così com’è strutturato sarebbe morto: le società non sono in grado di sostenersi da sole per cecità nei bilanci e per larghezza di maniche negli ingaggi. Io ho sempre pensato che se ai calciatori che guadagnano dieci milioni di euro gliene offri cinque alla fine li prendono, non si tratta di andare a dormire sotto i ponti”.

 A tutto questo si è arrivati perché si è alzata l’asticella degli ingaggi

“E purtroppo questo serve anche per i calciatori mediocri: oggi uno che non gioca nel Milan guadagna più di Rivera, una riserva della Juve guadagna più di Platini. Quando ti dicono ‘questo è il mercato’, beh questo è il mercato impazzito. Ormai nel calcio ci guadagnano i calciatori, soprattutto i loro procuratori, mentre le società sono avviate, se già non lo sono, verso il suicidio economico perché se spendi più di quanto incassi la realtà è questa. La colpa, ancora una volta, è delle  televisioni. Sono quelle che sostengono il carrozzone e fanno quello che vogliono perché a loro interessa l’audience e non la regolarità. E’ per questo che lo spezzatino non è garanzia di regolarità. Si presta, comunque, a calcoli”.

Ma è difficile tornare indietro. Anche all’estero è ormai così. E non solo.

“Posso dire che lo stesso discorso vale per i calendari delle competizioni internazionali dove c’è qualcuno che riposa un giorno in più: se parliamo dell’Italia rispetto all’Inghilterra ha il vantaggio di un giorno in più di riposo. Ed un giorno in più in un clima umido vuol dire parecchio. Difatti credo che l’Italia vincerà facile con l’Inghilterra, sono uno dei pochi a pensarlo, ma lo penso”.

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